Toccata e fuga ai Pizzoni di Laveno- Valcuvia

Veloce escursione al secondo dei Pizzoni di Laveno dopo la spruzzata di neve del giorno prima.
Avevo degli impegni sia alla mattina che al pomeriggio e, nelle poche ore di pausa, ho sfruttato la possibilità di una rapida uscita. Arrivo a Vararo (755) e lascio l'auto nel posteggio in entrata del paese. Il manto nevoso è costituito da pochi centimetri di neve. Seguo il sentiero normale che dalle vie del borgo devia a sinistra salendo nel bosco e torna sulla strada che sale al passo del Cuvignone. Lascio la strada per svoltare a sinistra sul sentiero che sale nel bosco al passo Barbè (874). Con un cambio di direzione prendo la cresta che sale, prima nel bosco, poi in campo aperto alla croce del secondo dei Pizzoni di Laveno (1018). Nell'ultimo tratto è necessario l'appoggio delle mani per progredire. Sullo stesso percorso di salita faccio il ritorno alla macchina. Il tutto in un ora di tempo.
La toponomastica dei Pizzoni di Laveno è un po' controversa e anche le cartine non chiariscono i dubbi. Personalmente io considero il primo dei Pizzoni il Sass Barbè (923), che è quello più ad ovest, separato dagli altri dal Passo Barbè. Ora il Sass Barbè è poco frequentato perchè non c'è più il sentiero che saliva direttamente da Laveno. Il secondo dei Pizzoni è quello più panoramico, con la croce di vetta, quotato 1018 sulla cartina. Seguono, in direzione est due punti quotati rispettivamente 1033 e 1034 e quindi il Monte La Teggia (1103). Sulla carta della provincia il secondo pizzone (o forse il terzo) è segnato come Boca de Carscina.
Partecipanti: Dario
Tempi di percorrenza: 34' salita, 24' discesa, totale 59'.
Lunghezza del percorso: 3,2km.
Meteo: bello