Monte Faierone, Punta Fronzina e Monte Giove
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Dopo una gran bella stagione di scialpinismo siamo quasi giunti al termine (quasi) e bisogna iniziare a riabituare la gamba al "nuovo" movimento ... non c'è da fare un gran lavoro in realtà, cuore e gambe sono sempre quelli, ma bisogna riabituare tutti quei piccoli muscoletti che non pensi neanche di avere fino a quando non ti fanno male.
E' una fase che mi è sempre piaciuta, sentire il proprio "motore" che man mano che cammini si riadatta prontamente alla nuova situazione.
Poi ovviamente c'è la bellezza di cambiare panorami, colori, visioni ...
Partiamo dunque da sopra Cannobbio in quella che si preannuncia una calda giornata di maggio. Lasciata l'auto nel grande parcheggio di S.Agata, proseguiamo su una stradella asfaltata verso Cinzago e poi su sentiero fino a San Bartolomeo in Montibus, piacevole chiesetta immersa in un bosco.
Fin qui il tragitto è solo un traverso e si guadagna quota poco alla volta, la cosa migliora per salire a L'Agher per poi diventare decisamente più ripido fino alla cima del Faierone. La dorsale sale decisa direttamente in vetta e la bellissima vista del lago alle spalle dà l'opportunità di fermarsi per riprendere un po' di fiato.
Arrivato in vetta, in attesa che arrivi anche Manuela, proseguo fino alla Punta Fronzina per poi ritornare sul Faierone. La vista del Limidario di fronte con quella bellissima dorsale mi invita già ad una futura visita, magari concatenando le Rocce del Gridone ... poi giusto pochi giorni dopo leggo il report di Froloccone e Poncione proprio su questo percorso ... che bellezza!
Uno sguardo indagatore alla statua dell'Aquila in cima al Faierone ormai tutta distrutta, per capire se a ridurla così sia stato un fulmine o qualche imbecille ... ma non riusciamo a capirlo.
Seguiamo il sentiero (ben segnato) verso sud, in direzione del Monte Giove, percorrendo un'ampia dorsale molto panoramica per poi scendere fin nei pressi di Scierz. Arrivati al bivio per la salita al Monte Giove, Manuela preferisce aspettarmi quindi salgo e scendo dalla cima sempre sullo stesso percorso per poi prendere un sentiero che taglia il versante est del monte e si ricongiunge alla strada che porta a Marcalone (strada raggiungibile anche dalla vetta del Giove senza dover tornare sui propri passi).
Arriviamo a Marcalone, località raggiungibile anche in auto (ma forse solo con un permesso) dove c'è un agriturismo e dove incontriamo le prime persone di tutta la giornata. Da qui il sentiero, sempre comodo e tranquillo, scende alla cappella di San Luca e poi di nuovo a S.Agata.
E' una fase che mi è sempre piaciuta, sentire il proprio "motore" che man mano che cammini si riadatta prontamente alla nuova situazione.
Poi ovviamente c'è la bellezza di cambiare panorami, colori, visioni ...
Partiamo dunque da sopra Cannobbio in quella che si preannuncia una calda giornata di maggio. Lasciata l'auto nel grande parcheggio di S.Agata, proseguiamo su una stradella asfaltata verso Cinzago e poi su sentiero fino a San Bartolomeo in Montibus, piacevole chiesetta immersa in un bosco.
Fin qui il tragitto è solo un traverso e si guadagna quota poco alla volta, la cosa migliora per salire a L'Agher per poi diventare decisamente più ripido fino alla cima del Faierone. La dorsale sale decisa direttamente in vetta e la bellissima vista del lago alle spalle dà l'opportunità di fermarsi per riprendere un po' di fiato.
Arrivato in vetta, in attesa che arrivi anche Manuela, proseguo fino alla Punta Fronzina per poi ritornare sul Faierone. La vista del Limidario di fronte con quella bellissima dorsale mi invita già ad una futura visita, magari concatenando le Rocce del Gridone ... poi giusto pochi giorni dopo leggo il report di Froloccone e Poncione proprio su questo percorso ... che bellezza!
Uno sguardo indagatore alla statua dell'Aquila in cima al Faierone ormai tutta distrutta, per capire se a ridurla così sia stato un fulmine o qualche imbecille ... ma non riusciamo a capirlo.
Seguiamo il sentiero (ben segnato) verso sud, in direzione del Monte Giove, percorrendo un'ampia dorsale molto panoramica per poi scendere fin nei pressi di Scierz. Arrivati al bivio per la salita al Monte Giove, Manuela preferisce aspettarmi quindi salgo e scendo dalla cima sempre sullo stesso percorso per poi prendere un sentiero che taglia il versante est del monte e si ricongiunge alla strada che porta a Marcalone (strada raggiungibile anche dalla vetta del Giove senza dover tornare sui propri passi).
Arriviamo a Marcalone, località raggiungibile anche in auto (ma forse solo con un permesso) dove c'è un agriturismo e dove incontriamo le prime persone di tutta la giornata. Da qui il sentiero, sempre comodo e tranquillo, scende alla cappella di San Luca e poi di nuovo a S.Agata.
Tourengänger:
Andrea!
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Kommentare (8)