Generoso Wild - Sentiero delle Guardie (1° parte) e Camoscia
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Montagna meravigliosa, magica e misteriosa il Generoso con sorprese nelle sue pieghe e ricordi indelebili. Sperando in una tenuta del tempo si prova un progetto su cui si lavorava da tempo: il Sentiero delle Guardie.
Percorso in uso, nel secolo scorso, dalle guardie di confine, per contrastare il contrabbando con il lato italiano. Percorre tutto il versante occidentale della montagna, viaggiando su cenge e sul confine tra il bosco di faggi e le pareti di roccia, intersecando alcune delle vie classiche di questo versante. Difficile da percorrere e, ancor più, da individuare è diventato fattibile da quando due benemeriti di quelle parti, Danilo
Danfoletts e Daniele, lo hanno segnalato in maniera efficace e discreta.
L'imbocco del primo tratto è nei dintorni del Prato della Pioda proseguendo il vecchio sentiero senza svoltare a dx per salire al Perostabbio. Ero andato mesi fa in esplorazione, sfruttando la possibilità di Swisstopo di "andare indietro nel tempo" con le sue cartine, e avevo trovato l'inizio del tracciato. La sorpresa era stata quella di trovare dei bolli rossi, abbastanza recenti, in parallelo con i dischetti metallici gialli. Non sono in grado di dire chi sia arrivato prima a segnalare la traccia ma la cosa ci creerà qualche problema.
Siamo io e Umberto con Emiliano
Poncione, Ale
Froloccone e Benedetto
Blepori e procediamo spediti seguendo i molti bolli rossi e i più radi bolli gialli su terreno delicato ma mai troppo difficile e con alcune vestigia di scalette a facilitare la progressione. Si passa una roccia con scritta in rosso: Sentiero della Camoscia e si guadagna dislivello in fretta, visto il terreno, fino ad arrivare a una bellissima valletta circondata dalla tipica roccia stratificata della montagna, dove si esce traversando a destra.
All'uscita della valletta abbiamo il primo problema: i bolli rossi traversano in piano verso dx mentre un singolo tondino giallo campeggia su un albero qualche metro sopra a sinistra. Saliamo a sinistra su terreno non buono e scivoloso per qualche decina di metri ma di altri bolli gialli nessuna traccia, probabilmente forzando il passaggio verso l'alto si sarebbe arrivati alla base della parete della Cima dei Torroni ma la mancanza di ogni tipo di segno, sugli alberi e sul terreno, ci toglie sicurezza e ci consiglia di affidarci ai segni rossi abbandonati 50m sotto. I segni rossi ci portano ad attraversare alcune vallette e, sempre precisi, ci portano a salire su un nuovo sperone boschivo a picco sulla valle dei Cugnoli. Ad un certo punto abbiamo la sorpresa di trovare uno spruj molto grande e ben conservato, probabilmente una stalla, costruito al di sotto di un roccione stratificato. Ha una scritta rossa che mi pare leggere come "tornitore" ed è bello asciutto. I bolli rossi peraltro finiscono qui, come se fosse lui il destinatario finale di tutta quella bollatura. In alto nel bosco vediamo luce e immaginiamo possa esser dalle parti della Camoscia e saliamo a vista. Dopo alcune decine di metri compaiono dei nastri bicolori bianchi-rossi intorno agli alberi e li seguiamo fino ad affacciarci nella parte bassa del canale della Camoscia. Qui, su un faggio, ricompaiono addirittura due dischetti gialli e attraversiamo, su terreno sempre peggiore, fino a transitare sotto la parete a picco della Cima della Piancaccia. Nessun segno di nessun tipo e, a naso, ci si avvicina al canale della Piancaccia: il terreno sporco e scivoloso e una lingua di neve dura e a picco ci impediscono di raggiungere Perostabbio, nonostante si ragioni anche sul mettere una corda fissa.
Torniamo verso la Camoscia, superiamo i resti di una importante frana, rimontiamo un'altra lingua di neve e un erto pratone e tiriamo il fiato. Si decide poi di allungarla passando da Arogno mentre Benedetto scende dalle Pianche per tornar a casa presto.
Tralasciando i bolli rossi finiti allo Spruj, ci è venuto il sospetto che molti dischetti gialli possano esser stati rimossi. A meno che sia stata scelta una bollatura veramente estremamente di minima ma non è possibile che dal canale della Camoscia a quello della Piancaccia non ci sia UN segnale che sia uno, dopo che in basso ne si trovava uno ogni 30m. Cercherò di contattare uno dei benemeriti per capire la situazione....
Avevamo attrezzatura per ogni evenienza, alla fine, per quel che abbiamo fatto, consigliabilissimi bastoncini, caschetto per qualche punto sotto le pareti, paradossalmente utile la piccozza per i traversi su terreno infido.
Comunque bella giornata, in buona compagnia, e ci sarà modo di fare quel che manca.....
Blepori Il sentiero della valle dei Cugnoli è affascinante: antiche scalinate conducono in questo modo misterioso, all'ombra di grandi faggi, poi in alto si snoda fra valloncelli e salti di roccia fino alla grande sorpresa dell'uscita nel prato della Camoscia. Un plauso al nostro "Conducador" che si è disctricato fra bolli rossi, gialli, a strisce ricostruendo il puzzle di un percorso per nulla evidente. L'appuntamento con il sentiero delle Guardie è solo rimandato.
Poncione
Veramente affascinante, e di una complessità mostruosa, il versante occidentale del Generoso offre spunti molteplici in un ambiente notevolmente ostico oltrechè infido, ove occorre la massima concentrazione: le emozioni sono assicurate, certi luoghi davvero magici e misteriosi e il tempo parrebbe essersi fermato.
Grazie a
danicomo per la bella proposta, e a tutta la bella compagnia (
froloccone,
blepori e Umberto) presentatasi all'appello. Da riprovare.
froloccone
Dal piccolo della mia esperienza in montagna,mi è difficile,ricordare un ambiente così selvaggio;questa è la sintetica descrizione del versante occidentale del Calvagione.Tenendo conto poi, del fatto ,che ne abbiamo percorsa solo una piccola parte .....................Le difficoltà maggiori si trovano,nel'orientamento e nel terreno "infido", ripidissimo e scivoloso,dove è facilissimo far partire un sasso verso valle.Nella speranza di tornarci e completare questo selvaggio e storico percorso,ringrazio tutti,per la compagnia e per la bella esperienza,è stato un piacere rivedere Daniele,Umberto e Benedetto.Grazie a tutti.
Percorso in uso, nel secolo scorso, dalle guardie di confine, per contrastare il contrabbando con il lato italiano. Percorre tutto il versante occidentale della montagna, viaggiando su cenge e sul confine tra il bosco di faggi e le pareti di roccia, intersecando alcune delle vie classiche di questo versante. Difficile da percorrere e, ancor più, da individuare è diventato fattibile da quando due benemeriti di quelle parti, Danilo

L'imbocco del primo tratto è nei dintorni del Prato della Pioda proseguendo il vecchio sentiero senza svoltare a dx per salire al Perostabbio. Ero andato mesi fa in esplorazione, sfruttando la possibilità di Swisstopo di "andare indietro nel tempo" con le sue cartine, e avevo trovato l'inizio del tracciato. La sorpresa era stata quella di trovare dei bolli rossi, abbastanza recenti, in parallelo con i dischetti metallici gialli. Non sono in grado di dire chi sia arrivato prima a segnalare la traccia ma la cosa ci creerà qualche problema.
Siamo io e Umberto con Emiliano



All'uscita della valletta abbiamo il primo problema: i bolli rossi traversano in piano verso dx mentre un singolo tondino giallo campeggia su un albero qualche metro sopra a sinistra. Saliamo a sinistra su terreno non buono e scivoloso per qualche decina di metri ma di altri bolli gialli nessuna traccia, probabilmente forzando il passaggio verso l'alto si sarebbe arrivati alla base della parete della Cima dei Torroni ma la mancanza di ogni tipo di segno, sugli alberi e sul terreno, ci toglie sicurezza e ci consiglia di affidarci ai segni rossi abbandonati 50m sotto. I segni rossi ci portano ad attraversare alcune vallette e, sempre precisi, ci portano a salire su un nuovo sperone boschivo a picco sulla valle dei Cugnoli. Ad un certo punto abbiamo la sorpresa di trovare uno spruj molto grande e ben conservato, probabilmente una stalla, costruito al di sotto di un roccione stratificato. Ha una scritta rossa che mi pare leggere come "tornitore" ed è bello asciutto. I bolli rossi peraltro finiscono qui, come se fosse lui il destinatario finale di tutta quella bollatura. In alto nel bosco vediamo luce e immaginiamo possa esser dalle parti della Camoscia e saliamo a vista. Dopo alcune decine di metri compaiono dei nastri bicolori bianchi-rossi intorno agli alberi e li seguiamo fino ad affacciarci nella parte bassa del canale della Camoscia. Qui, su un faggio, ricompaiono addirittura due dischetti gialli e attraversiamo, su terreno sempre peggiore, fino a transitare sotto la parete a picco della Cima della Piancaccia. Nessun segno di nessun tipo e, a naso, ci si avvicina al canale della Piancaccia: il terreno sporco e scivoloso e una lingua di neve dura e a picco ci impediscono di raggiungere Perostabbio, nonostante si ragioni anche sul mettere una corda fissa.
Torniamo verso la Camoscia, superiamo i resti di una importante frana, rimontiamo un'altra lingua di neve e un erto pratone e tiriamo il fiato. Si decide poi di allungarla passando da Arogno mentre Benedetto scende dalle Pianche per tornar a casa presto.
Tralasciando i bolli rossi finiti allo Spruj, ci è venuto il sospetto che molti dischetti gialli possano esser stati rimossi. A meno che sia stata scelta una bollatura veramente estremamente di minima ma non è possibile che dal canale della Camoscia a quello della Piancaccia non ci sia UN segnale che sia uno, dopo che in basso ne si trovava uno ogni 30m. Cercherò di contattare uno dei benemeriti per capire la situazione....
Avevamo attrezzatura per ogni evenienza, alla fine, per quel che abbiamo fatto, consigliabilissimi bastoncini, caschetto per qualche punto sotto le pareti, paradossalmente utile la piccozza per i traversi su terreno infido.
Comunque bella giornata, in buona compagnia, e ci sarà modo di fare quel che manca.....


Veramente affascinante, e di una complessità mostruosa, il versante occidentale del Generoso offre spunti molteplici in un ambiente notevolmente ostico oltrechè infido, ove occorre la massima concentrazione: le emozioni sono assicurate, certi luoghi davvero magici e misteriosi e il tempo parrebbe essersi fermato.
Grazie a




Dal piccolo della mia esperienza in montagna,mi è difficile,ricordare un ambiente così selvaggio;questa è la sintetica descrizione del versante occidentale del Calvagione.Tenendo conto poi, del fatto ,che ne abbiamo percorsa solo una piccola parte .....................Le difficoltà maggiori si trovano,nel'orientamento e nel terreno "infido", ripidissimo e scivoloso,dove è facilissimo far partire un sasso verso valle.Nella speranza di tornarci e completare questo selvaggio e storico percorso,ringrazio tutti,per la compagnia e per la bella esperienza,è stato un piacere rivedere Daniele,Umberto e Benedetto.Grazie a tutti.
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Kommentare (30)