Forno – Cima Scaravini (Epilogo)
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Concludevo la relazione del precedente tentativo fatto con l’amico Poncione con le parole “ci riproverò a breve, questo è sicuro!”. E’ passato poco più di un anno e mi ripresento per la quarta volta a Forno per tentare la conclusione. Non che la Scaravini fosse per me una “prima”; l’avevo raggiunta alla fine del 2011 da Massiola. Ma credevo che salendo da Forno sarei stato più rapido e mi sarebbe avanzato tempo per tentare la Via delle Creste che collega la Scaravini al Monte Crotta con rientro a Forno. Lo studio a tavolino, i tempi riportati da altre relazioni extra-Hikr e i segnali gialli affissi dal CAI Omegna avevano rafforzato la mia idea anche se le esperienze fatte nei tentativi precedenti avevano destato molte perplessità. La situazione cartografica è quanto mai inattendibile: la carta Kompass mostra addirittura di poter raggiungere la Scaravini direttamente da Ovest; Swiss Map mostra le due possibilità di salire in cresta a q.1902 e a q.1780. Montagnamente (nel 2009) segue questo ultimo percorso ma fa anche la Via delle Creste in appena 5 ore; altri (Archibondo (nel 2005) e Tiado (nel 2005) danno il percorso fattibile in 7 ore. I segnali turistici del CAI danno la vetta raggiunta in 3 ore da Forno. Pregevole anche la relazione di
Tapio /
Ciolly che hanno percorso anche la Via delle Creste al contrario valutandone la durata in un paio d’ore. Insomma un bel busillis orientarsi tra questi dati. Comunque la mia idea è quella di seguire il percorso che mi appariva più logico: Forno-A.Cinque Fontane-A.Pociola-q.1600 e di lì aggredire direttamente il versante W per salire in cresta. La cosa si rivela vincente....logicamente parlando. Mi ritrovo difatti in cresta a q.1934 (un nuovo approdo!) ma il tratto da q.1600 alla cresta è davvero duro: si tratta di arrampicare su placche, su prati ripidissimi avvinghiandosi al nardo (erba tenace e pungente) o ai rododendri di monte. E’ una via di quelle “indietro non si torna” perchè la ritirata sarebbe più rischiosa dell’avanzata. Ciliegina sulla torta è l’indicazione di Trek Map Italia secondo la quale a 1745m avrei dovuto incrociare una “mulattiera”. Ora per quello che ho visto direi che mulattiera è un vocabolo sconosciuto da queste parti; di sentieri nemmeno l’ombra. Comunque dopo 1h20’ di affannosi sforzi sono per l’appunto in cresta ad una mezz’ora dalla vetta della Scaravini che si raggiunge con divertente percorso che scala diverse roccette. A questo punto vedo dalla vetta la Cresta che avrei voluto percorrere; impressionante a vedersi da lassù ma soprattutto pare impossibile da raggiungere. Rileggo allora la relazione di Montagnamente che mi spiega di dover scendere per un canalone (again!) per ca. 100m fino ad incrociare un sentiero che conduce all’attacco. Vedo infatti con tanta invidia due tizi che stanno affrontando il secondo torrione. Faccio un rapido conciliabolo con me stesso: ho speso un mucchio di forze e di tempo, sono stanco e fare da solo la Via delle Creste che di certo non richiederà una mezz’oretta non mi attira. Per cui decido a malincuore di tornare a Forno; ma scelgo di percorrere a ritroso l’itinerario di Montagnamente che era descritto impegnativo ma non certo come quello della mia salita. Scendendo, noto a q.2003 l’inizio poco percepibile del sentiero che conduce all’attacco della Via delle Creste senza dover scendere il famoso canalone ma anche qui....nessuna indicazione. Giungo a q.1780 dove un cartello mi informa che Forno è a due ore. Non vedo sentieri ma seguo allora la direzione del cartello e il mio GPS; risultato? Due ore e 40’ di percorso senza traccia, pericoloso oltre misura per via di buche e smottamenti nascosti sotto il “benedetto” nardo. Una serie infinita di cadute, stortine, recuperi rocamboleschi dell’assetto....insomma peggio della salita durante la quale il “wild” me lo ero voluto ma qui l’avevo subìto! Lo stupefacente era il vedere a tratti disegnato su qualche masso il segnale R/B/R che indicava di essere sulla via giusta.
Concluderei col quesito: forse nel 2005 e nel 2009 questi sentieri lo erano non solo di nome ma anche di fatto; forse qualcuno se ne prendeva cura; mi rafforzo in questa idea pensando che non sono certo un “veloce” ma mi difendo per cui i tempi che altri danno credo che vedessero condizioni diverse. Ora comprendo il racconto che fece a me e a Poncione la proprietaria dell’Albergo del Leone in merito ad un recupero di Boy-scout via elicottero fatto proprio su quel percorso durante una giornata che era volta al brutto!
Di sicuro la Via delle Creste rimarrà un mio grande desiderio ma altrettanto di sicuro Forno non mi vedrà tanto presto e semmai cercherò un’altro avvicinamento.
Per chi volesse raggiungere la vetta della Cima Scaravini che da sola vale una escursione consiglio “vivamente” di salire da Massiola: quattro ore di cammino segnalato e per “persone normali” almeno nel 2011 S.E.& O. (come concludevano una volta i documenti contabili).
Nota: le valutazioni di difficoltà si riferiscono a quelle maggiori incontrate.
I tempi:
Località |
Tempo parziale |
Progressivo |
Parcheggio Forno |
0 |
0 |
Alpe Cinque Fontane |
0:32 |
0:32 |
Alpe Pociola (ruderi) |
1:00 |
1:32 |
q.1600 |
0:32 |
2:04 |
q.1934 (cresta) |
0:52 |
3:23 |
Cima Scaravini |
0:39 |
4:02 |
q.1780 (sentiero Montagnamente) |
1:30 |
5:32 |
q.1600 |
0:59 |
6:31 |
Alpe Pociola (ruderi) |
0:24 |
6:55 |
Alpe Cinque Fontane |
0:47 |
7:42 |
Parcheggio Forno |
0:29 |
8:11 |
Pillole….del giretto:
Dislivello 1227 m
Lunghezza totale 9,4 km
Tempo totale 8h11’

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