Una faccia di Bronzone sul Corno Buco!
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Sono ancora solo oggi, un’ impegno serale mi costringe a una “ritirata” che non vada oltre il primo pomeriggio, e mio malgrado , devo rinunciare alla ciaspolata sul Monte Grem con il mio gruppo di amici. E allora?
E allora vado alla scoperta di nuovi sentieri a 50 km da casa, intorno al Lago d’Iseo, un classico a portata di mano che non delude mai; e poi la neve, quella che non c’è, una goduria per le mie gambe e per i fiori che stanno riempiendo i pendii erbosi e il sottobosco, un piacere per i miei occhi e per lo spirito che si rinfranca… una primavera già a portata di calendario.
Partito dalla Forcella di Sarnico, risalgo il sentiero TPC (Trans Padana Centrale) che costeggia il M. Faeto, e in compagnia del lago sempre a portata di vista, giungo su una carrareccia che con pendenza costante, mi fa giungere al Colle Cambline; quattro case appoggiate su una selletta, e tante “tracce” di animali più o meno selvatici… le “boasse” circolarmente torteggianti saranno una costante sino alla cima del Bronzone. Ocio, ocio… evitata! Fiuuu!
100 m dopo il Colle, sbiaditi segnali posti a terra mi fanno svoltare a destra (geniali…), risalgo un breve pendio che porta ad un capanno da caccia ben tenuto , lo oltrepasso, e il largo sentiero si trasforma in una bella mulattiera dove le roccette affioranti, ridanno stile a questa camminata. “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori…” e qua di letame ce n’è, e di conseguenza anche i fiori colorati abbondano. Ocio, ocio… evitata, Yeah!
Ignorato sulla destra il sentiero che porta al Bus del Coren, poco dopo giungo in Piazzetta Colleoni, uno slargo con vista valle che è il preludio di una bella carrareccia che mi porterà nei pressi di un altro capanno ben posizionato, poi da qua, seguo le indicazioni per il Col d’Oregia… calpestando sempre il TPC. Ocio, ocio… evitata, tiè!
Arrivato nei pressi del Col d’Oregia, la segnaletica spartana, m’immette sul sentiero 701 in direzione del M. Bronzone, con calma olimpica attraverso il bel pianoro ove d’estate le mucche spadroneggiano, e zigzagando astutamente tra le “torte”, mi porto nei pressi di una palina multi direzionale dove trovo chiare indicazioni. Ocio, ocio… Merda nooo, sono “dentro” … Cara la mia “carolina”, mai la parola “vacca” fu più appropriata, e qualsiasi altro pseudonimo da utilizzare, in nessun modo renderebbe bene l’ idea come cotanta parola!
Dopo aver tolto il letamaio dalla tomaia degli scarponi, riprendo il cammino su una comoda carrareccia che lambisce una baita, il sentiero si restringe notevolmente e seguendo la bollatura Cai 701, risalgo un bel bosco di agrifogli. Prendo quota in maniera decisa, anche se la pendenza non è di quelle che ti tolgono il fiato, e in prossimità di un bivio, seguo la bollatura gialla (n° 5) che punta verso la meta in maniera ripida; è una bella cresta raramente esposta e con qualche breve passaggio di I°, e la neve presente, non intralcia per nulla il mio cammino… in men che non si dica, mi ritrovo in vetta dove non c’è anima viva.
Le nuvole alte lasciano intravedere le cime più importanti, le immortalo con scatti in sequenza, mentre Olmo comincia a pretendere in maniera insistita la sua parte di cibo. Ok piccolo, si mangia. Sono le 11:15, è ora di ripartire, visto che ho ancora del margine a disposizione , decido di togliermi ancora un paio di soddisfazioni… in lontananza, vedo già la mia prossima meta.
Scendo veloce verso sud con il sentiero n°701, e ripreso il TPC fatto all’andata, oltrepasso il Col d’Oregia e mi porto nei pressi di un capanno con pozza adiacente. Con un po’ di attenzione, mi accorgo che una traccia di sentiero lambisce il gabbiotto degli sparatori, lo seguo fiducioso, e ad un certo punto noto una bollatura rossa sulle roccette affioranti… istintivamente mi accorgo che la direzione è giusta, e la comoda crestina oltrepassa una baita semi abbandonata che si affaccia sulla seconda meta della giornata. Navigando a vista, ma in assoluta sicurezza, risalgo il ripido pendio che mi si para davanti, ed in breve tempo sono in cima al Corno Buco; due foto di rito e poi via, verso la sottostante Croce di Predore.
Corroborato da un buon tè, mi rimetto in cammino costeggiando a ovest il bosco del Corno Buco, mi porto in località Prato Chierico e disceso un pendio erboso, ritrovo il rassicurante TPC che scavalla il Colle Cambline; calpestando la bella carrareccia, arrivo nei pressi di un recinto (proprietà privata), noto una traccia di sentiero che si inerpica sino a giungere in mezzo a dei capanni, ed io la seguo sfanculando il fottuto divieto.
Una volta giunto in cima, mi accorgo di essermi ritrovato su una breve dorsale, e diversamente da come avevo creduto, sono piombato a babbo morto sul Colle delle Creste. Come dicevo, è una breve dorsale con una chiara traccia che teoricamente va nella giusta direzione, ma ad un certo punto, i rovi hanno coperto una parte rilevante della sentieristica. E mo? Niente, come prima cosa mi rilasso bestemmiando come un partenopeo che vive nel quartiere Barra, e subito dopo, volteggio i miei bastoncini a mo di machete cercando di farmi largo, nella natura ormai padrona totale dello sfigato sentiero. Dopo un paio di errate divagazioni, una fortunata uscita di emergenza mi riposiziona sull’agognato TPC, e convinto che altre stronzate per oggi non siano più possibili, giungo in tutta tranquillità alla Forcella di Sarnico!
Nota 1: Per chi vuole andare oltre la semplice prestazione sportiva, questo è un giro veramente interessante; In questo lembo di terra, godete dei tepori benefici del lago, la flora e fauna è tutta da scoprire, ed in più, questa è una zona ad alto interesse geologico. Che volere ancora? Ah, ovviamente una bella vista a 360° dalla cima del Monte Bronzone! Se non avete un bel Gps smollate il Colle delle Creste, ma se amate l’avventura, allora cazzi vobis e buena suerte…
Nota 2: Dilemmi della vita e cose a caso:
Caos nel mondo dello spettacolo: Al Bano e Romina Power non hanno ancora fatto la pace.
Mentre Ornella Vanoni, ha vinto la sua personale battaglia contro il Glen Grant Scotch Whisky!
Delusioni al Casinò: il dado è tratto… minestra anche stasera?
Onore a Boskov: rigore c’è quando arbitro fischiare!
Delusione per De Gregori: Alice guarda i gatti… si, ma i gatti guardano le alici!
Bossi ha dichiarato: col tricolore mi ci pulisco il culo! Possibile che una persona ricca come lui non abbia in casa 10 fottuti strappi di carta igienica?
L’arbitro Collina: Valutare i centimetri non è umano, serve un diverso equilibrio alla regola. Ok aggiungo io, se parli di John Holmes allora capisco, ma se parli di Brunetta tutto cambia!!!
Nota 3: Questa è una zona dove si produce dell’ottimo Val Calepio Doc, perché non interpellare il mitico Eric sperando in una sua benevola poesia enologa? Et voilà…
IMBUTO.
Lo guardo con rispetto e resto muto,
prendendolo dall’alto poi lo scruto,
e scivolando io mi sento Pluto.
Ma Imbuto,
lo compro sul mercato e sono arguto,
lo uso malamente e l’ho venduto,
e non credo d’ esser bravo ma solo astuto.
Ma Imbuto,
ci scivola anche il vino e poi lo fiuto,
lo passo sulla barba e sono irsuto,
in plastica stampato gli è dovuto.
…e se il vino è tanto buono e ti è piaciuto, in fondo mi domando: ma perché cazzo IMBUTO?
A La Prochaine! Menek & Olmo

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