Pizzo Ruscada, prends garde à toi!
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- Guida: Guida delle Alpi Ticinesi, vol. 1, edizioni CAS, di Giuseppe Brenna
"Si caratterizza per le imponenti placconate che precipitano sulla Val Ribellasca ed è bello da vedere proprio da meridione. Offre un panorama stupendo: dalla cima lo sguardo spazia dalla muraglia settentrionale del gruppo del Gridone fino alle Alpi Vallesane".
-Lettura complementare: "Questa valle" della verzaschese Anna Gnesa (ed. Armando Dadò) colma del suo amore profondo per le bellezze delle valli ticinesi e della sua ammirazione tenerissima per le fatiche dei nostri avi, tutto ciò con una scrittura magnificamente poetica.
COME APPARVE LA FIGLIA DEL MATTIN, L' ALBA DALLE DITA ROSEE
(Omero, ODISSEA)
Pizzo Ruscada! ti saluto ogni mattina da sei anni, tu che torreggi sulla mia cascina, come saluto il Gridone tuo dirimpettaio: quante volte ti ho promesso "questa volta salgo a farti visita"? Oggi all' alba dalle dita rosee, salutandoti ti ho detto "a tra poco".
Decido di partire dall' Italia, onorando così la mia bi-nazionalità. Appena posteggiata l' auto nella piazzetta di Dissimo, primo sorso alla fontana e preghiera al vicino oratorio di San Antonio.
Una mulattiera mi porta al Monte di Dissimo: incredibile come le gambe volano stamattina, sono gasatissima (sarà il Pizzo Ragno di ieri?) e strafelice. Omaggio una fontana .
Sino all' alpe di Rovina è un susseguirsi di pietraie, bosco misto, faggete dal tappeto di fogliame morbido ai piedi; quando sbuco dall' ultima faggeta prima dell' alpe mi prende una grande emozione: lo spazio verde che si svela, sperato ad ogni curva del sentiero, eccolo!
Ecco anche il Pizzo e le sue pareti che luccicano al sole! e su ll' altro lato della valle il suo amico Gridone!
KIKI SOSO LHAR GYALO!
GLI DEI SONO VITTORIOSI!
(questa è la gioiosa esclamazione che i Ladakhi - nell ' Himalaya indiano - lanciano al Cielo e che sempre lancio anch' io camminando)
L' emozione merita una pausa; una tazza di tisana di erbe delle montagne con spremuta fresca di limone...e un sigarillo rimirando beata il mio Pizzo e godendo il calore del sole.
Riparto; la pendenza è maggiore e mi accorgo subito che faccio fatica- sarà il fumo?- e che si risveglia il pizzicore alla caviglia destra che mi infastidisce da settimane. Dalla partenza la sorvegliavo silenziosamente; mi sono persino portata un analgesico, io che non amo i medicinali chimici.
Il dolore aumenta e comincio a posare il piede di traverso, illudendomi di eludere così le fitte, mi concentro su ogni passo, respiro profondamente (ringrazio l' allenamento al canto lirico!).
Omaggio una fontana.
L' arrivo alla bocchetta di Cortaccio mi rincuora. Lassù due fieri cavalli bruni mi accolgono incuriositi: che siano quelli del Principe Azzurro?!!
Costeggiando due cascine diroccate si passa sul versante onsernonese, in ombra; soffia un'auretta fresca, pietre ed erba sono umide.
Il motorino musicale interiore chiama WOLFGANG AMADEUS ed il suo celestiale trio "Soave sia il vento" dall' opera "Così fan tutte":
SOAVE SIA IL VENTO ,
TRANQUILLA SIA L' ONDA
ED OGNI ELEMENTO
BENIGNO RISPONDA
AI NOSTRI DESIR
(libretto di Lorenzo da Ponte)
S' incontrano sul sentiero belle piode e scale fatte con lastroni.
Sempre, vedendo i manufatti dei nostri avi, cascine, cappellette, mi commuovo: che fatiche! e a noi, senza fatica altra che quella, liberamente scelta, del camminare, goder del loro faticare...
Che buon profumo di resinosi empie le narici!
Il sentiero è stato pulito e ripristinato di recente: un grazie ai cantonieri! E così sino all ' alpe Ruscada .
Si passa sul lato centovallino e, gioia! UNA GANNA! toc toc toc fanno gli scarponi sulle lastre talvolta mobili!
Arrivo al bellissimo Alpe Ruscada, adagiato nella sua conca soliva: mi piacerebbe concedere ai miei piedi doloranti la frescura del ruscelletto ma desidero toccare la cima con mano e non mi fido al 100% di caviglie e piedi.
Chissà perchè faccio fatica dall ' alpe alla meta; "ma faa mal i pee" come al barbone di Jannacci (eppure non porto i scarp da tenis...). La pendenza è ben maggiore, il tipo di terreno cambia in continuazione: piodate, alti scalini di terra, erba o roccette. Ho pure una gran sete, ma mi rifiuto il tè: morta o viva sul Ruscada ci voglio arrivare oggi, lui che è stato tanto paziente!!
Dopo un bivio con cambio di direzione perpendicolare a destra vedo lassù un ometto spuntare. Oh ma quando arrivo in cima, che sono esausta e sogno di bere? e la croce di vetta, quando si vedrà?
Arrivo all' ometto poi la salita è finita: ma la croce dov ' è? faccio il giro del ripiano sassoso: e il Ruscada dov' è? tutto intorno è più sotto del ripiano...AH, L ' OMETTO è QUELLO DI VETTA, E DOVE MI SONO INVENTATA CHE SULLA CIMA C' ERA UNA CROCE???
Mi metto a ridere, ringrazio i miei cari Lassù ed il Santo Patrono di piedi, caviglie e scheletro completo (qualcuno sa il suo nome?) che mi hanno accompagnata quassù.
Piedi nudi cammino in tondo sul piccolo ripiano, guardo la mia cascina laggiù che cosi piccola fa tenerezza, faccio un paio di foto e zacchete! panino, l' agognato tè, mela.
Sapendo che il ritorno sarà lungo non mi soffermo tanto; un massaggio al piede e via! Cooosa vedo? una specie di bel bernoccolo che spunta sul malleolo destro! sfido io , che avevo un male cane!
Non mi sento tranquilla: sono stanca -più per il dolore e la conseguente tensione- "ma fa mal i pee", il telefonino non riceve segnali, non ho incontrato anima viva e c ' è la lunga discesa. Cauta riparto, ponderando ogni passo con estrema concentrazione anche se il terreno non presenta difficoltà.
Dall' alpe Ruscada, il miracoloso venticello che spira dall' Onsernone mi mette le ali ai piedi: spariti i dolori ai piedi, pura gioia e serotonina del camminare, cosciente che tutti gli arti funzionano a dovere!
All ' oratorio di Dissimo, doveroso ex - voto a Sant Antonio e al Suo collega Patrono dello Scheletro Tutto.
Arrivata poi in cascina stappo la mia Birra di Vett....accidenti!...DI CASCINA, alzando il bicchiere alla salute del mio Ruscada!
-Per tutto il cammino mi hanno tenuto compagnia due preludi di Johann Sebastian Bach (1685 - 1750): dal secondo volume del "Clavicembalo ben temperato", i numeri 18 e 21.
Ne consiglio l' ascolto nell' interpretazione della pianista Zhu Xiao-Mei (you tube ne propone altri, ma di questi esiste il cd) dalla storia personale incredibilmente travagliata. Se leggete il francese o l' inglese vi raccomando la sua struggente autobiografia: The Secret Piano / La rivière et son secret, des camps de Mao à Bach.
-Il trio "Soave sia il vento" di Mozart ve lo propongo col canto di Veronica Cangemi, Rinat Shaham e Pietro Spagnoli diretti dal maestro Spinosi in una bella regia al teatro degli Champs-Elysées di Parigi nel 2008.
"Si caratterizza per le imponenti placconate che precipitano sulla Val Ribellasca ed è bello da vedere proprio da meridione. Offre un panorama stupendo: dalla cima lo sguardo spazia dalla muraglia settentrionale del gruppo del Gridone fino alle Alpi Vallesane".
-Lettura complementare: "Questa valle" della verzaschese Anna Gnesa (ed. Armando Dadò) colma del suo amore profondo per le bellezze delle valli ticinesi e della sua ammirazione tenerissima per le fatiche dei nostri avi, tutto ciò con una scrittura magnificamente poetica.
COME APPARVE LA FIGLIA DEL MATTIN, L' ALBA DALLE DITA ROSEE
(Omero, ODISSEA)
Pizzo Ruscada! ti saluto ogni mattina da sei anni, tu che torreggi sulla mia cascina, come saluto il Gridone tuo dirimpettaio: quante volte ti ho promesso "questa volta salgo a farti visita"? Oggi all' alba dalle dita rosee, salutandoti ti ho detto "a tra poco".
Decido di partire dall' Italia, onorando così la mia bi-nazionalità. Appena posteggiata l' auto nella piazzetta di Dissimo, primo sorso alla fontana e preghiera al vicino oratorio di San Antonio.
Una mulattiera mi porta al Monte di Dissimo: incredibile come le gambe volano stamattina, sono gasatissima (sarà il Pizzo Ragno di ieri?) e strafelice. Omaggio una fontana .
Sino all' alpe di Rovina è un susseguirsi di pietraie, bosco misto, faggete dal tappeto di fogliame morbido ai piedi; quando sbuco dall' ultima faggeta prima dell' alpe mi prende una grande emozione: lo spazio verde che si svela, sperato ad ogni curva del sentiero, eccolo!
Ecco anche il Pizzo e le sue pareti che luccicano al sole! e su ll' altro lato della valle il suo amico Gridone!
KIKI SOSO LHAR GYALO!
GLI DEI SONO VITTORIOSI!
(questa è la gioiosa esclamazione che i Ladakhi - nell ' Himalaya indiano - lanciano al Cielo e che sempre lancio anch' io camminando)
L' emozione merita una pausa; una tazza di tisana di erbe delle montagne con spremuta fresca di limone...e un sigarillo rimirando beata il mio Pizzo e godendo il calore del sole.
Riparto; la pendenza è maggiore e mi accorgo subito che faccio fatica- sarà il fumo?- e che si risveglia il pizzicore alla caviglia destra che mi infastidisce da settimane. Dalla partenza la sorvegliavo silenziosamente; mi sono persino portata un analgesico, io che non amo i medicinali chimici.
Il dolore aumenta e comincio a posare il piede di traverso, illudendomi di eludere così le fitte, mi concentro su ogni passo, respiro profondamente (ringrazio l' allenamento al canto lirico!).
Omaggio una fontana.
L' arrivo alla bocchetta di Cortaccio mi rincuora. Lassù due fieri cavalli bruni mi accolgono incuriositi: che siano quelli del Principe Azzurro?!!
Costeggiando due cascine diroccate si passa sul versante onsernonese, in ombra; soffia un'auretta fresca, pietre ed erba sono umide.
Il motorino musicale interiore chiama WOLFGANG AMADEUS ed il suo celestiale trio "Soave sia il vento" dall' opera "Così fan tutte":
SOAVE SIA IL VENTO ,
TRANQUILLA SIA L' ONDA
ED OGNI ELEMENTO
BENIGNO RISPONDA
AI NOSTRI DESIR
(libretto di Lorenzo da Ponte)
S' incontrano sul sentiero belle piode e scale fatte con lastroni.
Sempre, vedendo i manufatti dei nostri avi, cascine, cappellette, mi commuovo: che fatiche! e a noi, senza fatica altra che quella, liberamente scelta, del camminare, goder del loro faticare...
Che buon profumo di resinosi empie le narici!
Il sentiero è stato pulito e ripristinato di recente: un grazie ai cantonieri! E così sino all ' alpe Ruscada .
Si passa sul lato centovallino e, gioia! UNA GANNA! toc toc toc fanno gli scarponi sulle lastre talvolta mobili!
Arrivo al bellissimo Alpe Ruscada, adagiato nella sua conca soliva: mi piacerebbe concedere ai miei piedi doloranti la frescura del ruscelletto ma desidero toccare la cima con mano e non mi fido al 100% di caviglie e piedi.
Chissà perchè faccio fatica dall ' alpe alla meta; "ma faa mal i pee" come al barbone di Jannacci (eppure non porto i scarp da tenis...). La pendenza è ben maggiore, il tipo di terreno cambia in continuazione: piodate, alti scalini di terra, erba o roccette. Ho pure una gran sete, ma mi rifiuto il tè: morta o viva sul Ruscada ci voglio arrivare oggi, lui che è stato tanto paziente!!
Dopo un bivio con cambio di direzione perpendicolare a destra vedo lassù un ometto spuntare. Oh ma quando arrivo in cima, che sono esausta e sogno di bere? e la croce di vetta, quando si vedrà?
Arrivo all' ometto poi la salita è finita: ma la croce dov ' è? faccio il giro del ripiano sassoso: e il Ruscada dov' è? tutto intorno è più sotto del ripiano...AH, L ' OMETTO è QUELLO DI VETTA, E DOVE MI SONO INVENTATA CHE SULLA CIMA C' ERA UNA CROCE???
Mi metto a ridere, ringrazio i miei cari Lassù ed il Santo Patrono di piedi, caviglie e scheletro completo (qualcuno sa il suo nome?) che mi hanno accompagnata quassù.
Piedi nudi cammino in tondo sul piccolo ripiano, guardo la mia cascina laggiù che cosi piccola fa tenerezza, faccio un paio di foto e zacchete! panino, l' agognato tè, mela.
Sapendo che il ritorno sarà lungo non mi soffermo tanto; un massaggio al piede e via! Cooosa vedo? una specie di bel bernoccolo che spunta sul malleolo destro! sfido io , che avevo un male cane!
Non mi sento tranquilla: sono stanca -più per il dolore e la conseguente tensione- "ma fa mal i pee", il telefonino non riceve segnali, non ho incontrato anima viva e c ' è la lunga discesa. Cauta riparto, ponderando ogni passo con estrema concentrazione anche se il terreno non presenta difficoltà.
Dall' alpe Ruscada, il miracoloso venticello che spira dall' Onsernone mi mette le ali ai piedi: spariti i dolori ai piedi, pura gioia e serotonina del camminare, cosciente che tutti gli arti funzionano a dovere!
All ' oratorio di Dissimo, doveroso ex - voto a Sant Antonio e al Suo collega Patrono dello Scheletro Tutto.
Arrivata poi in cascina stappo la mia Birra di Vett....accidenti!...DI CASCINA, alzando il bicchiere alla salute del mio Ruscada!
-Per tutto il cammino mi hanno tenuto compagnia due preludi di Johann Sebastian Bach (1685 - 1750): dal secondo volume del "Clavicembalo ben temperato", i numeri 18 e 21.
Ne consiglio l' ascolto nell' interpretazione della pianista Zhu Xiao-Mei (you tube ne propone altri, ma di questi esiste il cd) dalla storia personale incredibilmente travagliata. Se leggete il francese o l' inglese vi raccomando la sua struggente autobiografia: The Secret Piano / La rivière et son secret, des camps de Mao à Bach.
-Il trio "Soave sia il vento" di Mozart ve lo propongo col canto di Veronica Cangemi, Rinat Shaham e Pietro Spagnoli diretti dal maestro Spinosi in una bella regia al teatro degli Champs-Elysées di Parigi nel 2008.
Tourengänger:
micaela

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