Pizzo Ferrè mt. 3.103

Fin dalla mia prima visita a Montespluga, il Ferrè mi ha sempre attratto con la sua affascinante mole, bello e slanciato, la vetta appuntita che si erge sopra al ghiacciaio.
Due anni fa ero un normale camminatore, mi informai per salirlo, ma ovviamente era ben fuori dalla mia portata.
Nel frattempo un po' di esperienza l'ho fatta e desideravo arrivarci in cima da un po'.
L'occasione buona si presta sabato, il Ferrè è stato da poco salito da alcuni amici, le condizioni del piccolo ghiacciaio (nonostante il caldo) sappiamo essere buone, e la cresta finale, pur dando le sue difficoltà, è fattibile.
Partiamo da Montespluga in 5 e ci incamminiamo nella Val Loga, è molto lunga e la prima parte pianeggiante, attraversiamo qualche residuo di neve e con buona pendenza in poco più di 2 ore raggiungiamo l'accogliente bivacco Cecchini.
Rifiatiamo un attimo, mangiamo qualcosa e iniziamo ad ammirare la nostra distante meta.
Prosegiuamo sui pietroni dietro al bivacco e con qualche sali scendi e un paio di traversi innevati in discesa (perderemo circa 50 metri di quota) arriviamo a mettere piede sul ghiacciaio.
Ci imbraghiamo, ramponiamo e leghiamo, formiamo due cordate.
Le condizioni del ghiacciaio sono meglio di quanto mi aspettassi, affiora ghiaccio solo nel centro e la via di salita sarà tutta su neve; la pendenza non è mai eccessiva, puntiamo direttamente alla sella nevosa del Ferrè a circa 3000 metri, dove inizia l'evidente cresta.
La crepaccia terminale che inizia ad aprirsi, di certo questo caldo non le farà bene!
Una volta giunti sulla sella, abbandoniamo qua ramponi e picca e ci sleghiamo. Siamo in cammino da 4 ore circa. Ci rilassiamo un attimo poiché ora inizia la parte tecnicamente più difficile della gita, l'esposta cresta.
Iniziamo ad arrampicare, si alternano passaggi di I/II grado a brevi camminate, poi arriviamo a un passaggio su placca molto esposto, qualche disarrampicata, sempre su ottima roccia solida, fino ad arrivare al passaggio chiave della via, un'esposta placca scevra di appigli, la croce di vetta è già in vista.
La si riconosce poiché c'è una fessura all'inizio (possibilità di metterci un friend medio) e un chiodo in mezzo; i primi passano senza problemi, io e Graziano preferiamo farci fare sicura (in realtà mi servirà più dopo in discesa quando sarò costretto a guardare giù ) ,ci rinviamo nel chiodo e ci mettiamo pure una longe da 120, in pratica azzerando le difficoltà del tratto.
Passata la placca, una breve arrampicata ci conduce sull'agognata vetta!

Sono passate 5 ore dalla partenza e si sta davvero bene, possiamo rilassarci e mangiare un po', pur consci che la parte più difficile sarà fare la cresta in discesa.
 Dopo il meritato riposo arriva qualche nuvola, decidiamo di tornare sui nostri passi, superiamo la placca a ritroso e con attenzione torniamo al deposito ramponi; ci leghiamo, superiamo la terminale (che nel frattempo sempra aprirsi un po') e ci leviamo dagli impicci
 
Che dire, è stata secondo me la cima più bella e completa che ho salito in questi anni, valle magnifica, escursionismo prima, bivacco, ghiacciaio poi ed infine cresta finale tutt'altro che banale, non ci siamo fatti mancare davvero nulla, soddisfazione davvero grande per tutti!
Dislivello complessivo con contropendenze 1350 metri, difficoltà PD.