Punta Battisti, balcone sulla Est del Monte Rosa
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Difficile trovare una meteo così al cospetto del Rosa. Con Marco si è deciso
la Punta Battisti per la variante della "via dei Balossi". La seggiovia apre solo
alle 8,30, un vero peccato, dovremo patire molto caldo. Alle 9,45 colazione
al Rifugio Zamboni e poi su per il ripido sentiero che conduce al Colle Bortolon,
in cerca dell' attacco della Via (grossi problemi a trovarla) con i nostri pesanti zaini.
Finalmente a più di due ore dal Belvedere, si comincia a scalare: se pur con qualche difficoltà,
Marco arriva alla sosta del primo livello (5b) ed io lo seguo come un bradipo, lo zaino è
troppo pesante, poca mobilità. Marco prosegue fino alla sosta del secondo livello (5c) e quì
l' inconveniente: dieci metri sotto di me la corda è incastrata in un intaglio, niente da fare per
liberarla. In una giornata normale, mi sarei fatto calare per liberarla. Segno del destino, penso,
" Marco, ne ho piene le balle, calati giù, basta dopo non si può più". Sono 25 anni che andiamo
in montagna assieme, sa che mulo sono nel bene e nel male, ci caliamo alla base, Basta vie
da cui non ci si può calare ad ogni livello. Vista la giornata, almeno la cima vogliamo raggiungerla,
sù al Colle Bortolon, traverso piuttosto esposto, poi una schifida pietraia fino all' ultimo ripido canalino
da non sottovalutare , siamo in cima ringraziando la Madonnina. Fino a quì non avevamo mai guardato
l' ora: sono le 15,30, azz l' ultima corsa della seggiovia l' abbiamo già persa.
Va beh, con comodo, tappa allo Zamboni, poi al Belvedere, ottima weiss e prodotti a km zero.
Arriviamo a casa alle 20,30, oramai dati per dispersi: obiettivo raggiunto, anche se non per il
percorso che avevamo in mente. Come sempre, ci siamo divertiti.
la Punta Battisti per la variante della "via dei Balossi". La seggiovia apre solo
alle 8,30, un vero peccato, dovremo patire molto caldo. Alle 9,45 colazione
al Rifugio Zamboni e poi su per il ripido sentiero che conduce al Colle Bortolon,
in cerca dell' attacco della Via (grossi problemi a trovarla) con i nostri pesanti zaini.
Finalmente a più di due ore dal Belvedere, si comincia a scalare: se pur con qualche difficoltà,
Marco arriva alla sosta del primo livello (5b) ed io lo seguo come un bradipo, lo zaino è
troppo pesante, poca mobilità. Marco prosegue fino alla sosta del secondo livello (5c) e quì
l' inconveniente: dieci metri sotto di me la corda è incastrata in un intaglio, niente da fare per
liberarla. In una giornata normale, mi sarei fatto calare per liberarla. Segno del destino, penso,
" Marco, ne ho piene le balle, calati giù, basta dopo non si può più". Sono 25 anni che andiamo
in montagna assieme, sa che mulo sono nel bene e nel male, ci caliamo alla base, Basta vie
da cui non ci si può calare ad ogni livello. Vista la giornata, almeno la cima vogliamo raggiungerla,
sù al Colle Bortolon, traverso piuttosto esposto, poi una schifida pietraia fino all' ultimo ripido canalino
da non sottovalutare , siamo in cima ringraziando la Madonnina. Fino a quì non avevamo mai guardato
l' ora: sono le 15,30, azz l' ultima corsa della seggiovia l' abbiamo già persa.
Va beh, con comodo, tappa allo Zamboni, poi al Belvedere, ottima weiss e prodotti a km zero.
Arriviamo a casa alle 20,30, oramai dati per dispersi: obiettivo raggiunto, anche se non per il
percorso che avevamo in mente. Come sempre, ci siamo divertiti.
Tourengänger:
tignoelino

Communities: Hikr in italiano
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