Gradiccioli, Tamaro e Gambarogno- Val Veddasca
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Escursione ad anello attorno le tre cime più elevate sulla testata della Val Veddasca.
Lascio la macchina nell'ampio parcheggio situato alla fine della strada in località Ponte di Piero (574) dove c'è la stazione della funivia per Monteviasco. Inizio il cammino lungo la scalinata che si alza a risvolti distaccandosi dalla valle del Torrente Viaschina. Arrivo al caratteristico borgo di Monteviasco (926) dove, invece di seguire il sentiero segnato, opto per una via alternativa. All'entrata in paese svolto a sinistra salendo al cimitero e, seguendo una traccia non segnata prendo a salire ripidamente cercando di seguire la dorsale. Tra erba alta, rovi e tracce di sentiero attraverso un gruppo di baite (1050). Proseguo sulla panoramica dorsale raggiungendo le baite dell' Alpe Cascinelle (1152). Seguo tra le alti felci il tracciato di una tubazione per l'acqua. Supero qualche risalto roccioso e guadagno la costa, ora con dolci pendenze, da cui si gode una bella vista sui tetti di Monteviasco. Arrivo alla sella sopra l'alpe Corte da dove si alza la costa erbosa del Sasso della Gallina. Potrei proseguire sulla costa ma scelgo di scendere all'Alpe Corte (1354) ritrovando il sentiero normale, dove il cammino è indubbiamente più regolare e veloce, anche se più lungo. Seguo il sentiero per il passo d'Agario quindi devio a sinistra salendo alla Capanna Merigetto (1498) del CAI di Germignaga. Proseguo su un tratto pianeggiante dove, entrato in territorio elvetico, raggiungo la costa che sale al Monte Pola, immettendomi sul frequentato percorso Lema- Tamaro. Raggiunta la cima del Monte Pola (1742), proseguo lungo i mottoni di Pianoni (1769) dove devio a destra salendo alla croce di vetta del Gradiccioli (1936), prima cima di giornata. Scendo sul versante opposto ritrovando il sentiero principale alla Bassa di Montoia (1764). Dopo una breve risalita scendo alla Bassa di Indemini (1723), dove inizia la salita al Tamaro. Il tracciato per la cima, fino a due anni fa diretto, è stato addolcito con la costruzione di diversi tornanti. Salendo lungo l'affollato sentiero assisto ad un recupero di un'escursionista infortunata da parte dell'elicottero della Rega. Raggiunta la cima del Tamaro (1962) inizio subito la discesa sul ripido sentiero sul versante opposto. Mi immetto sul sentiero che porta alla Capanna Tamaro e lo seguo scendendo sulla strada al passo del Neggia (1395). Riprendo a salire seguendo la traccia per il Gambarogno. Quando mi accorgo di essere sul sentiero più lungo lo abbandono tagliando tra i rododendri e trovando il sentiero diretto. Passo dalla croce della cima orientale (1687) ed arrivo alla vetta del Monte Gambarogno (1734). Sceso alla casermetta (1730) valuto il da farsi. Avevo intenzione di scendere a Sant'Anna sul sentiero normale che passa dall'Alpe Cedullo ma, per fare ciò, avrei dovuto tornare indietro un po'. Decido di proseguire in cresta per i Sassi Gialli. Avevo già fatto altre volte questo percorso ma non ero riuscito mai a trovare una via agevole di discesa. Procedo sulla panoramica cresta arrivando ai Sassi Gialli (1521) dove, lasciata la cresta, cerco una via di discesa. Anche questa volta non trovo una via facile. Scendo nella gana di Sant'Anna prima fra i massi, poi fra rododendri, poi ancora massi, di nuovo rododendri e, finalmente, bosco. Arrivo alla chiesa/rifugio di Sant'Anna (1342) dove valuto il percorso che devo fare. Conosco il sentiero che scende a Biegno ma poi non sono sicuro di trovare quello che scende al Ponte di Piero o se proseguire per Lozzo. Inoltre dalla cartina che ho stampato è rimasto fuori Lozzo. Decido di scendere ad Indemini e tornare a Monteviasco. Sceso ad Indemini (979) cerco il sentiero per Monteviasco e mi ritrovo una sorpresa. Durante la salita del mattino, poco sotto Monteviasco, avevo visto il cartello del sentiero per Indemini che dava un tempo di 1h30'. Essendo Indemini ad una quota poco più alta di Monteviasco ritenevo che il sentiero, in direzione opposta, dovesse comportare lo stesso tempo di percorrenza. Invece l'indicazione del tempo da Indemini a Montevisco è dato in 2h40'. Col senno di poi posso dire che è più sensata questa seconda valutazione. Scendo tra le vie del paese e, giunto nella parte bassa, trovo le bandiere di sentiero, ma noi i cartelli, su una stradina che scende nel bosco. Incontro un passante che mi conferma di essere sul sentiero giusto ed arrivo al ponte sul Giona (818). Attraversato il ponte ignoro la direzione per i Monti di Sciaga e proseguo sul versante sinistro della Val Giona. Superate con alcuni saliscendi altrettante valli laterali il percorso lascia la valle e, superato il ponte dell'' Alpe Laveree (774) inizia a salire decisamente. In località Finardo (997) ritorno in territorio italiano. Passo dall'Alpe Rassina (1009) e raggiungo la parte bassa di Monteviasco dove ritrovo la scalinata che mi riporta al parcheggio del Ponte di Piero (549).
Partecipanti: Dario
Tempi di percorrenza: 2h30' al Gradiccioli, 3h20' al Tamaro, 4h45' al Gambarogno, 6h05' ad Indemini, 8h10' tutto il giro (non ho fatto soste significative).
Lunghezza del percorso: 26 km
Meteo: bello
Lascio la macchina nell'ampio parcheggio situato alla fine della strada in località Ponte di Piero (574) dove c'è la stazione della funivia per Monteviasco. Inizio il cammino lungo la scalinata che si alza a risvolti distaccandosi dalla valle del Torrente Viaschina. Arrivo al caratteristico borgo di Monteviasco (926) dove, invece di seguire il sentiero segnato, opto per una via alternativa. All'entrata in paese svolto a sinistra salendo al cimitero e, seguendo una traccia non segnata prendo a salire ripidamente cercando di seguire la dorsale. Tra erba alta, rovi e tracce di sentiero attraverso un gruppo di baite (1050). Proseguo sulla panoramica dorsale raggiungendo le baite dell' Alpe Cascinelle (1152). Seguo tra le alti felci il tracciato di una tubazione per l'acqua. Supero qualche risalto roccioso e guadagno la costa, ora con dolci pendenze, da cui si gode una bella vista sui tetti di Monteviasco. Arrivo alla sella sopra l'alpe Corte da dove si alza la costa erbosa del Sasso della Gallina. Potrei proseguire sulla costa ma scelgo di scendere all'Alpe Corte (1354) ritrovando il sentiero normale, dove il cammino è indubbiamente più regolare e veloce, anche se più lungo. Seguo il sentiero per il passo d'Agario quindi devio a sinistra salendo alla Capanna Merigetto (1498) del CAI di Germignaga. Proseguo su un tratto pianeggiante dove, entrato in territorio elvetico, raggiungo la costa che sale al Monte Pola, immettendomi sul frequentato percorso Lema- Tamaro. Raggiunta la cima del Monte Pola (1742), proseguo lungo i mottoni di Pianoni (1769) dove devio a destra salendo alla croce di vetta del Gradiccioli (1936), prima cima di giornata. Scendo sul versante opposto ritrovando il sentiero principale alla Bassa di Montoia (1764). Dopo una breve risalita scendo alla Bassa di Indemini (1723), dove inizia la salita al Tamaro. Il tracciato per la cima, fino a due anni fa diretto, è stato addolcito con la costruzione di diversi tornanti. Salendo lungo l'affollato sentiero assisto ad un recupero di un'escursionista infortunata da parte dell'elicottero della Rega. Raggiunta la cima del Tamaro (1962) inizio subito la discesa sul ripido sentiero sul versante opposto. Mi immetto sul sentiero che porta alla Capanna Tamaro e lo seguo scendendo sulla strada al passo del Neggia (1395). Riprendo a salire seguendo la traccia per il Gambarogno. Quando mi accorgo di essere sul sentiero più lungo lo abbandono tagliando tra i rododendri e trovando il sentiero diretto. Passo dalla croce della cima orientale (1687) ed arrivo alla vetta del Monte Gambarogno (1734). Sceso alla casermetta (1730) valuto il da farsi. Avevo intenzione di scendere a Sant'Anna sul sentiero normale che passa dall'Alpe Cedullo ma, per fare ciò, avrei dovuto tornare indietro un po'. Decido di proseguire in cresta per i Sassi Gialli. Avevo già fatto altre volte questo percorso ma non ero riuscito mai a trovare una via agevole di discesa. Procedo sulla panoramica cresta arrivando ai Sassi Gialli (1521) dove, lasciata la cresta, cerco una via di discesa. Anche questa volta non trovo una via facile. Scendo nella gana di Sant'Anna prima fra i massi, poi fra rododendri, poi ancora massi, di nuovo rododendri e, finalmente, bosco. Arrivo alla chiesa/rifugio di Sant'Anna (1342) dove valuto il percorso che devo fare. Conosco il sentiero che scende a Biegno ma poi non sono sicuro di trovare quello che scende al Ponte di Piero o se proseguire per Lozzo. Inoltre dalla cartina che ho stampato è rimasto fuori Lozzo. Decido di scendere ad Indemini e tornare a Monteviasco. Sceso ad Indemini (979) cerco il sentiero per Monteviasco e mi ritrovo una sorpresa. Durante la salita del mattino, poco sotto Monteviasco, avevo visto il cartello del sentiero per Indemini che dava un tempo di 1h30'. Essendo Indemini ad una quota poco più alta di Monteviasco ritenevo che il sentiero, in direzione opposta, dovesse comportare lo stesso tempo di percorrenza. Invece l'indicazione del tempo da Indemini a Montevisco è dato in 2h40'. Col senno di poi posso dire che è più sensata questa seconda valutazione. Scendo tra le vie del paese e, giunto nella parte bassa, trovo le bandiere di sentiero, ma noi i cartelli, su una stradina che scende nel bosco. Incontro un passante che mi conferma di essere sul sentiero giusto ed arrivo al ponte sul Giona (818). Attraversato il ponte ignoro la direzione per i Monti di Sciaga e proseguo sul versante sinistro della Val Giona. Superate con alcuni saliscendi altrettante valli laterali il percorso lascia la valle e, superato il ponte dell'' Alpe Laveree (774) inizia a salire decisamente. In località Finardo (997) ritorno in territorio italiano. Passo dall'Alpe Rassina (1009) e raggiungo la parte bassa di Monteviasco dove ritrovo la scalinata che mi riporta al parcheggio del Ponte di Piero (549).
Partecipanti: Dario
Tempi di percorrenza: 2h30' al Gradiccioli, 3h20' al Tamaro, 4h45' al Gambarogno, 6h05' ad Indemini, 8h10' tutto il giro (non ho fatto soste significative).
Lunghezza del percorso: 26 km
Meteo: bello
Tourengänger:
morgan
Communities: Ticino Selvaggio, Hikr in italiano
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