Grignone, Canalone Ovest (variante di sx)
|
||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Partiamo dalla macchina ben consapevoli della lunga giornata che ci attende. Una tiepida brezza ci accompagna nel primo tratto di cammino e mi sento veramente strano a camminare in questi boschi con attaccato allo zaino le picozze ... stiamo forse sbagliando qualcosa?
Con passo regolare, senza forzare troppo, saliamo lungo il sentiero numero 15 che passa dalla chiesa di Santa Maria, raggiunge l'Alpe Era e prosegue per il Rifugio Bietti.
Fino al rifugio non incontriamo nessuno, a parte un paio di camosci. Ma soprattutto non incontriamo neve.
Arriviamo al Bietti, salutiamo due persone (un ragazzo con il padre) e proseguiamo per il nostro percorso seguendo per un tratto il sentiero che conduce alla "via del caminetto" fino ad incrociare la traccia che sale verso il canalone.
La seguiamo, senza avere ancora la necessità di calzare i ramponi. Intravediamo altre impronte parallele alle nostre ma non ci badiamo troppo. Sopra di noi scorgiamo altre due cordate che sono proprio all'imbocco del canale. In questo tratto, non è semplice capire quale sia la via giusta da seguire, sembra un po' tutto uguale e non ci sono grossi riferimenti per orientarsi.
Poco prima di entrare a nostra volta nel canale, ci fermiamo "fuori tiro" per indossare il casco, i ramponi e tirare fuori le picozze. C'è una buona traccia che permette di salire comodamente lungo il pendio innevato.
La pendenza non è eccessiva e velocemente progrediamo fin sotto ad un salto roccioso che sembra qualcosa di più di un 2° grado.
Leggendo la descrizione che abbiamo, non ci tornano i conti: non dovrebbe esserci un passaggio del genere ma sta di fatto che bisogna passare di li. Inizio ad arrampicare ma subito sento le mani semi-congelate che non mi permettono di "sentire" la roccia.
In posizione relativamente comoda faccio un cambio al volo dei guanti, metto via quelli che indosso (che sono bucati) e metto su quelli più leggeri ma ancora integri, che fortunatamente avevo tenuto a portata.
Ok, adesso va meglio.
Affronto il successivo passaggio di roccia, decisamente al limite per me. C'è un vecchio chiodo a metà di questo passaggio ma noi non abbiamo corde. Cerco di far presa bene con i ramponi e con qualche appiglio mi tiro su. Riesco a conficcare bene la picozza nella neve e, alla facciazza dello stile, appoggio un piede sul chiodo per uscire definitivamente dal passaggio.
Wow ... sono fuori .... adrenalina .... alzo la testa e a pochi metri .... il rifugio, la cima .... ci sono riuscito!
Ci confrontiamo brevemente con la cordata che era davanti a noi. Scopriamo di aver fatto la variante di sinistra al canalone ovest (variante Zucchi). Infatti, poco prima di uscire sulla ringhiera del rifugio, alla nostra destra, vediamo arrivare altre cordate che stanno salendo il canalone ovest ... quello giusto.
Contenti per il nostro exploit anche se inaspettato, ci concediamo una breve pausa nel rifugio per poi iniziare la discesa. Discesa da affrontare con "filosofia", visto che sarà lunga e con qualche breve risalita ma con il pregio, una volta risaliti alla Bocchetta di Prada, di essere di nuovi soli in tutta la valle a godere di questa bellissima giornata di montagna.
N.B.: alcune relazioni in internet, valutano come V- il passaggio su roccia. Io l'ho declassato per il fatto che ho parzialmente usato il chiodo per passare.
Con passo regolare, senza forzare troppo, saliamo lungo il sentiero numero 15 che passa dalla chiesa di Santa Maria, raggiunge l'Alpe Era e prosegue per il Rifugio Bietti.
Fino al rifugio non incontriamo nessuno, a parte un paio di camosci. Ma soprattutto non incontriamo neve.
Arriviamo al Bietti, salutiamo due persone (un ragazzo con il padre) e proseguiamo per il nostro percorso seguendo per un tratto il sentiero che conduce alla "via del caminetto" fino ad incrociare la traccia che sale verso il canalone.
La seguiamo, senza avere ancora la necessità di calzare i ramponi. Intravediamo altre impronte parallele alle nostre ma non ci badiamo troppo. Sopra di noi scorgiamo altre due cordate che sono proprio all'imbocco del canale. In questo tratto, non è semplice capire quale sia la via giusta da seguire, sembra un po' tutto uguale e non ci sono grossi riferimenti per orientarsi.
Poco prima di entrare a nostra volta nel canale, ci fermiamo "fuori tiro" per indossare il casco, i ramponi e tirare fuori le picozze. C'è una buona traccia che permette di salire comodamente lungo il pendio innevato.
La pendenza non è eccessiva e velocemente progrediamo fin sotto ad un salto roccioso che sembra qualcosa di più di un 2° grado.
Leggendo la descrizione che abbiamo, non ci tornano i conti: non dovrebbe esserci un passaggio del genere ma sta di fatto che bisogna passare di li. Inizio ad arrampicare ma subito sento le mani semi-congelate che non mi permettono di "sentire" la roccia.
In posizione relativamente comoda faccio un cambio al volo dei guanti, metto via quelli che indosso (che sono bucati) e metto su quelli più leggeri ma ancora integri, che fortunatamente avevo tenuto a portata.
Ok, adesso va meglio.
Affronto il successivo passaggio di roccia, decisamente al limite per me. C'è un vecchio chiodo a metà di questo passaggio ma noi non abbiamo corde. Cerco di far presa bene con i ramponi e con qualche appiglio mi tiro su. Riesco a conficcare bene la picozza nella neve e, alla facciazza dello stile, appoggio un piede sul chiodo per uscire definitivamente dal passaggio.
Wow ... sono fuori .... adrenalina .... alzo la testa e a pochi metri .... il rifugio, la cima .... ci sono riuscito!
Ci confrontiamo brevemente con la cordata che era davanti a noi. Scopriamo di aver fatto la variante di sinistra al canalone ovest (variante Zucchi). Infatti, poco prima di uscire sulla ringhiera del rifugio, alla nostra destra, vediamo arrivare altre cordate che stanno salendo il canalone ovest ... quello giusto.
Contenti per il nostro exploit anche se inaspettato, ci concediamo una breve pausa nel rifugio per poi iniziare la discesa. Discesa da affrontare con "filosofia", visto che sarà lunga e con qualche breve risalita ma con il pregio, una volta risaliti alla Bocchetta di Prada, di essere di nuovi soli in tutta la valle a godere di questa bellissima giornata di montagna.
N.B.: alcune relazioni in internet, valutano come V- il passaggio su roccia. Io l'ho declassato per il fatto che ho parzialmente usato il chiodo per passare.
Tourengänger:
Andrea!

Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare (31)