Val Bavona | Paràula (1954 m) per la "via di sinistra"


Publiziert von GM , 7. Juni 2015 um 12:22.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Locarnese
Tour Datum: 6 Juni 2015
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Pizzo Castello   CH-TI 
Zeitbedarf: 6:15
Aufstieg: 1460 m
Strecke:10,4 km

Escursione esplorativa all'Alpe Paràula per completare una precedente uscita che avevo lasciato a metà. E' una breve variante al tradizionale sentiero dell'alpe e che porta da Monte di Dentro al Corte di Mezzo senza passare dal Corte di Fondo, sviluppandosi praticamente lungo l'evidente rampa ascendente parallela e immediatamente inferiore a quella che congiunge i Corti di Fondo e di Mezzo.
E' 
meno interessante tuttavia del sentiero d'alpe tradizionale.

Al Monte di Dentro di Cavergno (1311 m) si prende il nuovo sentiero (è "nuovo" perchè prima non c'era proprio) che risale a zig zag il bosco sopra il Monte (per gli amanti di una via piu' diretta sono ancora visibili i bolli arancioni messi due anni fa). All'imbocco della valle del rio Paràula il nuovo sentiero non utilizza piu' la vecchia emozionante scaletta di sasso ma passa ora alla sua sinistra con un brutale scavo nella roccia.
Il nuovo sentiero prosegue sul fianco del riale con nuovi manufatti che hanno azzerato alcune difficoltà (mi ricordo il passaggio obbligato di una piccola placca sempre bagnata) e con evidenti modifiche del percorso originale. A quota 1480 circa ad una svolta del nuovo sentiero (appena prima di un evidente passaggio scavato in roccia) abbandono il sentiero stesso per risalire verso nord una valletta, su tracce, che in pochi minuti conduce al rudere di una baita a quota 1550 circa (un secondo rudere, questo poco evidente, si trova appoggiato alla parete rocciosa retrostante). Dal rudere si compie una traversata verso est, in leggera discesa, fino a raggiungere, dopo un centinaio di metri di percorso, proprio ai piedi di una piccola giavina, il centro di una rampa ascendente, delimitata verso est da paretine di roccia. Si risale ora la rampa piu' o meno nel suo centro piuttosto che sul bordo esterno, anche per tracce; il bosco ben presto si dirada e si prosegue in diagonale su balze erbose che diventano man mano piu' ripide all'approssimarsi del termine della rampa. A quota 1670 circa il terreno diventa ripido (ed esposto); quando la rampa si approssima al suo termine (un evidente salto di roccia verso una rampa erbosa sottostante) cerco una via di uscita verso l'alto; risalgo in direzione di un evidente tronco secco il versante con balze erbose e roccette (necessario usare le mani in alcuni punti) finché a quota 1710 circa sbuco sul sentiero tradizionale proprio nel punto in cui si avvicina al bordo della rampa prima di risalire la dorsale verso il Corte di Mezzo. Finisce qui la "via di sinistra".
Al Corte di Mezzo (1817 m) con le cascine stupendamente ristrutturate termina anche il "nuovo" sentiero d'alpe. Il tratto che dal Corte di Mezzo risale la dorsale per uscire al pianoro erboso di quota 2020 m rimane forse il tratto piu' bello del sentiero d'alpe (ed è un bene, a mio parere, che non sia stato toccato), e il doverselo cercare (ma è molto facile perché il percorso è intuitivo e quasi obbligato) rende ancora piu' emozionante il momento in cui ci si trova ai piedi del costone con tutta la sequenza di scale e scalette che ne consentono l'agevole risalita.
Dal pianoro erboso di quota 2020 m con una breve traversata (facendo attenzione a non prendere la piu' evidente traccia alta) in leggera discesa si giunge in pochi minuti al Corte di Cima (1954 m)  e da qui con breve risalita alla Bocchetta del Piètt (200 m).
Ritorno a Brontallo per il sentiero escursionistico via Spulüi, Schinghiöra e Margonègia.


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Il nome "via di sinistra" è ripreso dal libro Storie e sentieri di Val Bavona. Cosi descrive la Nora Cattaneo questa variante : (...) a un centinaio di metri dal riale, entro un breve spacco rimane una scaletta di sasso; poco sopra si trovano residui di muri di sostegno del vecchio sentiero dell'alpe. Risalendo ancora il bosco, si giunge a una lunga fascia di roccia trasversale che interrompe il proseguimento. Qui si presentano due possibilità : a) la "via di sinistra"  (... ) b) la "via del riale" .
La descrizione della "via di sinistra" prosegue quindi in questo modo : senza superare la fascia rocciosa, si volge a sinistra e si risale il bosco rado senza sentiero, tra facili roccette, fino a trovarsi sull'ampio crinale, direttamente sopra le cascine di Monte di Dentro; piu' in alto su questo crinale si rintracciano avanzi di muri e scalette che a zig-zag conducono alla cascina del Corte di Mezzo, a 1817 m.

Ho sempre trovato difficoltà nel collegare tale descrizione con le mie due esperienze dirette del percorso, ma ritengo che si possano fare alcune valutazioni :
- il "breve spacco con la scaletta di sasso" non puo' essere altro che la nota scala di accesso all'alpe;
-"residui di muri in sasso" non ne ho notati;
- il bivio tra le due vie si trovava appena oltre una piccola ma "fastidiosa" placca umida che andava superata con l'uso delle mani; con il nuovo sentiero questo passaggio non c'è piu', tuttavia mi riesce difficile pensare che tale passaggio potesse corrispondere alla "lunga fascia di roccia trasversale che interrompe il proseguimento";
- la Nora Cattaneo non cita i ruderi, evidenti, quindi potrei presumere che la sua "via di sinistra" partisse poco piu avanti sul sentiero d'alpe e risalisse direttamente il valloncello che si trasforma a quota 1540 circa nella rampa ascendente e che io ho raggiunto in traversata dai ruderi di quota 1550 m. Tuttavia la mia variante l'avevo scoperta proprio seguendo tracce di sentiero, piu' o meno evidenti, e il rudere di baita conferma che tale tragitto era a tutti gli effetti frequentato.
- gli "avanzi di muri e scalette" sono con certezza quelli del sentiero d'alpe tradizionale che consentono l'uscita al Corte di Mezzo.


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E' veramente un peccato che la scala di accesso all'alpe sia stata non solo esclusa dal nuovo sentiero ma addirittura rovinata dalle operazioni di scavo del sentiero stesso. Poteva essere conservata nella sua integrità oltre che come manufatto storico anche come piccola variante al sentiero stesso, esattamente come, ad esempio, la nuova scala metallica di accesso all'Alpe Ogliè non impedisce di utilizzare le adiacenti tacche scavate nella roccia del sentiero originario.




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dai diamanti non nasce niente
dal letame nascono i fior

(Via del Campo, 1967)

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Tourengänger: GM


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