Chüebodenhorn 3070 m
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Amedeo
Oggi con Giorgio decidiamo per il Chüebodenhorn; da All'Acqua Giorgio parte a razzo e in 30 minuti arriva allla Capanna Piansecco, io arrivo qualche minuto dopo. Dalla Capanna si prosegue per sentiero fino alla deviazione per Gerenpass (anche se noi ci "inventiamo" un altro percorso). Si sale poi su sentiero sino al rifugio Cassina Baggio, baita chiusa e apparentemente abbandonata. Percorrriamo un tratto di nevaio e poi sul ripido sentiero che sale a risvolti sino al Gerenpass e al Chüeboden -Gletscher; luogo incantevole. Dal passo seguiamo degli ometti e, con fatica visto la stabilità precaria e le dimensioni del detrito, arriviamo al Chüebodenhorn, Cima impegnativa più che altro per la falda di detrito da attraversare, soprattutto in discesa. Al ritorno alla Capanna Piansecco ci beviamo una meritata birra. La tempisitca indicata dal grande Brenna è corretta, noi a salire, comprese le pause ci abbiamo messo 4,10 h.
Un consiglio a chi volesse avventurarsi sul Chüebodenhorn: fatelo in inverno, ben innevato e con condizioni sicure, con gli sci o le ciaspole, d'estate mette a dura prova ginocchia e......la pazienza!
Bella giornata in compagnia di Giorgio, simpatico e affidabile.....che va come un razzo!
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Visto da GIBI
Alla Capanna Piansecco ci sono stato diverse volte e quasi sempre per fare il classico giro del Laghetto delle Pigne ma una sola volta mi ero spinto più in alto dopo essere entrato in possesso del libro “ Capanne e Rifugi del Ticino e della Mesolcina“ alla ricerca dei rifugi più remoti e sperduti elencati nel libro … e sono già passati più di 10 anni, era infatti il giugno del 2005 e sorpreso da una grandinata avevo battuto in ritirata e di corsa verso il Rifugio Cassina Baggio per ripararmi trovandolo mio malgrado malandato ma soprattutto chiuso ( del resto ancora oggi la situazione è la medesima ) non mi ero quindi spinto almeno fino al Gerenpass perdendomi di fatto quello che invece si può già ben ammirare dal passo.
L’occasione di ritornare in questi luoghi mi è arrivata grazie ad Amedeo che mi ha proposto l’ascesa del Chuebodenhorn che non sapevo fosse quella bella montagna che si vede già dal basso da All’Acqua giusto alle spalle della Capanna Piansecco, una bella cima apparentemente inaccessibile per un semplice escursionista come il sottoscritto abituato più a camminare che a scalare e che invece con un buon allenamento, un po’ di attenzione e tanta tanta pazienza soprattutto nella discesa di ritorno dalla cima al Ghiacciaio di Chueboden può regalare delle belle soddisfazioni e un panorama mozzafiato sul Ghiacciaio sottostante, sul Pizzo Rotondo, sul Piano di San Giacomo, sul Basodino ecc. … c’è anche però purtroppo un rovescio della medaglia in quanto bisogna tenere anche in debito conto che se si rimane troppo rigidi e tesi nella discesa fino al passo mentre invece sarebbe più consigliabile rimanere morbidi e flessibili cercando di copiare il più possibile i grossi massi da scavalcare un bel mal di gambe ma soprattutto di braccia quasi sicuramente faranno la loro comparsa il giorno dopo !
Non voglio poi aggiungere nulla sulle varie problematiche e difficoltà del percorso già ben descritte da Amedeo che è più tecnico e se ne intende decisamente più del sottoscritto e che comunque ringrazio per avermi accompagnato in questa splendida escursione nella sempre fantastica Val Bedretto.
Giorgio
Oggi con Giorgio decidiamo per il Chüebodenhorn; da All'Acqua Giorgio parte a razzo e in 30 minuti arriva allla Capanna Piansecco, io arrivo qualche minuto dopo. Dalla Capanna si prosegue per sentiero fino alla deviazione per Gerenpass (anche se noi ci "inventiamo" un altro percorso). Si sale poi su sentiero sino al rifugio Cassina Baggio, baita chiusa e apparentemente abbandonata. Percorrriamo un tratto di nevaio e poi sul ripido sentiero che sale a risvolti sino al Gerenpass e al Chüeboden -Gletscher; luogo incantevole. Dal passo seguiamo degli ometti e, con fatica visto la stabilità precaria e le dimensioni del detrito, arriviamo al Chüebodenhorn, Cima impegnativa più che altro per la falda di detrito da attraversare, soprattutto in discesa. Al ritorno alla Capanna Piansecco ci beviamo una meritata birra. La tempisitca indicata dal grande Brenna è corretta, noi a salire, comprese le pause ci abbiamo messo 4,10 h.
Un consiglio a chi volesse avventurarsi sul Chüebodenhorn: fatelo in inverno, ben innevato e con condizioni sicure, con gli sci o le ciaspole, d'estate mette a dura prova ginocchia e......la pazienza!
Bella giornata in compagnia di Giorgio, simpatico e affidabile.....che va come un razzo!
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Visto da GIBI
Alla Capanna Piansecco ci sono stato diverse volte e quasi sempre per fare il classico giro del Laghetto delle Pigne ma una sola volta mi ero spinto più in alto dopo essere entrato in possesso del libro “ Capanne e Rifugi del Ticino e della Mesolcina“ alla ricerca dei rifugi più remoti e sperduti elencati nel libro … e sono già passati più di 10 anni, era infatti il giugno del 2005 e sorpreso da una grandinata avevo battuto in ritirata e di corsa verso il Rifugio Cassina Baggio per ripararmi trovandolo mio malgrado malandato ma soprattutto chiuso ( del resto ancora oggi la situazione è la medesima ) non mi ero quindi spinto almeno fino al Gerenpass perdendomi di fatto quello che invece si può già ben ammirare dal passo.
L’occasione di ritornare in questi luoghi mi è arrivata grazie ad Amedeo che mi ha proposto l’ascesa del Chuebodenhorn che non sapevo fosse quella bella montagna che si vede già dal basso da All’Acqua giusto alle spalle della Capanna Piansecco, una bella cima apparentemente inaccessibile per un semplice escursionista come il sottoscritto abituato più a camminare che a scalare e che invece con un buon allenamento, un po’ di attenzione e tanta tanta pazienza soprattutto nella discesa di ritorno dalla cima al Ghiacciaio di Chueboden può regalare delle belle soddisfazioni e un panorama mozzafiato sul Ghiacciaio sottostante, sul Pizzo Rotondo, sul Piano di San Giacomo, sul Basodino ecc. … c’è anche però purtroppo un rovescio della medaglia in quanto bisogna tenere anche in debito conto che se si rimane troppo rigidi e tesi nella discesa fino al passo mentre invece sarebbe più consigliabile rimanere morbidi e flessibili cercando di copiare il più possibile i grossi massi da scavalcare un bel mal di gambe ma soprattutto di braccia quasi sicuramente faranno la loro comparsa il giorno dopo !
Non voglio poi aggiungere nulla sulle varie problematiche e difficoltà del percorso già ben descritte da Amedeo che è più tecnico e se ne intende decisamente più del sottoscritto e che comunque ringrazio per avermi accompagnato in questa splendida escursione nella sempre fantastica Val Bedretto.
Giorgio
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