Rondadura 3016 m sfiorando lo Scai
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Potrei dire che lo Scai sta al Rondadura come il Grauhorn sta all'Adula.
Sì perché è più piccolino ma molto più difficile.
L'obiettivo dell'escursione è stato il Rondadura che ho raggiunto. Il Pizzo Scai è stato una variante di ascesa improvvisata sul momento dopo che mi ci sono trovato appena sotto. Avrei voluto poi seguire la cresta verso ovest fino al Rondadura. Ma mi sono confrontato con qualcosa al di sopra delle mie possibilità. Ho percorso un breve tratto dell'affilata cresta, ho toccato la roccia che costituisce la vetta dello Scai senza però scavalcarla, rinunciando quindi all'agognata cresta. Non c'erano appigli sicuri e l'esposizione sui due versanti era troppo elevata. Troppo rischio.
Descrizione
Dall'Ospizio del Lucomagno mi sono incamminato con le ciaspole in mano alle 07:00 precise. Ci sono -1 gradi e la giornata è soleggiata con una leggera brezza. A passo sostenuto costeggio il lato meridionale del lago su una strada, aggirando la pendice NW del Pizzo dell'Uomo. Con me si avvia anche una coppia di scialpinisti confederati. Loro si dirigono al Pizzo dell'Uomo. In mezz'ora mi trovo all'imbocco della Val Termine, perdo leggermente quota e attraverso il fiume. Indosso le ciaspole.
Ora inizia la salita. Appare ripida. Procedo più spedito del solito. E prendo velocemente quota. Ma immediatamente grondo di sudore. Sarà così per tutto il giorno. Seguo la traccia invernale di swisstopo che risale da punti piuttosto ripidi, mi aiuto a tratti con le mani perché con le ciaspole non sempre mi sento sicuro.
Dietro di me vedo avvicinarsi una coppia germanofona che si tiene più a sinistra.
Superata l'Alpe di Scaione mi porto a quota 2600 dove il percorso si addolcisce e tende a mantenersi sotto la cresta principale orientandosi ad ovest. Sopra di me vedo lo Scai e studio vari modi per salirci. Eh sì la tentazione c'è, il tempo anche. Scelgo un pendio misto: neve e erba. È ripido ma percorribile con ramponi e piccozza. Si tratta di un centinaio di metri in fondo. Parto spedito non senza avvisare la coppia delle mie intenzioni. Non so cosa abbiano capito perché abbiamo comunicato da lontano in una lingua mista tra inglese, tedesco e francese. Raggiungo la cresta a est dello Scai e comincio ad arrampicarla. Ci sono passaggi di grado I e II. La neve rende senz'altro molto più impegnativa l'impresa. Ci sono passaggi su roccia e passaggi su neve.
Lungo la cresta ad est del Pizzo Scai

Presto sono sulla cresta sommitale. C'è un punto molto sottile in cui i pendii sottostanti sono ripidi. La neve è compatta e portante e non c'è cornice. Ma per prudenza la percorro seduto. Quindi dopo alcuni punti più ampi e agevoli mi trovo dinannzi ad una grande roccia che fa parte dell'ammasso roccioso della vetta. E sulla destra ammiro la vetta del Rondadura. Noto subito che aggirarla è impossibile. In entrambi i lati l'esposizione è importante e sarebbe un rischio troppo elevato tentare un traverso per aggirare la roccia. Allora mi avvicino alla stessa e cerco appigli sicuri sulla sommità. Li trovo e procedo di alcuni metri. Poco più avanti la neve copre anche la parte a cui attaccarmi e non mi sento più sicuro. Mancano forse 10 o 20 metri alla vetta vera e propria. Ma decido di rinunciare. Sto impiegando troppo tempo, troppa energia e mi sto esponendo. Torno indietro ma prendo il primo pendio alla mia destra. Lo discendo disarrampicando, è ripido ma tutto nevoso e tende ad addolcirsi. Per le 10.30 mi ritrovo a quota 2600. Ho dedicato un'ora di tempo allo Scai. Meglio muoversi se voglio salire al Rondadura. Nel frattempo sono due le coppie che stanno salendo e sono passate oltre. Le seguo. Ma prima mi prendo 5 minuti di pausa e mangio.
Ora sono più lento e affaticabile. Sarà la quota o è stato lo Scai? Forse entrambi.
Sempre verso ovest avanzo fino a quota 2850 m circa. Ora sono sotto il Rondadura. Lo Scai e la cresta sono sulla mia destra. Il pendio per raggiungere il deposito sci è ripido ma percorribile con le ciaspole. Mi aiuto con la piccozza in alcuni punti. Nel frattempo le 2 coppie abbandonano la vetta, si riassettano e scendono. Non ho avuto occasione di parlarci assieme.
Raggiunto il deposito sci rimane la cresta. Una breve crestina, non difficile ma nemmeno da sottovalutare. Mi rampono e salgo in vetta, mi aiuto con le mani e la piccozza.
Il Rondadura e la crestina finale

Sono le 12:00 e sono in cima al Rondadura. Che soddisfazione!
C'è un po' di vento e con lo zero termico a 2400 m sento che mi congelo. Pertanto indosso tutti i vestiti e mi siedo sulla vetta. Pic nic al sole e foto di rito. Un paio di sigarette che lassù sono buone. Osservo una terza coppia approcciarsi alla vetta. Aspetto che arrivi in cima per iniziare la discesa. Si tratta di 2 austriaci.
Scatto un paio di foto per loro e poi riparto.
All'inizio ho un po' paura. Salire è facile, ma a scendere non lo è più. Con calma sono al deposito sci e tengo i ramponi fino a 2600 m. Qui la neve è più molle e talvolta sprofondo.
Con le ciaspole scio spesso e poi da quota 2200 a 1950 scio seduto . Mi diverto. Arrivo sotto l'Alpe Scaione molto più a ovest rispetto alla traccia mattutina.
Mi abbevero nei ruscelli perchè mi sono disidratato. Ma non basta. In serata prendo un'aspirina per il mal di testa. Sole e strapazzo.
Ritorno poi dalla strada del mattino e alle 15:00 sono in auto.
Sì perché è più piccolino ma molto più difficile.
L'obiettivo dell'escursione è stato il Rondadura che ho raggiunto. Il Pizzo Scai è stato una variante di ascesa improvvisata sul momento dopo che mi ci sono trovato appena sotto. Avrei voluto poi seguire la cresta verso ovest fino al Rondadura. Ma mi sono confrontato con qualcosa al di sopra delle mie possibilità. Ho percorso un breve tratto dell'affilata cresta, ho toccato la roccia che costituisce la vetta dello Scai senza però scavalcarla, rinunciando quindi all'agognata cresta. Non c'erano appigli sicuri e l'esposizione sui due versanti era troppo elevata. Troppo rischio.
Descrizione
Dall'Ospizio del Lucomagno mi sono incamminato con le ciaspole in mano alle 07:00 precise. Ci sono -1 gradi e la giornata è soleggiata con una leggera brezza. A passo sostenuto costeggio il lato meridionale del lago su una strada, aggirando la pendice NW del Pizzo dell'Uomo. Con me si avvia anche una coppia di scialpinisti confederati. Loro si dirigono al Pizzo dell'Uomo. In mezz'ora mi trovo all'imbocco della Val Termine, perdo leggermente quota e attraverso il fiume. Indosso le ciaspole.
Ora inizia la salita. Appare ripida. Procedo più spedito del solito. E prendo velocemente quota. Ma immediatamente grondo di sudore. Sarà così per tutto il giorno. Seguo la traccia invernale di swisstopo che risale da punti piuttosto ripidi, mi aiuto a tratti con le mani perché con le ciaspole non sempre mi sento sicuro.
Dietro di me vedo avvicinarsi una coppia germanofona che si tiene più a sinistra.
Superata l'Alpe di Scaione mi porto a quota 2600 dove il percorso si addolcisce e tende a mantenersi sotto la cresta principale orientandosi ad ovest. Sopra di me vedo lo Scai e studio vari modi per salirci. Eh sì la tentazione c'è, il tempo anche. Scelgo un pendio misto: neve e erba. È ripido ma percorribile con ramponi e piccozza. Si tratta di un centinaio di metri in fondo. Parto spedito non senza avvisare la coppia delle mie intenzioni. Non so cosa abbiano capito perché abbiamo comunicato da lontano in una lingua mista tra inglese, tedesco e francese. Raggiungo la cresta a est dello Scai e comincio ad arrampicarla. Ci sono passaggi di grado I e II. La neve rende senz'altro molto più impegnativa l'impresa. Ci sono passaggi su roccia e passaggi su neve.
Lungo la cresta ad est del Pizzo Scai

Presto sono sulla cresta sommitale. C'è un punto molto sottile in cui i pendii sottostanti sono ripidi. La neve è compatta e portante e non c'è cornice. Ma per prudenza la percorro seduto. Quindi dopo alcuni punti più ampi e agevoli mi trovo dinannzi ad una grande roccia che fa parte dell'ammasso roccioso della vetta. E sulla destra ammiro la vetta del Rondadura. Noto subito che aggirarla è impossibile. In entrambi i lati l'esposizione è importante e sarebbe un rischio troppo elevato tentare un traverso per aggirare la roccia. Allora mi avvicino alla stessa e cerco appigli sicuri sulla sommità. Li trovo e procedo di alcuni metri. Poco più avanti la neve copre anche la parte a cui attaccarmi e non mi sento più sicuro. Mancano forse 10 o 20 metri alla vetta vera e propria. Ma decido di rinunciare. Sto impiegando troppo tempo, troppa energia e mi sto esponendo. Torno indietro ma prendo il primo pendio alla mia destra. Lo discendo disarrampicando, è ripido ma tutto nevoso e tende ad addolcirsi. Per le 10.30 mi ritrovo a quota 2600. Ho dedicato un'ora di tempo allo Scai. Meglio muoversi se voglio salire al Rondadura. Nel frattempo sono due le coppie che stanno salendo e sono passate oltre. Le seguo. Ma prima mi prendo 5 minuti di pausa e mangio.
Ora sono più lento e affaticabile. Sarà la quota o è stato lo Scai? Forse entrambi.
Sempre verso ovest avanzo fino a quota 2850 m circa. Ora sono sotto il Rondadura. Lo Scai e la cresta sono sulla mia destra. Il pendio per raggiungere il deposito sci è ripido ma percorribile con le ciaspole. Mi aiuto con la piccozza in alcuni punti. Nel frattempo le 2 coppie abbandonano la vetta, si riassettano e scendono. Non ho avuto occasione di parlarci assieme.
Raggiunto il deposito sci rimane la cresta. Una breve crestina, non difficile ma nemmeno da sottovalutare. Mi rampono e salgo in vetta, mi aiuto con le mani e la piccozza.
Il Rondadura e la crestina finale

Sono le 12:00 e sono in cima al Rondadura. Che soddisfazione!
C'è un po' di vento e con lo zero termico a 2400 m sento che mi congelo. Pertanto indosso tutti i vestiti e mi siedo sulla vetta. Pic nic al sole e foto di rito. Un paio di sigarette che lassù sono buone. Osservo una terza coppia approcciarsi alla vetta. Aspetto che arrivi in cima per iniziare la discesa. Si tratta di 2 austriaci.
Scatto un paio di foto per loro e poi riparto.
All'inizio ho un po' paura. Salire è facile, ma a scendere non lo è più. Con calma sono al deposito sci e tengo i ramponi fino a 2600 m. Qui la neve è più molle e talvolta sprofondo.
Con le ciaspole scio spesso e poi da quota 2200 a 1950 scio seduto . Mi diverto. Arrivo sotto l'Alpe Scaione molto più a ovest rispetto alla traccia mattutina.
Mi abbevero nei ruscelli perchè mi sono disidratato. Ma non basta. In serata prendo un'aspirina per il mal di testa. Sole e strapazzo.
Ritorno poi dalla strada del mattino e alle 15:00 sono in auto.
Tourengänger:
Michea82

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Kommentare (2)