P. 2626: salendo al Piz Rondadura
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...Salendo al Piz Rondadura...
...Ma se non ho toccato coi piedi le rocce della sua vetta, non accarezzato lo splendido merletto arabescato della sua croce, non visto con i miei occhi il suo omino, che avrò mai da raccontare? e potrà interessare qualcuno che quella cima ha solcato, eccome!?
Chissà, bisogna magari pazientare fino all' ultima riga, l' ultima foto, per saperlo...
Intanto, partenza dalla cascina nel buio magico della notte: niente frontale, oramai conosco ogni sasso, ogni dettaglio del sentiero.
Guido poi l' auto molto adagio, temendo d' impaurire o investire la famigliola di cervi, coi loro quattro graziosissimi, curiosoni, giocherelloni piccoli ancora inconsci dei pericoli delle strade umane.
Centovalli, 1000 metri: 5 gradi, Piano di Magadino: zero, Lucomagno: 3, ma con un "vent e un frecc da la Madona".
Solo questo percorso in auto valeva l' alzarsi prima dell' alba!
Amo molto guidare di notte (stanchezza visiva permettendo): immagino voci, storie, vite, dietro alle poche finestre ancora illuminate, e dentro al Buio mi invento racconti da Baba -Yaga russe, con lupi, volpi, renne, upupe, in vociari sconosciuti ed inquietanti...
Ma questa notte sono le montagne ad affascinarmi, ancora avvolte nella cupezza del profondo blu, pure già percepibili al cuore, che sa della loro esistenza: una vaga sagoma, un chiarore ancora invisibile agli occhi...e, a misura che l' alba dalle dita rosee lentissimamente nasce, eccole! Loro, le Montagne, pura magia del Creatore, a svelarsi con lenta dolcezza, come nate per la prima volta davanti agli occhi estasiati...
Ecco il Pizzo di Claro dallo splendido profilo tracagnotto, cime che sfilano a destra e a sinistra della carreggiata, il Matro allo svincolo di Biasca; una meraviglia dopo l' altra; con l' aumentare del chiarore vette che si tingono di delicato rosa, di tenue arancione; ecco l' altro tracagnotto sublime: Sosto! pochissima la neve sulla sua pelle scura. Lassù, l' amata, rara Greina.
Finalmente la vallata che sale al Passo, col Brenno che scende a valle: catene montuose che si dischiudono, ogni cima sola nella sua sontuosità, eppure affratellate tutte alle vicine compagne. Sempre più chiarore, sempre più luce, lassù, e la grazia di quel color rosa, cui il pennello del Sole regala intensità e fulgore...
Questo splendore mi accompagna alla partenza, nel blizzard di cui il Lucomagno non è avaro. Non sento il freddo, tanta è la felicità di essere quassù e di muovere i primi passi sulla neve.
Siamo solo due auto al Passo, io che speravo, certamente non folla rumorosa, ma qualche "tracciatore" salito prima di me al Rondadura.
Silenzio. Solitudine.
Arriva un ragazzo con gli sci; non ha ancora deciso la sua meta. Chissà...
Le nostre tracce si separano già all' Alpe Scaione; il ragazzo ha scelto lo Schenadüi.
Comunque la neve gelata e cartonata non offre grande presa alle ciaspole, anche calcando la scia leggera del ragazzo.
Sboccia finalmente l' accecante luce solare, a inondare distese di neve e solitaria viandante.
La neve è di tre tipi: cartonata, ghiacciata, molle.
La Molle, man man che salgo, la fa da padrona.
Pervicace, si diverte a farmi faticare! Affondo di 20 - 30 cm ad ogni passo. Continuamente mi fermo per lunghi profondi respiri, anche se so che un ritmo pur lento, ma costante, aiuta la progressione.
Mi pizzica ad ogni passo quel birichino tendine della coscia, che non ne vuol sapere di guarire da due mesi...
Talvolta il Pizzo lassù sembra vicino, talvolta penso: ancora così lontano?
Una prima meta ce l' ho, un intaglio nella pendenza, lassù, lontano.
Pausa per una tazza di tè al pianoro di quota 2484, arabeschi felici nella neve.
Il seguito della salita, con parecchi saliscendi spaccaritmo su panettoncini, fa battere il mio cuore come impazzito contro le costole. Ogni volta che mi fermo odo il suo sordo lamento: pum pum!
Arrivata all' intaglio so già che non salirò oltre.
L' intaglio si affaccia sulla Val Cadlimo, ed è bello che proprio qui io mi fermi.
Ciao, pastore Nicola nel tuo immenso tabarro nero che incuteva timore, ciao pescatore Celo del Lago dell' Isra che ogni pesce conoscevi e rispettavi, pur aspettandone paziente l' abboccare...
Persone di un passato, di quando giravo la Val Cadlìm, e dal Lucomagno a Piora, ed i laghetti tutti, su e giù per vallate, ganne, cime, ed il bagno nell' Isra con i piedi nudi nella neve, e le tendine di chintz bianco coi fiori rossi...
Il "mio Rondadura" oggi mi ha fatta riaffacciarmi su questo mondo.
Un bel dono, una grazia.
Gambe penzoloni nel vuoto, seduta su roccette affioranti, mangio il panino, i mandarini, bevo il tè, fumo un piccolo sigaro.
Lassù di fronte, il ragazzo è arrivato in vetta allo Schenadüi, lo osservo. Bravo! Hai ancora tutta una vita davanti a te!
Non ho voglia di scendere, vorrei rimanere fino all' arrivo della notte...
...Ma se non ho toccato coi piedi le rocce della sua vetta, non accarezzato lo splendido merletto arabescato della sua croce, non visto con i miei occhi il suo omino, che avrò mai da raccontare? e potrà interessare qualcuno che quella cima ha solcato, eccome!?
Chissà, bisogna magari pazientare fino all' ultima riga, l' ultima foto, per saperlo...
Intanto, partenza dalla cascina nel buio magico della notte: niente frontale, oramai conosco ogni sasso, ogni dettaglio del sentiero.
Guido poi l' auto molto adagio, temendo d' impaurire o investire la famigliola di cervi, coi loro quattro graziosissimi, curiosoni, giocherelloni piccoli ancora inconsci dei pericoli delle strade umane.
Centovalli, 1000 metri: 5 gradi, Piano di Magadino: zero, Lucomagno: 3, ma con un "vent e un frecc da la Madona".
Solo questo percorso in auto valeva l' alzarsi prima dell' alba!
Amo molto guidare di notte (stanchezza visiva permettendo): immagino voci, storie, vite, dietro alle poche finestre ancora illuminate, e dentro al Buio mi invento racconti da Baba -Yaga russe, con lupi, volpi, renne, upupe, in vociari sconosciuti ed inquietanti...
Ma questa notte sono le montagne ad affascinarmi, ancora avvolte nella cupezza del profondo blu, pure già percepibili al cuore, che sa della loro esistenza: una vaga sagoma, un chiarore ancora invisibile agli occhi...e, a misura che l' alba dalle dita rosee lentissimamente nasce, eccole! Loro, le Montagne, pura magia del Creatore, a svelarsi con lenta dolcezza, come nate per la prima volta davanti agli occhi estasiati...
Ecco il Pizzo di Claro dallo splendido profilo tracagnotto, cime che sfilano a destra e a sinistra della carreggiata, il Matro allo svincolo di Biasca; una meraviglia dopo l' altra; con l' aumentare del chiarore vette che si tingono di delicato rosa, di tenue arancione; ecco l' altro tracagnotto sublime: Sosto! pochissima la neve sulla sua pelle scura. Lassù, l' amata, rara Greina.
Finalmente la vallata che sale al Passo, col Brenno che scende a valle: catene montuose che si dischiudono, ogni cima sola nella sua sontuosità, eppure affratellate tutte alle vicine compagne. Sempre più chiarore, sempre più luce, lassù, e la grazia di quel color rosa, cui il pennello del Sole regala intensità e fulgore...
Questo splendore mi accompagna alla partenza, nel blizzard di cui il Lucomagno non è avaro. Non sento il freddo, tanta è la felicità di essere quassù e di muovere i primi passi sulla neve.
Siamo solo due auto al Passo, io che speravo, certamente non folla rumorosa, ma qualche "tracciatore" salito prima di me al Rondadura.
Silenzio. Solitudine.
Arriva un ragazzo con gli sci; non ha ancora deciso la sua meta. Chissà...
Le nostre tracce si separano già all' Alpe Scaione; il ragazzo ha scelto lo Schenadüi.
Comunque la neve gelata e cartonata non offre grande presa alle ciaspole, anche calcando la scia leggera del ragazzo.
Sboccia finalmente l' accecante luce solare, a inondare distese di neve e solitaria viandante.
La neve è di tre tipi: cartonata, ghiacciata, molle.
La Molle, man man che salgo, la fa da padrona.
Pervicace, si diverte a farmi faticare! Affondo di 20 - 30 cm ad ogni passo. Continuamente mi fermo per lunghi profondi respiri, anche se so che un ritmo pur lento, ma costante, aiuta la progressione.
Mi pizzica ad ogni passo quel birichino tendine della coscia, che non ne vuol sapere di guarire da due mesi...
Talvolta il Pizzo lassù sembra vicino, talvolta penso: ancora così lontano?
Una prima meta ce l' ho, un intaglio nella pendenza, lassù, lontano.
Pausa per una tazza di tè al pianoro di quota 2484, arabeschi felici nella neve.
Il seguito della salita, con parecchi saliscendi spaccaritmo su panettoncini, fa battere il mio cuore come impazzito contro le costole. Ogni volta che mi fermo odo il suo sordo lamento: pum pum!
Arrivata all' intaglio so già che non salirò oltre.
L' intaglio si affaccia sulla Val Cadlimo, ed è bello che proprio qui io mi fermi.
Ciao, pastore Nicola nel tuo immenso tabarro nero che incuteva timore, ciao pescatore Celo del Lago dell' Isra che ogni pesce conoscevi e rispettavi, pur aspettandone paziente l' abboccare...
Persone di un passato, di quando giravo la Val Cadlìm, e dal Lucomagno a Piora, ed i laghetti tutti, su e giù per vallate, ganne, cime, ed il bagno nell' Isra con i piedi nudi nella neve, e le tendine di chintz bianco coi fiori rossi...
Il "mio Rondadura" oggi mi ha fatta riaffacciarmi su questo mondo.
Un bel dono, una grazia.
Gambe penzoloni nel vuoto, seduta su roccette affioranti, mangio il panino, i mandarini, bevo il tè, fumo un piccolo sigaro.
Lassù di fronte, il ragazzo è arrivato in vetta allo Schenadüi, lo osservo. Bravo! Hai ancora tutta una vita davanti a te!
Non ho voglia di scendere, vorrei rimanere fino all' arrivo della notte...
Tourengänger:
micaela

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