Ogni sorriso ha il suo naso


Publiziert von Gabrio , 25. November 2021 um 10:48.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Hochtouren Schwierigkeit: WS-
Klettern Schwierigkeit: II (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Tambo-Curciusa   CH-GR   I 

Eri sospeso sopra al ghiacciaio, le rocce umide ti invitavano alla prudenza.
Nebbia e vento avevano viaggiato veloce fino ad un'ora prima.
Faceva freddo. Il ghiacciaio, candidamente coperto di neve, rabbrividiva senza
poter fare nulla per scaldarsi.
Ti muovevi cauto, era tutto un dirupo, non si poteva sbagliare, ma sbagliare
non era poi così facile.
Avevi visto la croce di cima, un sorriso aveva "cementato"  il tuo volto.
Non c'era nessuno in giro, chi poteva aver visto?
Eppure tutto era cominciato da lì, proprio in quell'istante.
"Ogni sorriso ha il suo naso!" Avevi detto, chissà mai perchè?!
Eri salito di pochi metri per raggiungere il traverso roccioso sul fianco N-W.
La vetta ti aveva accarezzato col suo alito, l'odore del ferro umido era entrato
nelle tue narici. Il ghiaccio abbarbicato con ostinazione, rendeva il simbolo cristiano
di vetta, candido ma tetro.
La voce l'avevi sentita poco dopo, ti eri voltato per non vedere nulla.
Capita, a volte, di scambiare i suoni della montagna per qualcosa di umano,
il dubbio era rimasto.
Ti eri voltato ancora senza vedere nulla, solo con la tua "solitudine", forse in quel
momento avresti voluto condividere la tua gioia con altri:
eri in vetta, come non essere felici?!!
Invece no! C'eri solo tu, e mancava la discesa a cui prestare attenzione!
In cima non si poteva più stare il vento imperversava forte,
faceva sentire il suo peso...era il suo regno...
tutto era sotto il suo controllo.
Volevi rimanere ancora un po'?
Ti sarebbe piaciuto ma la vetta era già lontana!!
E' allora che avevi sentito un respiro sopra il tuo, ti eri fermato.
Avevi alzato la testa al cielo, come se qualcuno si fosse calato dall'alto per guardarti.
Ben attaccato alle rocce fredde,
avevi dunque guardato su....
Non si vedeva null'altro che cielo e nuvole....
...Eppure non ti eri sbagliato! Certo della sensazione che avevi provato,
ti eri spaventato, lo ricordo bene!
Sentivi di non essere più solo ben sapendo che lo eri!
Chissà perchè ti eri immaginato proiettato contro una parete,
il naso gelato sopra una bocca serrata!
"Non dovevo!"  Avevi detto senza saperne il motivo.
La sensazione più forte che mai di aver commesso uno sbaglio ti faceva tremare.
Eppure un sorriso non è mai un errore, ma sempre e solo un piacere per chi lo vede,
anche se brutto come il tuo!!
I tuoi sensi all'erta avevano percepito qualcosa ancora facendoti voltare.
L'alito caldo aveva investito il tuo volto all'improvviso.
Spaventato a morte, teso come un violino stonato, ti eri fatto domande
a cui non potevi dare risposte.
Qualcuno ti respirava addosso, di questo eri ormai certo, chi fosse non era dato saperlo.
Non si vedeva nulla, tranne il terrore dipinto nei tuoi occhi chiari.
C'era qualcuno (qualcosa?) con te mentre tu ti sentivi più solo che mai!
Quanto sarebbe stato bello essere in compagnia, erano sufficienti anche solo due parole
per poter ridere di questa
tua strana paura!
Il colle era ancora distante, dovevi fermarti a mettere i ramponi, con che voglia?
Tu che volevi solo correre a gambe levate!!
Quella risata che ti aveva gelato il sangue,  più dell'aria fredda, quando l'avevi sentita?
Forse poco prima di toccare la neve, chi se lo ricorda più?
Non ti eri neanche girato, bastava il calore che sentivi sulla nuca
per toglierti la voglia di voltarti.
Avresti dovuto metterti i ramponi, dovevi, ma non l'avevi fatto!
Braccia e gambe tremavano, stare anche solo un minuto fermo non ti era possibile.
Ti eri buttato a palla giù per il pendio ghiacciato.
Due passi, poi eri scivolato senza riuscire a fermarti.
Come un proiettile eri sceso parecchio poi, chissà come, ti eri ritrovato fermo.
Avevi la neve in bocca, sulla faccia e sui vestiti: eri candidamente bianco!
E' allora, che cautamente, avevi provato ad alzarti ma senza riuscirci.
La sensazione che qualcuno ti tenesse spinto contro la neve ti aveva fatto urlare.
Paura, rabbia e ira si erano unite in tuo aiuto, invano, non ti eri mosso da lì!
Appoggiato alla schiena contro il ghiacciaio, solo allora avevi guardato davanti a te.
Una nebbia fitta non mostrava nulla, se non varie tonalità di bianco.
Bianca la nebbia e la neve, bianco anche tu.
Ti eri sentito perso? O prigioniero chissà dove?
Si, perchè eri convinto di non stare più dove pensavi di essere.
Non eri più sul ghiacciaio del Pizzo Ferrè, sotto l'omonima cima su cui eri stato poco prima.
Cosa c'era sopra la tua testa adesso?
Eri a 2850 metri di quota, in Val Schisarolo, o chissà dove?
Quest'ultima domanda, come una leva sotto un peso, ti aveva fatto sollevare di scatto.
"Chi sei?"  Avevi urlato. "Cosa vuoi da me, ho solo sorriso che colpa vuoi che sia?"
 Ma eri davvero convinto che quella fosse la causa di tutti i tuoi problemi?
Che motivi avevi per crederlo?
Pensavi ad una punizione, tu che di sorridere non avevi mai voglia?
Non ti sembrava possibile, eppure ne eri fermamente convinto.

Non c'era un rumore, il vento non soffiava più da tempo, ciò nonostante ad un tratto
 le nuvole avevano cominciato a muoversi...
"Ogni sorriso ha il suo naso" avevi sentito poco dopo.
Ti sembrava incredibile, ma avevi avuto l'impressione che a parlare fosse stata proprio
la nebbia.
"Ogni sorriso ha un naso e tu hai il tuo"
Ti eri appiattito contro la neve mentre una risata ti aveva gelato il sangue.
Avresti voluto alzarti e scappare via, non importa dove purchè lontano da lì!
Invece non ti eri mosso di un millimetro.
La nebbia fluttuava leggermente davanti a te: ti stava osservando?
Poi era arrivato il buio.
"Anche la mia morte?" Ti eri chiesto.
"Se rinasco non sorriderò mai più!!"
 Avevi detto con enfasi, come se servisse a qualcosa.
Quanto ti eri sentito stupido, non ci potevi credere tanto era grottesca e assurda
la situazione in cui ti trovavi.
Ci doveva essere un'altra spiegazione, forse era un sogno.
Sarebbe stato bello
risvegliarsi nel proprio letto e tirare un sospiro di sollievo.....
Invece no! D'un tratto ti eri sentito strano, gli occhi pesanti si erano chiusi controvoglia.
Avevi perso coscienza di te, un gran vuoto, poi più nulla!!

Quanto tempo era passato da allora? Non saprei dirlo.
Però un sabato, spinto da un'irrefrenabile desiderio, ero tornato a Monte Spluga.
Volevo fare le due Cime di Loga, deciso avevo risalito il bel sentiero di valle.
Avevo raggiunto il bivacco ed osservato a lungo con crescente tensione il Pizzo Ferrè.
Poi titubante ero ripartito. Per nevai ero giunto al Pass de Val Loga.
Sulla Cima Centrale c'era gente che parlava, mi aveva messo agitazione
senza ci fosse un motivo serio per sentirmi così.
D'istinto mi ero avviato alla Cima Nord che avevo raggiunto con qualche difficoltà.
Avevo fatto le solite foto di rito, mentre aspettavo con ansia che la gente sull'altra cima
se ne andasse.
Avevo atteso invano per un po', poi a malincuore mi ero avviato.
Arrivato al colle avevo ripreso la salita, la cima Centrale non era molto sopra.
Stranamente ogni passo mi costava fatica, la tensione mi stava morsicando i polpacci.
Non fossi stato il fanatico che sono sarei tornato indietro, invece....
Arrivato a pochi passi dalla vetta, le persone davanti a me avevano smesso di parlare.
Chi era voltato di là si era girato a guardarmi.
Li avevo salutati senza ricevere risposta, sentivo i loro occhi fissi su di me.
Avevo fame e sete, scattare altre foto, ma il mio istinto mi aveva proibito di farlo.
Mi ero invece girato verso nord per ridiscendere al passo.
Con la coda dell'occhio li avevo osservati, mi stavano guardando con i loro occhi scuri.
Avevo percepito un odio profondo nei loro sguardi, avevo accellerato il passo.
Quasi correndo ero sceso al colle, solo allora avevo guardato su.
Tutti in fila, fermi in vetta, mi stavano osservando in silenzio.
Mi ero sentito in pericolo, ero sceso di corsa per il nevaio.
Non ero stato subito in grado di notare le orme nitide che scendevano parallele alle mie.
Un unica fila di impronte di discesa, ben marcate nella neve, si vedevano bene fino
alla fine del nevaio. Le impronte erano scure, come se gli scarponi fossero sporchi di fango.
Su non ce n'era, cos'era allora? Andavano nella mia direzione, le avevo seguite.
Solo una volta mi ero voltato verso la Cima Centrale di Loga, mi ero spaventato.
Una lunga ininterrotta fila di persone, dalla vetta scendeva verso il passo.
Quante potevano essere? E da dove erano arrivate? Sembrava che venissero "eruttate"
dalla cima stessa. Avevo accellerato raggiungendo in breve il bivacco.
All'ingresso c'eri tu, fermo in piedi, ad osservare il Pizzo Ferrè.
Avevi gli scarponi sporchi, sembrava fango nero....
Mai mi sarei aspettato di vederti proprio lì, volevo abbracciarti tanto era la gioia di averti
rivisto. Invece niente, avevo fatto fatica a regalarti un debole sorriso storto.
Tu non mi avevi neanche salutato.
Ero rimasto fermo e perplesso per un po', poi l'ansia mi aveva assalito di nuovo.
"Andiamo via!"  Avevo urlato, senza aspettare la tua risposta.
Non ti eri spostato di un millimetro, sempre a fissare un punto indefinito davanti a te.
Mi ero voltato, la lunga fila di persone aveva raggiunto la neve e vi stava discendendo.
Dalla vetta  "usciva" altra gente in un ciclo continuo.
Non penso di aver mai provato così tanta paura come in quel momento.
Ti avevo spinto con forza finchè ti eri mosso.
Ci eravamo avviati verso Monte Spluga ma camminavi lento, temevo ci raggiungessero...
Dopo un po' mi ero voltato indietro, il bivacco non si vedeva più, ma nel punto più alto
del prato, si vedevano tante persone. Disposte in orizzontale, erano ferme
a guardarci:
sembravano statue!!
Avevi tentato a tua volta di girarti ma te l'avevo impedito.
Non capivo cosa stava succedendo nè chi fossero, ma era palese che
costoro non fossero semplici escursionisti.
Quanti film dell'orrore avevo visto in passato?
Da semplici spettatori eravamo diventati protagonisti e vittime?
Finalmente avevi accellerato il passo, il fondovalle non era molto lontano, e dietro di noi
non si vedeva più nessuno. Mi stavo calmando.
E' poco prima di finire la discesa che l'avevamo vista,
ci eravamo fermati entrambi
in allerta.
Un rumore alle mie spalle mi aveva fatto voltare, contro sole, intuivo la lunga fila di sagome
scure: ci stavano ancora seguendo.
Davanti a noi c'era una donna da cui mi sentivo sia attratto che spaventato,
chi poteva essere?
Ti avevo spinto ancora, non potevamo che scendere.
Ferma sul sentiero, lei ci stava osservando, non riuscivamo a toglierle gli occhi di dosso.
Indossava un abito lungo di città tutto colorato, colori sgargianti che si vedevano
da lontano e mi infastidivano.
Arrivati a pochi passi ci eravamo accorti del suo gran sorriso, abbagliante come neve al sole.
Non mi aveva fatto stare meglio, anzi, proprio il contrario.
Sulla sua guancia sinistra una farfalla, una Macaona gialla(?), era appoggiata a lei,
si muoveva appena per mantenere l'equilibrio.
L'avevamo osservata entrambi fino all'ultimo, quasi ipnotizzati.
Quando le eravamo di fronte, una voce aveva rotto l'incantesimo.
"Ogni sorriso ha il suo naso!"  Aveva detto mettendosi a ridere.

Eravamo rimasti a bocca aperta, senza aver nulla da dire.
Chi era questa donna uscita dal nulla?
E il corteo di uomini dietro a noi?
Domande senza risposte, perchè di lì a poco un freddo intenso mi aveva penetrato
le ossa. Tutto si era offuscato decadendo in un'opaca gradazione di grigio chiaro.
Non ho idea di cosa sia successo poi, credo di aver perso i sensi.
E tu che fine avevi fatto? Forse ti eri unito a me, o forse, più semplicemente,
non ci eravamo mai separati!


Non ho più molto da dire.
Mi trovo da qualche parte senza riuscire a vedermi.
I miei pensieri "evaporano" di continuo andando chissà dove.
Mi sento come un naufrago che ha lasciato in mare una bottiglia con un messaggio dentro!
Qualcuno lo leggerà mai?
Il mio pessimismo dice di no!
Chiudo gli occhi che non credo neanche più di avere e aspetto........



Possibile sia stata solo colpa di un sorriso?



















 

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Kommentare (11)


Kommentar hinzufügen

Poncione hat gesagt:
Gesendet am 27. Januar 2022 um 22:17
Immagini visionarie... ma assai attuali.
Sorridere e stare bene è ormai reato?...

Gabrio hat gesagt: RE:
Gesendet am 28. Januar 2022 um 08:44
Non lo so!
Io cerco di godermi al meglio il mio tempo..
non sempre ci riesco.
Affronto paure reali,
prendo le distanze da quelle senza fondamento!

Poi si vedrà.....!!!

Grazie, Ciao!

numbers hat gesagt: Bravo!!!
Gesendet am 28. Januar 2022 um 13:36
Racconto sempre ammaliante...

Non perdere la voglia di scrivere!

A presto.
Sperem
Mario

Gabrio hat gesagt:
Gesendet am 28. Januar 2022 um 17:35
La voglia di scrivere ed andare in montagna non manca mai!
Per il resto, vabbè...
Sorvoliamo!!!

Grazie
Ciao!!!!

micaela hat gesagt:
Gesendet am 29. Januar 2022 um 07:27
"Il naso"
Nicolaj Gogol (I racconti di Pietroburgo).

Un incubo.

Gabrio hat gesagt: RE:
Gesendet am 29. Januar 2022 um 13:19
Non lo conosco, mi informerò.
Conosco però il mio naso e il mio sorriso:
Che siano stati loro ad ispirarlo?

micaela hat gesagt:
Gesendet am 29. Januar 2022 um 18:44
Gabrio, non potrai mai conoscerlo: è morto nel 1852!

Sul suo racconto "Il naso" ( "Нос"), Dmitri Sciostakovitč ha scritto l'opera omonima.

Poi, sarà meglio fare una ripassatina di letteratura russa con me quanto prima, ahahah! Ma te la proporrò in italiano, non in russo. Tranki.

Gabrio hat gesagt: RE:
Gesendet am 29. Januar 2022 um 21:28
Meno male!!
Perché se per scrivere un racconto poi devo anche imparare il russo...
:-(((

micaela hat gesagt: RE:
Gesendet am 30. Januar 2022 um 06:38
Ma no, Gabrio!
Solo in caso si tratti di naso!

wondertsu hat gesagt: wow
Gesendet am 20. Februar 2022 um 18:55
Dovresti pubblicare le tue meravigliose storie.

La gente non sempre lo sa.
Non sempre lo capisce cosa significa dirsi tutto senza parlare.
Perdersi.
In quella terra di nessuno da qualche parte nel cuore
Dirsi tutto

Gabrio hat gesagt: RE:wow
Gesendet am 21. Februar 2022 um 11:49
Le storie sono "meravigliose" solo per chi le ritiene tali...
ti distingui anche in quello...!!

Ci sono siti dove pubblicare (anche gratuitamente)
i miei racconti...
Ci ho pensato, ma i pensieri da soli non bastano!!!!

Al momento mi accontento del tuo commento...
poi vedremo!!!

Già tre volte negli ultimi tempi, camminando in montagna
in posti isolati, ho fatto "ascoltare" il silenzio a chi era
con me.
Silenzi fatti apposta per parlare direttamente all'anima...
...il rumore del silenzio grida per trovare il suo spazio!
Noi che siamo invasi da ogni genere di suoni,
abbiamo dimenticato il valore di una bocca chiusa...
..e l'incanto della natura che "parla" per noi
senza dire il "nulla" più devastante che esiste!!!!

Tu adori la compagnia, la compagnia le tue risate!!!
Ma soprattutto adesso, nell'inverno che volge al termine,
stare in una delle "mie" valli ticinesi, il cui unico suono
è quello del tuo respiro, e il tuo respiro permette al cuore,
il tuo cuore, di "percepire" l'intima essenza del luogo in cui sei,
beh! anche questo è un piacere che va gustato!
Lascia che per una volta sia la natura a parlare per te,
"riderai" dolcemente quando tornerai a casa.
E nel tepore del tuo letto, da sola sotto le coperte,
il silenzio tornerà a trovarti...
...una compagnia che non potrai più scordare,
perchè la tua essenza "più intima" ne sarà
stata colpita!!!
Lasciati sfiorare dal "suono selvatico" del Canton
Ticino, poi mi dirai cosa ne pensi...

...dirti grazie, nel frattempo, è sufficiente?

Ciao!


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