Monte Legnone (2610 m) da Premana
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I più attenti dei miei venticinque lettori (per dirla alla Manzoni) si chiederanno che cosa ci faccio ancora qui, a distanza di una sola settimana dalla mia precedente uscita... ma sì, a volte le congiunture possono anche essere positive... e così è stavolta. Sabato sera mi si spalanca l'opportunità di una bella giornata in montagna, e ne approfitto per tentare un giro più volte rimandato per le (mie) condizioni di forma non ottimali.
Ed è così che, forte dei 1400 metri saliti settimana scorsa, di buon mattino mi incammino alla volta del Monte Legnone, più volte salito dalla normale della cresta ovest, ma mai da Premana...
Il sentiero parte proprio davanti alla CAMP, nel cui parcheggio sono riuscito a lasciare l'auto. Il cartello indica 5 ore e mezza... alla fine saranno 6 tonde tonde (alla cima).
Inizialmente è una bella mulattiera fino alle baite in località Zucco, dove un cartello indica di cominciare a salire (verso destra, direzione Deleguaccio).
Mai ripido e sempre evidente, il sentiero/mulattiera sale costante fino a raggiungere prima l'alpeggio e successivamente il Lago Inferiore, entrambi della "famiglia" dei Deleguaccio.
La mia meta si vede già da un po', ma la strada per arrivarci sembra sempre più lunga: diciamo che è un itinerario che se la prende comoda, dando la possibilità di guardarsi intorno e godere degli scorci che questa bella valle offre...
Dopo una meritata sosta sulle sponde del lago, riparto, in compagnia di un gruppetto che nel frattempo mi ha raggiunto... mi faccio trarre in inganno e seguo un'evidente traccia che taglia in orizzontale e va nella direzione corretta... ma presto finisce su prati ripidi ed infidi.
Tornato sui miei passi, ritroviamo la bollatura bianco/rossa del sentiero e risaliamo la dorsale (a sinistra del lago, salendo) che parte dalla scultura "in scatola" ed in breve deposita sulla cresta.
Da qui, il piede sinistro in provincia di Lecco ed il destro in quella di Sondrio, con una lunga serie di saliscendi si scavalca la Cima di Moncale ed altri rilievi secondari fino ad incrociare la strada militare in località Gallerie.
Il tratto di cresta, pur completamente bollato, ed attrezzato in alcuni tratti, non è da prendere alla leggera: non ci sono grosse difficoltà, è vero, ma l'esposizione è quasi sempre notevole (spesso su entrambi i versanti), e le caratteristiche del terreno impongono un'attenzione costante. Inoltre adesso c'è ancora un po' di neve, poca ma quel tanto che basta per bagnare per bene le suole a cui poi dobbiamo affidarci per scendere ripidi tratti di erba lunga e pungente...
Raggiunta la militare, la seguiamo per un tratto sul versante valtellinese fino al primo tornante. Da qui decidiamo di salire direttamente, con tecnica "a muzzo", per sfasciumi fino a riprendere la cresta che finalmente (!!!!) finisce alla croce di vetta.
Tre del gruppetto sono un po' attardati... li aspettiamo, ed anche loro arrivano nel giro di un'oretta. Purtroppo per loro, si sta facendo tardi e freddo. Il tempo di lasciarli rifocillare e cominciamo a scendere.
Percorriamo a ritroso l'ultimo tratto di cresta appena percorsa scendendo poi (verso destra) sulla strada gentilmente offerta dal general Cadorna che attraversa lungamente il versante sud della montagna, scavalca la dorsale sud-ovest, ed in pieno versante ovest scende con luuuuuunghi tornanti e con pendenza irrisoria fino a giungere al rifugio Griera.
Qui, data un'occhiata all'orologio (tardissimo!), saluto i miei soci che si fermano a far merenda.
Seguo ancora per pochissimo la strada, appena dopo il primo tornante prendo una traccia che scende per prato e poi bosco (devo aver preso una scorciatoia direttissima) fino a La Cassinella; da qui per sentiero più comodo raggiungo prima Bedoledo e poi Subiale. Qui prendo a sinistra per Premana, aspettandomi una comoda mulattiera metto la testa in modalità energy-saving (a questo punto comincio ad essere abbastanza cotto)... e, ovviamente, manco il bivio-chiave del rientro. Me ne accorgo quando realizzo che forse sto salendo troppo, e prima di ritrovarmi ancora a Deleguaccio torno sui miei passi fino a che trovo la giusta traccia.
Per prati, sentieri sgangherati e di non sempre immediata individuazione, discese ardite e risalite (cit.) per superare le forre scavate dai torrentelli... sempre più cotto... riesco a chiudere l'anello alle baite di Zucco. Da qui, per la mulattiera di stamattina, a Premana.
Non so se sarei riuscito a fare un altro kilometro...
Alle 19.00 sono all'auto, sfiorando di pochissimo il giro dell'orologio... per fortuna che stavolta non era stato pronunciato il fatidico... "Torna presto!"
Ed è così che, forte dei 1400 metri saliti settimana scorsa, di buon mattino mi incammino alla volta del Monte Legnone, più volte salito dalla normale della cresta ovest, ma mai da Premana...
Il sentiero parte proprio davanti alla CAMP, nel cui parcheggio sono riuscito a lasciare l'auto. Il cartello indica 5 ore e mezza... alla fine saranno 6 tonde tonde (alla cima).
Inizialmente è una bella mulattiera fino alle baite in località Zucco, dove un cartello indica di cominciare a salire (verso destra, direzione Deleguaccio).
Mai ripido e sempre evidente, il sentiero/mulattiera sale costante fino a raggiungere prima l'alpeggio e successivamente il Lago Inferiore, entrambi della "famiglia" dei Deleguaccio.
La mia meta si vede già da un po', ma la strada per arrivarci sembra sempre più lunga: diciamo che è un itinerario che se la prende comoda, dando la possibilità di guardarsi intorno e godere degli scorci che questa bella valle offre...
Dopo una meritata sosta sulle sponde del lago, riparto, in compagnia di un gruppetto che nel frattempo mi ha raggiunto... mi faccio trarre in inganno e seguo un'evidente traccia che taglia in orizzontale e va nella direzione corretta... ma presto finisce su prati ripidi ed infidi.
Tornato sui miei passi, ritroviamo la bollatura bianco/rossa del sentiero e risaliamo la dorsale (a sinistra del lago, salendo) che parte dalla scultura "in scatola" ed in breve deposita sulla cresta.
Da qui, il piede sinistro in provincia di Lecco ed il destro in quella di Sondrio, con una lunga serie di saliscendi si scavalca la Cima di Moncale ed altri rilievi secondari fino ad incrociare la strada militare in località Gallerie.
Il tratto di cresta, pur completamente bollato, ed attrezzato in alcuni tratti, non è da prendere alla leggera: non ci sono grosse difficoltà, è vero, ma l'esposizione è quasi sempre notevole (spesso su entrambi i versanti), e le caratteristiche del terreno impongono un'attenzione costante. Inoltre adesso c'è ancora un po' di neve, poca ma quel tanto che basta per bagnare per bene le suole a cui poi dobbiamo affidarci per scendere ripidi tratti di erba lunga e pungente...
Raggiunta la militare, la seguiamo per un tratto sul versante valtellinese fino al primo tornante. Da qui decidiamo di salire direttamente, con tecnica "a muzzo", per sfasciumi fino a riprendere la cresta che finalmente (!!!!) finisce alla croce di vetta.
Tre del gruppetto sono un po' attardati... li aspettiamo, ed anche loro arrivano nel giro di un'oretta. Purtroppo per loro, si sta facendo tardi e freddo. Il tempo di lasciarli rifocillare e cominciamo a scendere.
Percorriamo a ritroso l'ultimo tratto di cresta appena percorsa scendendo poi (verso destra) sulla strada gentilmente offerta dal general Cadorna che attraversa lungamente il versante sud della montagna, scavalca la dorsale sud-ovest, ed in pieno versante ovest scende con luuuuuunghi tornanti e con pendenza irrisoria fino a giungere al rifugio Griera.
Qui, data un'occhiata all'orologio (tardissimo!), saluto i miei soci che si fermano a far merenda.
Seguo ancora per pochissimo la strada, appena dopo il primo tornante prendo una traccia che scende per prato e poi bosco (devo aver preso una scorciatoia direttissima) fino a La Cassinella; da qui per sentiero più comodo raggiungo prima Bedoledo e poi Subiale. Qui prendo a sinistra per Premana, aspettandomi una comoda mulattiera metto la testa in modalità energy-saving (a questo punto comincio ad essere abbastanza cotto)... e, ovviamente, manco il bivio-chiave del rientro. Me ne accorgo quando realizzo che forse sto salendo troppo, e prima di ritrovarmi ancora a Deleguaccio torno sui miei passi fino a che trovo la giusta traccia.
Per prati, sentieri sgangherati e di non sempre immediata individuazione, discese ardite e risalite (cit.) per superare le forre scavate dai torrentelli... sempre più cotto... riesco a chiudere l'anello alle baite di Zucco. Da qui, per la mulattiera di stamattina, a Premana.
Non so se sarei riuscito a fare un altro kilometro...
Alle 19.00 sono all'auto, sfiorando di pochissimo il giro dell'orologio... per fortuna che stavolta non era stato pronunciato il fatidico... "Torna presto!"
Tourengänger:
Daniele

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