Aletschhorn (4195 m)
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...l' Aletschorn è la, oltre la valle, oltre il fiume di ghiaccio, è là, con l'aria un pò superba di chi è consapevole della propria bellezza, è là che ci aspetta.
La neve caduta nella notte ha coperto ogni traccia di passaggio umano e mentre ci addentriamo tra pinnacoli, laghetti effimeri e crepacci, percepiamo tutta la piccolezza dell'essere umano davanti alla natura.
Quando arriviamo al bivacco ci prepariamo un piatto di pasta poi, mentre il tramonto s'avvicina chiacchieriamo con gli altri scialpinisti presenti, siamo in sei...due italiani, due inglesi e due spagnoli.
Alle 4.30 iniziamo l'avventura...le ore seguenti sono fatte di momenti indimenticabili: l'alba sul mare di nuvole, i primi raggi di sole sull'Aletschhorn, la lunga cresta, il traverso impegnativo, il pendio che sembra infinito, la terminale delicata, le roccette innevate, la croce di vetta e la nostra gioia.
Date le condizioni della neve abbiamo lasciato gli sci all'Aletschjoch e quando li raggiungiamo abbiamo una gran voglia di indossarli...
Sono un pò in apprensione per la ripidità del pendio, ma la neve è ottima e fatta la prima curva le altre vengon da sè...
Fino al Mittelaletscbiwak ci godiamo la sciata, poi sul Mittelaletschgletscher lasciamo scorrere gli sci riuscendo a non spingere, ma arrivati all'Aletschgletscher la pacchia finisce: la neve è collosa e ci fa procedere lentamente, chi scenderà domani troverà ghiaccio, ma oggi è così...decidiamo di ripellare per sfruttare la spinta e la scelta si rivela azzeccata.
Quando usciamo dal ghiacciaio ci concediamo una breve pausa poi ci incamminiamo verso Moosfluh...percorrendo i trecento metri di dislivello più lunghi della storia, in compagnia di una poltiglia marcia e pesante.
La fatica comincia a farsi sentire, ma arrivati in cima al colle torna il sorriso...riusciremo ad arrivare in paese sciando...mi volto per un ultimo sguardo oltre la valle...eppoi giù, sognando già la prossima cima che mi riporterà qui.
La neve caduta nella notte ha coperto ogni traccia di passaggio umano e mentre ci addentriamo tra pinnacoli, laghetti effimeri e crepacci, percepiamo tutta la piccolezza dell'essere umano davanti alla natura.
Quando arriviamo al bivacco ci prepariamo un piatto di pasta poi, mentre il tramonto s'avvicina chiacchieriamo con gli altri scialpinisti presenti, siamo in sei...due italiani, due inglesi e due spagnoli.
Alle 4.30 iniziamo l'avventura...le ore seguenti sono fatte di momenti indimenticabili: l'alba sul mare di nuvole, i primi raggi di sole sull'Aletschhorn, la lunga cresta, il traverso impegnativo, il pendio che sembra infinito, la terminale delicata, le roccette innevate, la croce di vetta e la nostra gioia.
Date le condizioni della neve abbiamo lasciato gli sci all'Aletschjoch e quando li raggiungiamo abbiamo una gran voglia di indossarli...
Sono un pò in apprensione per la ripidità del pendio, ma la neve è ottima e fatta la prima curva le altre vengon da sè...
Fino al Mittelaletscbiwak ci godiamo la sciata, poi sul Mittelaletschgletscher lasciamo scorrere gli sci riuscendo a non spingere, ma arrivati all'Aletschgletscher la pacchia finisce: la neve è collosa e ci fa procedere lentamente, chi scenderà domani troverà ghiaccio, ma oggi è così...decidiamo di ripellare per sfruttare la spinta e la scelta si rivela azzeccata.
Quando usciamo dal ghiacciaio ci concediamo una breve pausa poi ci incamminiamo verso Moosfluh...percorrendo i trecento metri di dislivello più lunghi della storia, in compagnia di una poltiglia marcia e pesante.
La fatica comincia a farsi sentire, ma arrivati in cima al colle torna il sorriso...riusciremo ad arrivare in paese sciando...mi volto per un ultimo sguardo oltre la valle...eppoi giù, sognando già la prossima cima che mi riporterà qui.
Tourengänger:
Laura.

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