Cima Fontana, mt 3.070 - Valmalenco


Publiziert von Angelo63 , 24. August 2016 um 22:20.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:22 August 2016
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 9:15
Aufstieg: 1250 m
Strecke:Parcheggio diga Alpe Gera - lago Gera, sponda orientale - Alpe Gembré - Passo Confinale - Bivacco Anghileri-Rusconi - Cima Fontana - ritorno stesso itinerario
Zufahrt zum Ausgangspunkt:SS 36, poi SS dello Stelvio fino a Sondrio dove si lascia la tangenziale per entrare in città seguendo poi le indicazioni per Valmalenco (prima rotonda a sinistra). All'ingresso di Chiesa Valmalenco seguire le indicazioni per Lanzada, Campo Franscia, proseguendo fino a Campomoro. Fiancheggiare il lato orientale dell'omonima diga fino all'ampio piazzale sotto la diga di Gera

Uscita di nuovo al completo, finalmente dopo parecchio tempo, per il gruppo AnDaSer. Per celebrare degnamente questo che ormai è da considerare un avvenimento, ultimamente il neo nonno Sergio è dedito ad altri hobby, scegliamo una meta di tutto rispetto in un ambiente di nostro sicuro gradimento: raggiungere una cima con vista su qualche bel laghetto alpino. Invogliati da una relazione di Grandemago e da un servizio su Orobie dello scorso mese di maggio, ci dirigiamo ancora una volta in Valmalenco. Già dalla partenza, nei pressi della diga Alpe Gera, ci assicuriamo il piacere dello scenario lacustre; per la cima, dovremo ancora faticare parecchio.
 
Ci incamminiamo che sono da poco passate le 9. Siamo nell’ombra e con la temperatura a 6 gradi fa freddino. La giornata però si preannuncia da cartolina, nemmeno una nuvola in cielo, occorre solo aspettare che il sole faccia capolino tra le montagne per riscaldarci. Ci portiamo sotto il muraglione della diga che risaliamo percorrendo una passerella in cemento, da sinistra a destra dello sbarramento. Alle 9.20 possiamo ammirare l’invaso del lago Gera, quello di Campomoro è proprio sotto di noi, da dove è già ben visibile l’imponente massa glaciale della vedretta di Fellaria; su un dosso, quasi a contatto con la lingua glaciale, è adagiato il rifugio Bignami. Percorriamo la sterrata che segue il versante orientale del lago ed alle 9.30 siamo al sole. Seguiamo per un breve tratto l’itinerario in direzione della val Poschiavina che lasciamo in corrispondenza di una palina con le indicazioni per Alpe Gembrè e Bivacco Anghileri-Rusconi. Si scende bruscamente, riavvicinandosi al bacino artificiale, chissà che fatica al ritorno, per poi risalire dolcemente, seguendo sempre a mezza costa le sponde del lago, fino ad arrivare alle baite in pietra dell’alpe Gembré. Siamo in marcia da 1h15m e già contenti della bella giornata che trascorreremo in montagna.
All’ingresso dell’alpe si imbocca il ripido sentiero che con alcuni tornanti risale il pendio erboso e poi roccioso. Bella la vista che si apre man mano che ci si alza di quota; il bacino del lago Gera sovrastato dal Sasso Moro, le lingue glaciali della Fellaria con il salto roccioso dal quale scendono le cascate, le vette dei pizzi Argient e Zupò. Arrivati ad una altitudine di circa 2.400 metri si raggiunge un ampio pianoro erboso che ci consentirà di procedere ora senza grossi affanni. Risaliamo il pianoro al cui termine individuiamo, sulla sinistra, la struttura arancione del bivacco Anghileri-Rusconi. Proseguendo lungo il sentiero raggiungiamo alle 11.20 il cippo di confine al passo Confinale che separa la Valmalenco dalla val Tempesta, una laterale della Val Poschiavo. Dal passo in breve raggiungiamo il bivacco dove facciamo una sosta di una decina di minuti prima di rimetterci in marcia in direzione nord, alle spalle del bivacco stando sulla sinistra. Da questo punto in poi si deve prestare un po’ di attenzione sull’itinerario da seguire. Non mancano mai, lungo il percorso, alcuni segnavia bianco-rossi e numerosi ometti in pietra che indicano sempre quale la giusta via da seguire. Un unico passaggio, che supera uno sperone roccioso, rappresenta il punto più difficile dell’escursione; un tratto da superare (e da scendere, al ritorno) con un poco di attenzione. Superato questo passaggio il percorso alterna tratti abbastanza ondulati che consentono di procedere senza lunghi sforzi. Alla nostra sinistra individuiamo già la Cima Fontana, ipotizzando che lo sviluppo successivo dell’ascensione passerà lungo la cresta, alle spalle del versante posto di fronte a noi. Dalla val Poschiavo adesso è ben visibile l’omonimo lago, mentre alle nostre spalle appare l’elegante sagoma del Pizzo Scalino con il suo ghiacciaio. Nel frattempo, procedendo su terreno morenico, passiamo vicino a diversi laghetti, di fatto i residui di quello che era una lingua laterale del ghiacciaio del Varuna. Alle 12.35, arrivati nei pressi in un laghetto ancora in parte ricoperto da neve, quando siamo ad una altitudine di circa 2.900 e in vista di una sella che costituirà un bivio per la nostra meta, proprio di fronte a noi si apre lo spettacolo della vedretta della Fellaria Orientale. Una parete di ghiaccio incastonata tra il Pizzo Rosso e il Piz Varuna, con alle spalle le cime dei Palù. Non vediamo ancora la cascata e il salto di roccia sottostante ma ne sentiamo perfettamente il fragore, di tanto in tanto alimentato anche da cedimenti sul fronte del ghiacciaio.
Da questo punto in poi si deve procedere lungo la cresta ricoperta da sfasciumi, aiutati da frequenti ometti, cercando di passare nei punti maggiormente esposti lungo il versante destro, meno pericoloso. Sotto di noi il residuo nevaio di quello che era il ghiacciaio del Varuna. Alle 13.20 arriviamo in vetta, contraddistinta da un grande ometto di pietra, un cippo di legno che riporta il numero 10 (gli altri li avevamo incontrati lungo il percorso) e una piastra raffigurante la Madonna. Abbiamo percorso 9,4 chilometri, in 3h5m di marcia e 1h15m di soste. Il panorama a 360 gradi è magnifico. Spostandoci verso nord, in corrispondenza di un’altra elevazione distante una cinquantina di metri dalla vetta, si può ammirare nella sua interezza il ghiacciaio della Fellaria Orientale. Le cime già riconosciute lungo la salita (Piz Argient. Zupò, Palù, Bellavista e Varuna) sono ora qui in primo piano davanti a noi. In lontananza si possono anche vedere Ortles, Gran Zebrù, Cima Piazzi, Cima di val Viola e addirittura Presanella. Lo Scalino ha uno scenario tutto per sé, guardando in direzione sud; poi dall’altra parte c’è anche il Disgrazia e poi ci sono i laghi…… tantissimi quelli glaciali sotto di noi, quello della val Poschiavo e gli invasi di Gera e Campomoro. Beh, gli obiettivi di giornata sono stati ampiamente raggiunti, e con la massima soddisfazione da parte di tutti. Il sole che ci ha accompagnato per tutta la giornata, la fa ancora da padrone. Qualche folata di vento, dopo tutto siamo a 3mila metri, non ci toglie il piacere di fermarci qui in vetta per la nostra pausa pranzo. Dopo aver abbondato in foto di vetta da ogni angolatura, alle 14.20 ci rimettiamo in marcia per il rientro che seguirà l’itinerario percorso in salita. Superato il primo ripido tratto su sfasciumi, sceso con attenzione, si può procedere con tranquillità, fatta eccezione per il gradino roccioso già affrontato in salita. Alle 15.40 raggiungiamo il bivacco dove alcuni ragazzi sono nel frattempo arrivati; alcuni saliranno il giorno seguente al Piz Varuna. Qui sostiamo una decina di minuti prima di riprendere il cammino scendendo il pianoro erboso che ora ci consente una vista diretta sulle belle cime che fanno da corona alla vedretta di Fellaria. Arrivati sul bordo dell’ultima balza, che ci porterà all’Alpe Gembrè, la vista degli invasi illuminati dal sole appaga ancora di più il piacere di questa escursione. Alle 17 raggiungiamo le baite dell’alpe e ci rinfreschiamo alla fonte d’acqua. Qui sostiamo una decina di minuti e facciamo conoscenza con la Signora Eulalia, quella che giustamente Grandemago ha definito “Farm Manager” dell’alpeggio che ci rimprovera perché siamo arrivati troppo tardi per gli acquisti di formaggi perché lei ha già svuotato il magazzino dei prodotti pronti; proprio commerciale la Signora Eulalia. Peccato, era dal mattino che facevamo un pensierino ai formaggi dell'alpeggio.
Non ci resta ora che seguire la sterrata che percorre tutto il lato orientale del lago Gera, compresa la rampa in salita che proprio non ci voleva, per arrivare alla diga quando sono da poco passate le 18. Da qui, in circa 20 minuti, facciamo ritorno al parcheggio dove avevamo lasciato la nostra auto.
 
Grande uscita estiva, al completo per il nostro gruppo, in uno scenario bellissimo approfittando anche di condizioni climatiche ideali. Siamo tornati a casa tardi ma veramente soddisfatti.
 
Dati complessivi:
Km percorsi: 18,4;
Tempo marcia: 6h;
Tempo sosta: 3h15m;
Ascesa: mt. 1.250 circa;
Velocità media in marcia: 3 km/h;
Velocità media totale: 2 km/h.

Tourengänger: Angelo63, squonk, Danilo54
Communities: Hikr in italiano


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Kommentare (8)


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Gesendet am 25. August 2016 um 09:43
Bella gita, bella meta e tante belle foto
Complimenti !
ciao
Giorgio

Menek hat gesagt: RE:
Gesendet am 25. August 2016 um 10:50
Quoto Gio...

Angelo63 hat gesagt: RE:
Gesendet am 25. August 2016 um 22:01
Grazie anche a te, Dome!

ciao,
angelo

Angelo63 hat gesagt: RE:
Gesendet am 25. August 2016 um 22:00
Grazie Giorgio!
per la qualità delle foto il merito è solo dovuto alla perfetta combinazione di paesaggio e meteo.
Buone montagne e te ed al vostro gruppo, ciao
angelo

danicomo hat gesagt:
Gesendet am 25. August 2016 um 11:50
Pure io...
Son giornate che van "sfruttate"......

Angelo63 hat gesagt: RE:
Gesendet am 25. August 2016 um 22:04
Grazie anche a te Daniele!
hai ragione, bisogna darci dentro in queste belle giornate, prima che finiscano le ferie
buone montagne,
angelo

GIBI hat gesagt:
Gesendet am 26. August 2016 um 01:07
Bellissimo giro, bellissime foto ... ma del resto lo avevano già detto chi mi ha preceduto !

bravo Angelo & soci

Angelo63 hat gesagt: RE:
Gesendet am 26. August 2016 um 15:42
Grazie anche a te Giorgio!!! pure da parte dei soci

ciao
angelo


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