Cima senza nome Q. 2405 e Cima di Pinadee (2486 m)
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Giuseppe Brenna:
Guida delle Alpi Ticinesi, vol. 3: "Dal Passo del San Gottardo al Pizzo di Claro".
Leggere il capitolo 10, da pagina 409: "Dalla cima Sgiu alla Cima di Bresciana", una lettura che affascina, anche se mai saliti lassù, anche se sprofondati nella poltrona...
Grande, l' amore del Brenna per le montagne, grandi la sua esperienza, le sue conoscenze nei vari campi, grande la sua poetica scrittura.
Mille volte lette e rilette, le sue guide, oramai unte e bisunte (ma prezioso tesoro!), mille volte divorate, col batticuore, con ammirazione, con condivisione, con rispetto...
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Si, ieri, il Torrone di Nav, l' ho solo sgranocchiato, non ne ho masticato l' ultimo boccone, il più gustoso...
Delusi?
E io, allora, cosa dovrei dire? Come mi dovrei sentire?
Comunque, i circa 350 metri di dislivello non saliti ieri sul Torrone, li ho poi fatti salendo alla capanna Adula-CAS, perciò pari sono coi compagni di gita!
Accolta ieri dalla sorridente, cordiale Monica, guardiana della capanna, mi butto sul letto dopo aver messo la sveglia sulle 20.00, ora di cena. Mi sveglio a fatica: maledetta sia la sveglia! Ho tanti di quei giorni di ritardo di sonno, e a te interessa solo trapanare orecchie e cervelli!!!
Buona la cena...anche se non viene servito Torrone come dessert!
A nanna subito!
Ben coperta dal piumone, che la notte è fresca.
Che dormita!
Quasi dieci ore, era ora.
Ore 10.00, partenza. Umide le pietre, le erbe sul sentiero.
Già salita sulla Cima di Bresciana un mese fa, decido di percorrere l' itinerario che porta ai laghetti della Colma, poi salire in cresta cercando la cosiddetta "via di fuga" (Ce ne sono due, le potete vedere e stampare dal sito "www.capannaadula.ch/documenti"), e poi, vedrò! Le cime della Via Alta della val Carassino sono numerose, il percorso di cresta affascinante...
Rarissimi i bolli giallo fluo, meglio! E si confondono con i licheni, pure loro fosforescenti perché baciati dal sole, sulle pietre!
Pochi gli ometti, ma siti in posizioni strategiche: li si vede da molto lontano.
Folate di nebbia venute dalle valli di Blenio e Leventina si alzano e scavalcano la cresta sovrastante e mi corrono incontro. Poi torna a splendere il sole, prepotentemente!
Il sentiero me lo invento, quando non ne vedo le tracce: è misto il terreno, poco esposto, ne difficile ne ripido, segue in traversata la cresta tra cime Bresciana e Colma, più o meno duecento metri sotto la stessa.
Arriva il piatto principale! No! no! niente Torrone, ma ganne! ganne! ganne!
Lunghissima, la pausa pranzo, seduta accanto a un accigliato lucertolone preistorico di pietra bianca, dagli artigli affilati, le fauci paurose, i canini aguzzi.
Ammiro le cime, le creste dall' altra parte della valle Carassino.
Oramai, non trovo più aggettivi per dire il mio batticuore, per condividere coi voi la Bellezza...
Pennellate lanciate di getto dal Creatore.
E la Bellezza fu.
Cinciallegre ammutolite.
Osservo la chiara via di salita al "mio" Torrone di Nav di ieri, altra pennellata sublime. Le placconate rilucono, baciate dal sole, invitanti, fiabesche...
Ma girare la moviola all' indietro, non si può...
In lontananza il grande ometto adagiato nella Forca di Pinadee mi guida. Liberamente, lungamente, con intenso compiacimento passo di pioda in pioda, nelle grandi ganne che si succedono.
Cosa? Quassù? Un ragno ha teso un lungo filo, uno solo, tra due piode. La luce del sole me l' ha fatto apparire, rilucente ricamo, giusto in tempo per schivarlo...
Mi avvicino ai bolli bianco- blu dell' Alta Via, ma uno stambecco, poi due, poi un bel gruppo non sembra intenzionato a lasciarmi via libera: versi a più voci risuonano nell' anfiteatro roccioso.
Mi dirigo verso la bastionata della Colma: mi fa subito pensare alla Barchessa, come vien detta la capanna Cristallina, ma più bella, rossiccia. Massiccia, ma senza pesantezza. Che possente visione!
Tengo segreto il motivo per il quale torno sui miei passi.
La Barchessa rossa, lì arenata da milioni di anni, attenderà l' ospite.
Mi ospita invece la Cima Senza Nome a quota 2405 m: contenta che qualcuno si scosti quel poco che conviene dalla Via Alta per venirti a trovare? Anche se non hai l' ometto di cima ne il libro di vetta?
Mi ospiterà tra poco la Cima di Pinadee, ma prima torno bambina:
"Via! sciò! sciò! bolli bianco- blu! Voglio la libertà! Non vi voglio vedere, men che meno seguire! Bacchetta magica, falli scomparire! Via! via! sciò! sciò!"
Ce la metto tutta a scegliere liberamente la mia via di salita perché queste sono ganne! e molto belle, grandiose e stabili, poi!
Ganne! Ganne! Se le montagne fossero tutte fatte di ganne, eccome! che ne toccherei di ognuna la cima!
Mi gusto la salita con voluttà, non c' è miglior parola...
Lentamente, godendo ogni posare di mano sulla piacevolmente ruvida roccia, ogni accarezzarla, aggrapparvisi.
Voluttuosamente poso con cura uno scarpone dopo l' altro, come in una danza al rallentatore.
Sembra non finire mai, questa salita su ganne, vorrei non finisse mai questa voluttà.
Sulla vetta, grande ometto, libro di vetta e grande cuore di sasso.
La discesa, sensuale, lentissima come la salita, danza senza pause, come al rallentatore.
Si dilatano a dismisura i minuti. Estasi.
Corpo felice, anima contenta, esplosione lentissima di endorfine.
In discesa verso la val di Carassino, dovrei più o meno seguire la cosiddetta "via di fuga" evidenziata sulla mia cartina ricopiandola da quella trovata in capanna, che passa a destra dei laghetti della Colma, ma ho preso gusto alla libertà! Liberata dai bolli bianco-blu vado in discesa di testa mia...
Mi crediate o no, mi ritrovo davanti al filo del ragno teso tra due massi: come? qua c' è un mare di ganne, passaggi possibili dappertutto, eppure, eccolo li che riluce come argento vivo!
Mi siedo più volte per lungamente assaporare, muta cinciallegra, la travolgente bellezza del mondo che mi attornia.
...Spuntano piccole lacrime; che grazia, la vita...
Come nelle ganne, lascio dilatarsi il percorso a dismisura. Libera di non seguire bolli, linee rette, ma di annusare ogni pietra, ogni ciuffo, ogni cespuglio di rododendro o di ginepro.
Arrivata in valle, guado il torrente a sinistra dell' Alpe Bresciana, senza toccarla.
Poi la lunga sterrata sino ai prati di Compietto, a passo lento lento.
Muta cinciallegra.
Guida delle Alpi Ticinesi, vol. 3: "Dal Passo del San Gottardo al Pizzo di Claro".
Leggere il capitolo 10, da pagina 409: "Dalla cima Sgiu alla Cima di Bresciana", una lettura che affascina, anche se mai saliti lassù, anche se sprofondati nella poltrona...
Grande, l' amore del Brenna per le montagne, grandi la sua esperienza, le sue conoscenze nei vari campi, grande la sua poetica scrittura.
Mille volte lette e rilette, le sue guide, oramai unte e bisunte (ma prezioso tesoro!), mille volte divorate, col batticuore, con ammirazione, con condivisione, con rispetto...
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Si, ieri, il Torrone di Nav, l' ho solo sgranocchiato, non ne ho masticato l' ultimo boccone, il più gustoso...
Delusi?
E io, allora, cosa dovrei dire? Come mi dovrei sentire?
Comunque, i circa 350 metri di dislivello non saliti ieri sul Torrone, li ho poi fatti salendo alla capanna Adula-CAS, perciò pari sono coi compagni di gita!
Accolta ieri dalla sorridente, cordiale Monica, guardiana della capanna, mi butto sul letto dopo aver messo la sveglia sulle 20.00, ora di cena. Mi sveglio a fatica: maledetta sia la sveglia! Ho tanti di quei giorni di ritardo di sonno, e a te interessa solo trapanare orecchie e cervelli!!!
Buona la cena...anche se non viene servito Torrone come dessert!
A nanna subito!
Ben coperta dal piumone, che la notte è fresca.
Che dormita!
Quasi dieci ore, era ora.
Ore 10.00, partenza. Umide le pietre, le erbe sul sentiero.
Già salita sulla Cima di Bresciana un mese fa, decido di percorrere l' itinerario che porta ai laghetti della Colma, poi salire in cresta cercando la cosiddetta "via di fuga" (Ce ne sono due, le potete vedere e stampare dal sito "www.capannaadula.ch/documenti"), e poi, vedrò! Le cime della Via Alta della val Carassino sono numerose, il percorso di cresta affascinante...
Rarissimi i bolli giallo fluo, meglio! E si confondono con i licheni, pure loro fosforescenti perché baciati dal sole, sulle pietre!
Pochi gli ometti, ma siti in posizioni strategiche: li si vede da molto lontano.
Folate di nebbia venute dalle valli di Blenio e Leventina si alzano e scavalcano la cresta sovrastante e mi corrono incontro. Poi torna a splendere il sole, prepotentemente!
Il sentiero me lo invento, quando non ne vedo le tracce: è misto il terreno, poco esposto, ne difficile ne ripido, segue in traversata la cresta tra cime Bresciana e Colma, più o meno duecento metri sotto la stessa.
Arriva il piatto principale! No! no! niente Torrone, ma ganne! ganne! ganne!
Lunghissima, la pausa pranzo, seduta accanto a un accigliato lucertolone preistorico di pietra bianca, dagli artigli affilati, le fauci paurose, i canini aguzzi.
Ammiro le cime, le creste dall' altra parte della valle Carassino.
Oramai, non trovo più aggettivi per dire il mio batticuore, per condividere coi voi la Bellezza...
Pennellate lanciate di getto dal Creatore.
E la Bellezza fu.
Cinciallegre ammutolite.
Osservo la chiara via di salita al "mio" Torrone di Nav di ieri, altra pennellata sublime. Le placconate rilucono, baciate dal sole, invitanti, fiabesche...
Ma girare la moviola all' indietro, non si può...
In lontananza il grande ometto adagiato nella Forca di Pinadee mi guida. Liberamente, lungamente, con intenso compiacimento passo di pioda in pioda, nelle grandi ganne che si succedono.
Cosa? Quassù? Un ragno ha teso un lungo filo, uno solo, tra due piode. La luce del sole me l' ha fatto apparire, rilucente ricamo, giusto in tempo per schivarlo...
Mi avvicino ai bolli bianco- blu dell' Alta Via, ma uno stambecco, poi due, poi un bel gruppo non sembra intenzionato a lasciarmi via libera: versi a più voci risuonano nell' anfiteatro roccioso.
Mi dirigo verso la bastionata della Colma: mi fa subito pensare alla Barchessa, come vien detta la capanna Cristallina, ma più bella, rossiccia. Massiccia, ma senza pesantezza. Che possente visione!
Tengo segreto il motivo per il quale torno sui miei passi.
La Barchessa rossa, lì arenata da milioni di anni, attenderà l' ospite.
Mi ospita invece la Cima Senza Nome a quota 2405 m: contenta che qualcuno si scosti quel poco che conviene dalla Via Alta per venirti a trovare? Anche se non hai l' ometto di cima ne il libro di vetta?
Mi ospiterà tra poco la Cima di Pinadee, ma prima torno bambina:
"Via! sciò! sciò! bolli bianco- blu! Voglio la libertà! Non vi voglio vedere, men che meno seguire! Bacchetta magica, falli scomparire! Via! via! sciò! sciò!"
Ce la metto tutta a scegliere liberamente la mia via di salita perché queste sono ganne! e molto belle, grandiose e stabili, poi!
Ganne! Ganne! Se le montagne fossero tutte fatte di ganne, eccome! che ne toccherei di ognuna la cima!
Mi gusto la salita con voluttà, non c' è miglior parola...
Lentamente, godendo ogni posare di mano sulla piacevolmente ruvida roccia, ogni accarezzarla, aggrapparvisi.
Voluttuosamente poso con cura uno scarpone dopo l' altro, come in una danza al rallentatore.
Sembra non finire mai, questa salita su ganne, vorrei non finisse mai questa voluttà.
Sulla vetta, grande ometto, libro di vetta e grande cuore di sasso.
La discesa, sensuale, lentissima come la salita, danza senza pause, come al rallentatore.
Si dilatano a dismisura i minuti. Estasi.
Corpo felice, anima contenta, esplosione lentissima di endorfine.
In discesa verso la val di Carassino, dovrei più o meno seguire la cosiddetta "via di fuga" evidenziata sulla mia cartina ricopiandola da quella trovata in capanna, che passa a destra dei laghetti della Colma, ma ho preso gusto alla libertà! Liberata dai bolli bianco-blu vado in discesa di testa mia...
Mi crediate o no, mi ritrovo davanti al filo del ragno teso tra due massi: come? qua c' è un mare di ganne, passaggi possibili dappertutto, eppure, eccolo li che riluce come argento vivo!
Mi siedo più volte per lungamente assaporare, muta cinciallegra, la travolgente bellezza del mondo che mi attornia.
...Spuntano piccole lacrime; che grazia, la vita...
Come nelle ganne, lascio dilatarsi il percorso a dismisura. Libera di non seguire bolli, linee rette, ma di annusare ogni pietra, ogni ciuffo, ogni cespuglio di rododendro o di ginepro.
Arrivata in valle, guado il torrente a sinistra dell' Alpe Bresciana, senza toccarla.
Poi la lunga sterrata sino ai prati di Compietto, a passo lento lento.
Muta cinciallegra.
Tourengänger:
micaela

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