Resegone 1875 m
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Tra le previsioni non buone e la serata al Cai di Bollate per assistere alla proiezione di un amico di Marco, (80 gg lungo le Alpi, Trieste-Montecarlo, in un’estate tra le peggiori, nei primi 50 giorni solo 6 giorni asciutti!), decidiamo di rimanere in zona.
Il solito anello che facciamo in invernale ancora ci manca, prima per la troppa neve caduta e quindi il consiglio/semi-divieto di salire da Lecco, e successivamente per il raduno sci alpinistico ci hanno fatto ritardare questo bellissimo giro.
La giornata non è bella ma soprattutto fa caldo. Giunti ai Piani d’Erna troviamo la prima neve ma ci dirigiamo speranzosi verso il sentiero per il P.so del Giuf. Tanta neve ancora, cosa che proprio non immaginavamo.
Il caldo e la copertura nuvolosa hanno reso la neve una pappa e a ogni passo sprofondiamo almeno fino alle ginocchia. Nella speranza di raggiungere il bosco e il versante meno battutto dal sole proseguiamo. All’ennesimo sprofondamento però, quando anche io finisco dentro fino alla vita, decidiamo di lasciar perdere e tentare di salire dal sentiero N. 1, sicuramente sia più pulito sia più frequentato.
Torniamo ai Piani d’Erna, perdiamo ancora qualche metro di quota e poi riprendiamo a salire, il sentiero, a parte qualche slavina da attraversare è pulito fino a poco prima del Pian Serrada. Incrociamo in discesa il gruppo partito insieme a noi dal posteggio e diretto al Canale Comera, rinunciano per la neve troppo marcia e ci dicono di essere arrivati fino al termine del Pian Serrada. Noi continuiamo e riprendiamo a sprofondare, ma non in maniera eccessiva. La traccia ad un certo punto abbandona il sentiero estivo per salire diritta fino alla prime roccette. Il cedimento sotto i piedi di un blocco di neve ci fa prendere un piccolo spavento, nel punto dove siamo è vivamente sconsigliato scivolare…un momento di pausa per riordinare le idee e riprendiamo la salita. Negli ultimi 150 m ca si alternano tratti innevati a tratti puliti fino all’ultimo ripido strappetto innevato per il rifugio.
I pochi metri prima della cima sono invece puliti. In cima nessuno e al rifugio solo scialpinisti. La salita da nord oggi meglio farla solo con gli sci o le ciaspole ci dicono, per cui abbandoniamo definitivamente l’idea dell’anello.
Breve sosta al rifugio e quindi rientro, con neve sempre più marcia!
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