Da Lumino alla Capanna Brogoldone, 5 anni dopo
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Dopo le ultime pedalate ho sentito la nostalgia di una bella sudata in montagna e mi sono proposto di fare un test su un itinerario già varie volte percorso. Qui avrei avuto l’opzione di accorciare o allungare a piacere l’escursione ben conoscendo la zona. Così dopo una bella volata in auto a Bellinzona in pochi chilometri arrivo a Lumino, un simpatico paesino, e fermo l’auto al parcheggio della Funivia. Questa permette, a chi lo desidera, di evitare circa 1000 m di salita a piedi per arrivare alla tappa intermedia dei Monti Savorù; non è il mio caso ma il parcheggio mi fa comodo. Da lì traverso verso Ovest passando davanti ad una Chiesina e poco dopo la strada devia a dx e imbocco la Via Bierino che poco dopo si trasforma in sentiero. Si procede al fresco della foresta con un percorso a zigzag che taglia alcune volte la linea ideale seguita dalla teleferica. Dopo poco incontro una bella ragazza con ancor più bello fulvo cane da caccia che dopo qualche parola mi viene presentato come Argo; peccato penso tra me, il cane di Ulisse morto dopo un’ultima carezza del padrone al ritorno di una “Odissea”. Ma questo, per fortuna, è vitale come mai; ci accomiatiamo e io seguito il mio cammino fotografando qua e là fino a giungere ai 1328 m di Monti Savorù dopo circa 2h30’. Ringalluzzito per la media che mi sembra buona (GIBI e altri velocisti, prego di non sorridere!) mi concedo una sosta thè, osservo un signore che dopo aver scaricato la sua MTB dalla teleferica la spinge verso di me che lo sovrasto di circa 20 m. Ci salutiamo e dentro di me mi dico: “Non la spingerà mica fino in vetta vero?”. Ma probabilmente il suo desiderio era quello di fare del downhill; data la diversità di lingua non sto lì a vedere come finisce e proseguo il cammino che si inoltra nuovamente nel bosco offrendo al viandante la vista di lignee sculture e di tavole sinottiche illustranti le peculiarità della flora e della fauna locali. Come sempre al bivio atteso opto per la “Scorciatoia ripido per Cap. Brogoldone” e poi… beh me la sono voluta…arranco verso l’alto. Come sempre la solitudine mi fa compagnia ma non mi dispiace. Alla piccola radura dell’Alp de Pissadello a 1660 m mi fermo a fotografare i monti verso Ovest, alcuni saliti anche più volte, altri chissà. Poi ancora un po’ di sofferenza e finalmente arrivo dopo 1h50’ alla Capanna Brogoldone 1904 m. Gironzolo un po’ tra i tavoli all’aperto, saluto la gestrice (o gestora secondo alcuni dotti) e un paio di avventori poi, mal guardato perché non intendo spendere una fortuna per un caffè di dubbio gusto, mi fermo poco più sotto a mangiare un boccone. Faccio la mia riflessione: 360 m/h non sono stati pochi ma non sufficienti a salire in 4h30’ fino al Piz de Molinera come feci la volta scorsa. Senza troppe paturnie decido quindi di rientrare e faccio esattamente il percorso dell’andata completando osservazioni, meditazioni e prendendo ancora qualche foto. Passando per i Monti Savorù dove il sentiero torna migliore mi stupisco di scendere osservando il terreno con l’occhio del biker e chiedendomi passo passo se io saprei scendere di lì con Celestina (la mia MTB), se saprei superare le pur poche difficoltà, ecc. Il tempo passa così assieme al tedio di una discesa senza aspettative ed eccomi di nuovo al parcheggio.
Pillole….della giornata:
Dislivello 1598m
Lunghezza totale 15,3 km
Tempo lordo 7h28’
Soste 30’
Tempo netto 7h00’

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