Pizzo dei Piodisc (2849 m)


Publiziert von Varoza , 11. November 2014 um 20:37.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:12 September 2014
Wandern Schwierigkeit: T5- - anspruchsvolles Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: L
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   Gruppo Pizzo Campo Tencia   Gruppo Madöm Gross   Gruppo Pizzo Barone 
Aufstieg: 2281 m
Strecke:Valle (954 m) - Sgnòi (1247 m) - Artengo (1338 m) - Cala (1469 m) - quota 1497 m - Piano dell'Ör (1537 m) - quota 1828 m - Alpe Sponda (1928 m) - Rifugio Sponda SAT (1997 m) - Alpe Vedlè (1986 m) - Legnei (2039 - quota 1987 m - Staletto- Alpe Campioni - Sella di quota 2750 m ca. - cresta S - Pizzo dei Piodisc (2849 m). Discesa: stessa via di salita.
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Dall’autostrada A2, direzione Bellinzona-Airolo, uscire a Faido/Chiggiogna e proseguire sulla strada Cantonale in direzione di Biasca. Superato il villaggio di Lavorgo, svoltare a destra verso di Nivo. Una strada a tornanti sale a Chironico, da dove ci si immette sulla carrozzabile asfaltata fino a raggiungere Valle (2,5 km ca., da Chironico).
Kartennummer:CN 1272 Pizzo Campo Tencia

Quando ancora buio salto in automobile in direzione di Chironico, non so ancora che il giorno seguente salirò sul Torrone Alto. L’estate è stata avara di sole, per cui in questa giornata di limpidi cieli decido di prendermi ferie e regalarmi così una bella cima, nonostante il week-end alle porte. Mi inietto dunque nelle gambe 2,300 metri di dislivello di salita ed altrettanti di discesa, per un estensione totale di ca. 19 km; Sono queste le inquietanti cifre che servono a raggiungere l’infinito Pizzo dei Piodisc… Tutta salute insomma, anche se con le ginocchia tireremo le somme a 60 anni… C’è ancora tempo!

So che fino al Rifugio Sponda, ossia attorno ai 2,000 m e forse oltre non sussistono problemi di acqua, per cui la sacca idrica resta vuota come pure la bottiglietta di PET che infilo nel sacco! Visto il notevole dislivello è meglio centellinare i grammi e non zavorrarsi di peso superfluo.

Alle 7:10 lascio Valle (950 m) per inoltrarmi nel bosco seguendo il sentiero con segnavia B/R/B che a risvolti sale ai monti soprastanti. Passando per Sgnòi (1247 m) ed Artengo (1338 m) raggiungo così il bel nucleo di rustici di Cala (1469 m). Qui, oltre a dissetarmi mi adagio su una banchetta di legno ad ammirare un bellissimo lavatoio, retaggio di tempi ormai lontani.

Di buona lena, riprendo il cammino e proseguo fino al bivio di Piano dell’Ör (1537 m), da dove abbandono il sentiero che porta all’Alpe del Laghetto, per salire invece ripidamente (segnavia) sino a raggiungere l'altra biforcazione di quota 1828 m. Qui c’è un cartello indicatore poiché si incrocia il sentiero che proviene da Doro oppure che sale da Cala (quest’ultimo penso sia in pessimo stato in quanto sul cartello l’indicazione della tratta è stata rimossa). Mi trovo oramai al limite superiore del bosco e superando l’Alpe Sponda (1928 m) alle 8:55 sono sul balcone del Rifugio Sponda SAT (1997 m).

Deglutisco una banana, del cioccolato e qualche albicocca essiccata, faccio scorta di acqua e poi via verso la vetta, che da quaggiù sembra ancora lontana, troppo lontana… un Cammino laico tra pascoli e pietraie! Nei pressi del rifugio c’è un cartello indicatore con dei segnavia Bianco/Blu che suggeriscono la via al Pizzo Barone: beh, di segni blu non ne vedrò!

Dal rifugio seguo l’esile traccia del sentiero che taglia dritta all’Alpe Vedlè (1986 m), dove comincio ad intravedere anche i segni indicatori B/R/B e la via diviene ora ben visibile. Per quasi due chilometri, senza guadagnare dislivello, avanzo su un susseguirsi di tratti "mangia e bevi", come si direbbe in gergo ciclistico. Oltrepassato Legnei (2039), mi avvallo fino a guadare il fiume Ticinetto nei pressi della quota 1987 m e proseguo poi sull’altro versante lungo i pendii erbosi di Staletto. A quota 2200 ca. abbandono il sentiero che porta alla Bassa del Barone per dirigermi invece verso destra in direzione del largo vallone detritico appena sotto le pareti che spiovono dalla quota 2610 m sulla cresta E del Pizzo Barone. Aggirando a piacimento delle facili scogliere mi immetto nel deserto di pietraie lasciandomi alle spalle anche i pascoli dell’Alpe Campioni. Scanso sulla sinistra un imbuto roccioso e per nevai e tratti sassosi mi porto a ridosso dei due evidenti dentelli che spuntano dalla larga sella che separa il Pizzo dei Piodisc dal Pizzo Barone. Senza grossi problemi, risalgo il ripido canalino con tratti erbosi e detritici sbucando così sulla sella di quota 2750 m ca., a cavallo tra le valli Chironico e Prato e appena a destra degli spuntoni.

Il dente che si trova a pochi passi da me, al suo apice si presenta piatto formando un trampolino che offre panorami idilliaci sugli immensi pascoli dell’Alpe Sponda. Mi spingo fino al ciglio in modo da aprirmi la visione sui restanti 100 metri di cresta S che di lì a poco andrò ad ascendere. Da questa posizione noto subito che il filo resta piuttosto largo, grazie all'erboso fianco E, mentre il lato W appare invece molto precipite.

Dalla sella, supero una prima placca ben appigliata per portarmi sul facile settore centrale, dapprima composto da dolci tratti erbosi che divengono viepiù ripidi con lo scorrere dei metri. Procedo sempre a piacimento scalando qualche roccetta, salendo a volte sul filo a volte sul ripido fianco erboso alla mia destra, che mi permette così di superare dei facili gradini rocciosi, finché mi trovo la via sbarrata da un masso verticale. Pongo lo sguardo a W, ma noto che è strapiombante sulle Ganne del Madone, per cui ricerco per forza di cose la soluzione nel versante opposto. Individuo subito una bella cengia trasversale erbosa, abbastanza larga seppur esposta. Con un’ampia curva ad U, sfruttando al massimo il terreno erboso, aggiro la fascia rocciosa entrando nell’ultima porzione di salita, proprio sopra il macigno descritto in precedenza. Da qui via, scavalco ancora qualche grosso blocco ed in breve mi trovo a ridosso dell’ometto di sasso del Pizzo dei Piodisc (2849 m).

Ad allunaggio avvenuto, intorno le 11:30 mi siedo subito in uno dei pochi punti confortevoli, e mi lascio avvolgere dall’atmosfera di questo tanto magico quanto severo angolo di mondo. Che dire... verso S il possente massiccio del Pizzo Barone, con la sua cresta E che scivola via snella ed ardita verso il Pizzo di Piancói; dalla parte opposta l’affilatissima cresta che prosegue verso il Pizzo Penca; sotto di me, sul versante valmaggese gli abissi… oltre 1,000 metri di vuoto tanto da far apparire le cascine di Soveltra come dei minuscoli puntini quasi impercettibili! A distendere l’anima, non resta che il versante E, che con gli ampi alpeggi di Gardiscio, Sponda e Campioni, conferisce al tutto una dimensione meno austera!

Ridiscendo per la stessa via sino alla sella cercando di mantenere lo sguardo basso verso il terreno, ma la mente mi tradisce e gli occhi si alzano su fino a focalizzarsi sul vicino Pizzo Barone. Lo sapevo, ora comincia a frullarmi in testa l’idea di fare un saltino fin lassù... dopotutto sono anni che non ci salgo e da qui mi trovo ad un tiro di schioppo dalla croce. Ci rimugino qualche minuto poi i primi peletti bianchi della barba mi irradiano saggezza facendomi desistere. Con un week-end alle porte, aggiungere oltre 300 metri di dislivello tra salita e discesa non sarebbe molto sensato. Più che appagato, mi fiondo giù per il canaletto detritico, salto in groppa a qualche comodo nevaio, mi infilo nel caratteristico imbuto roccioso descritto in precedenza e con un taglio più diretto rispetto al percorso di salita mi riaggancio in un batter d’occhio al sentiero con segnavia nei pressi di Staletto, da dove poi raggiungo di nuovo tra sali e scendi il rifugio.

Salgo in refettorio, prendo dalla dispensa un birretta e mi siedo vicino alla bella vetrata della sala da pranzo che mi dà una panoramica stupenda sulle vette verzaschesi, leventinesi e bleniesi. Sorseggiando la fresca bevanda, mi chiedo su quale vetta sarò l’indomani… ho ancora qualche ora per rifletterci! Richiudo alle spalle la porta d’entrata della capanna e poi senza nulla di particolare da segnalare, ripercorro la stessa identica via di salita fino al parcheggio di Valle.

Note:
 
Vetta:
Ometto di sasso.

Chironico (Valle):
Ampia possibilità di parcheggio al termine della strada asfaltata, nei pressi di Valle.
 
Valutazione:
Valle - Cala - Rifugio Sponda SAT: T3 (EE)
Rifugio Sponda - Bocchetta quota 2750 ca.: T4 (EE - F a tratti)
Cresta S - Pizzo dei Piodisc: T5- (F) 

Tourengänger: Varoza


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Kommentare (6)


Kommentar hinzufügen

froloccone hat gesagt:
Gesendet am 11. November 2014 um 21:06
Porc...........oia!!!!Prima Piodisc poi Torrentone,2 giorni e quasi 4300 m di dislivello positivo;direi un super bottino!!!Alla faccia del'estate infame! Ciao ALE

Varoza hat gesagt: RE:
Gesendet am 12. November 2014 um 20:18
Bottino pieno :-) Saluti

Poncione hat gesagt:
Gesendet am 11. November 2014 um 21:56
Complimenti, altra cima stupenda, non facile e poco frequentata mi sembra...

Ciao

Varoza hat gesagt: RE:
Gesendet am 12. November 2014 um 20:19
Grazie, penso proprio che venga salita raramente. Peccato perché si tratta di una bella cima! Ciao.

gbal hat gesagt:
Gesendet am 12. November 2014 um 09:51
Mi associo allo stupore di chi mi ha preceduto. Credo che i 570m/h che ti sei fatto faranno pensare a molti di ordinare una bella bici da corsa se serve a costruire siffatti polmoni e muscoli. Da quel che fai direi che le ginocchia dei 60 possono attendere ancora a lungo.
Bravissimo e.....ottima e completa relazione.
Ciao

Varoza hat gesagt: RE:
Gesendet am 12. November 2014 um 20:20
Grazie... per ora in effetti le ginocchia tengono :-) Saluti!


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