Monte Faierone (1715 m), Punta Fronzina (1699 m), Cruit (2085 m)
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La salita al Faierone lungo la cresta est era da tempo in programma: approfittando della magnifica giornata e dell’ancora poca neve in quota, l’occasione diviene propizia. Oggi con me e Zeus c’è anche Ale, un po’ di compagnia ogni tanto non guasta!
Parcheggiata l’auto a Cinzago, dalle case del paese saliamo sulla sinistra percorrendo la mulattiera nel bosco che, dopo alcuni saliscendi, raggiunge la romanica chiesa di S. Bartolomeo in Montibus, immersa nella vegetazione. Attraversato un torrente si risale a sinistra (indicazioni su paline) il sentiero marcato con segnavia che si eleva con pendenza costante sino a raggiungere i prati de L’Agher. Attraversatoli, si perviene ad un bivio dove si abbandona il sentiero per l’Alpe Cacciavino per salire verso sinistra e raggiungere la dorsale del Faierone, che si segue fino alla sommità, prima nel bosco di betulle e poi all’aperto (qualche facile tratto attrezzato), con vista mozzafiato sul sottostante Lago Maggiore.
La giornata è splendida ed è ancora presto per cui, per godere del clima perfetto di oggi, perché non proseguire in cresta verso il Limidario? Si superano in successione la Punta Fronzina ed il Passo di Percadugine, incontrando qua e là tratti con catene e qualche chiazza di neve al suolo. Raggiunta la cima chiamata Cruit, decidiamo che oggi può bastare, il Limidario è rimandato ad una bella salita con la neve!
Torniamo così al Faierone lungo lo stesso percorso, imboccando poi la meno ripida cresta sud verso Scierz e quindi Rombiago. Poco oltre, anziché scendere verso Marcalone, decidiamo di seguire, o almeno provarci, il sentiero nascosto ma indicato sulla CNS per Monti Piè, evitando la discesa a Sant’Agata ed un noioso ritorno a Cinzago su asfalto. Ci inoltriamo quindi nel bosco fuori sentiero, e qualche baita sottostante ci fa da provvidenziale riferimento. La traccia è generalmente visibile, anche se non segnalata in alcun modo, ogni tanto sparisce ma la si ritrova sempre. L’attenuarsi della pendenza e qualche largo tornante precede l’arrivo al paese di partenza, proprio a pochi metri dalla nostra auto: la discesa per Monti Piè si rivela essere senza dubbio il modo più logico di chiudere l’anello partendo da Cinzago.

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