Quasi Pesciora... quota 3059
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Cronaca di una salita durissima, su una meta in questa stagione non a caso preferita più dagli scialpinisti che dagli escursionisti.
Igor mi propone questa cima e, pur con qualche riserva dovuta alle ben note difficoltà della cresta terminale, accetto volentieri. Come da sua abitudine il buon Igor decide di portare con sè tutto il materiale utile alla causa in caso di difficoltà, ed ovviamente ciò produce due begli zaini "al piombo" che caratterizzeranno negativamente la nostra salita. Alle sette partiamo da Ronco Bedretto, e la salita in pineta è subito di quelle decise, pur attenuata da qualche zigzag. Ci precede un paio di gruppi di skialper, ed altri ci raggiungeranno e supereranno nel corso della lunga e durissima salita, la quale presenta una pendenza notevolissima: fortunatamente la neve bella dura ci aiuta, quantomeno fino ai 2800 metri circa, quando inizia a diventare cedevole.
Per quanto ci riguarda, mentre gli skialper disegnavano curve e controcurve a ripetizione, abbiamo seguito il pendio verticalmente fino a quella quota, poi venendo a scemare le energie abbiamo deciso nella parte finale di seguire la traccia di questi ultimi, giungendo sfiniti sotto la cresta (oggi praticamente un "deposito sci"). Dopo una bella pausa per riprenderci e mangiare decidiamo di attaccare quest'ultima, ma quasi subito rinunciamo... io non sono sicurissimo (incredibile non sentirsi sicuri con corde e moschettoni!!!), arenandomi su un passaggio assai banale, e visto che la discesa sarà lunga decidiamo di comune accordo di lasciar stare. La stanchezza qui ha davvero fatto tanto, perchè il giorno prima sulla cresta del Poncione di Ganna (e senza corde) avrei riso di un simile passaggio... Vabbè, son proprio strano, e lo si è capito: quando tocco corde e moschettoni mi sento in gabbia e i nervi vanno nel pallone, anzichè distendersi. :)
Igor, sorprendentemente, la prende con filosofia - forse anche lui un po' stanco: in fondo, è già stato un bel traguardo arrivare sino al "deposito sci" su un pendio davvero ostico (definito da uno skialper incontrato ieri "il muro del pianto") - e ciò mi fa piacere.
La discesa a Ronco è prevedibilmente lunga, con una neve nel frattempo fattasi completamente molle, salvo che nel tratto finale in pineta...
Peccato per la defaillance conclusiva, ma forse è stato meglio così... Si potrà sempre tornare alla carica in un secondo tempo, meditando su eventuali errori di valutazione (i 1000 metri di dislivello del giorno prima da me affrontati in Valganna alla lunga avranno senz'altro influito sul mio rendimento).
Grazie al mitico
Igor per la splendida giornata, passata in un incomparabile e selvaggio ambiente alpino.
Igor:
La prima intenzione era fare il cubo, tanto per riprendere l'allenamento e vedere di fare qualcosa di interessante poi se era un 3000 ticinese tanto meglio(che malattia ah ah),ma visto che utoe bellinzona dava in programma il pesciora ho chiesto gentilmente se potevamo agregarci sapendo poi benissimo che al ritorno saremo ritornati soli.......(loro erano con gli sci)
Ci siamo alzati presto, ma pultroppo il gruppo del bellinzona era gia partito,quindi seguendo le autostrade degli sciatori era cmq impossibile sbagliare itinerario.....
Partiamo da ronco dietro il ristorante,come detto una traccia infinita e un sacco di gente che oggi va al pesciora,mi sento in forma oggi malgrado ho dormito poco e con lo zaino al piombo,decido di tagliare verticalmente i pendii senza seguire gli sciatori,si guadagna veloce dislivello e la neve tiene bene.
Arrivati poi all'ultima vera fatica prima della vetta, il cosidetto muro del pianto, qui mi sa che le verticalizzazioni le abbiamo pagate un po', é stato veramente duro salire eravamo cotti e stracotti....
Arriviamo a fatica al deposito sci ,dove ancora c'é un ultimo gruppo che sta per salire in vetta,siamo stanchi ma tutti e due vogliamo salire....
Facciamo un break mangiando un panino,poi ci incordiamo e inizio a salire sulle prime roccie misto a neve dove poi subito sulla destra trovo 2 spit ,faccio una sosta e assicuro Emiliano.
Aspetto un attimo, ma Emiliano non si sente sicuro nel passaggio,io dal canto mio non me la sento di proseguire oltre vedendo che Emiliano non se la sente e da solo senza nessuno che mi assicuri non proseguo di certo,io vado con le corde e i mie materiali non voglio rischiare,poi ognuno vada come vuole....
Decido di rinunciare alla salita, anche se Emiliano piu' volte mi dice di aspettare, che prova a passare il passaggio......
Sinceramente non me la sono presa, anche perché Emiliano posso solo ringraziarlo di essere venuto con me,almeno lui non si tira mai indietro e di questo lo ringrazio,oltre che poi si era gia massacrato il giorno prima in valganna quindi gia arrivare con quel peso li in cima tanto di cappello.....
Fa niente, mi sono divertito una giornata stupenda,almeno sappiamo la prossima volta cosa ci aspetta,
e come dissi al Tamaro:
non e chiusa qui Pesciorino....alla prox.

Per quanto ci riguarda, mentre gli skialper disegnavano curve e controcurve a ripetizione, abbiamo seguito il pendio verticalmente fino a quella quota, poi venendo a scemare le energie abbiamo deciso nella parte finale di seguire la traccia di questi ultimi, giungendo sfiniti sotto la cresta (oggi praticamente un "deposito sci"). Dopo una bella pausa per riprenderci e mangiare decidiamo di attaccare quest'ultima, ma quasi subito rinunciamo... io non sono sicurissimo (incredibile non sentirsi sicuri con corde e moschettoni!!!), arenandomi su un passaggio assai banale, e visto che la discesa sarà lunga decidiamo di comune accordo di lasciar stare. La stanchezza qui ha davvero fatto tanto, perchè il giorno prima sulla cresta del Poncione di Ganna (e senza corde) avrei riso di un simile passaggio... Vabbè, son proprio strano, e lo si è capito: quando tocco corde e moschettoni mi sento in gabbia e i nervi vanno nel pallone, anzichè distendersi. :)
Igor, sorprendentemente, la prende con filosofia - forse anche lui un po' stanco: in fondo, è già stato un bel traguardo arrivare sino al "deposito sci" su un pendio davvero ostico (definito da uno skialper incontrato ieri "il muro del pianto") - e ciò mi fa piacere.
La discesa a Ronco è prevedibilmente lunga, con una neve nel frattempo fattasi completamente molle, salvo che nel tratto finale in pineta...
Peccato per la defaillance conclusiva, ma forse è stato meglio così... Si potrà sempre tornare alla carica in un secondo tempo, meditando su eventuali errori di valutazione (i 1000 metri di dislivello del giorno prima da me affrontati in Valganna alla lunga avranno senz'altro influito sul mio rendimento).
Grazie al mitico


La prima intenzione era fare il cubo, tanto per riprendere l'allenamento e vedere di fare qualcosa di interessante poi se era un 3000 ticinese tanto meglio(che malattia ah ah),ma visto che utoe bellinzona dava in programma il pesciora ho chiesto gentilmente se potevamo agregarci sapendo poi benissimo che al ritorno saremo ritornati soli.......(loro erano con gli sci)
Ci siamo alzati presto, ma pultroppo il gruppo del bellinzona era gia partito,quindi seguendo le autostrade degli sciatori era cmq impossibile sbagliare itinerario.....
Partiamo da ronco dietro il ristorante,come detto una traccia infinita e un sacco di gente che oggi va al pesciora,mi sento in forma oggi malgrado ho dormito poco e con lo zaino al piombo,decido di tagliare verticalmente i pendii senza seguire gli sciatori,si guadagna veloce dislivello e la neve tiene bene.
Arrivati poi all'ultima vera fatica prima della vetta, il cosidetto muro del pianto, qui mi sa che le verticalizzazioni le abbiamo pagate un po', é stato veramente duro salire eravamo cotti e stracotti....
Arriviamo a fatica al deposito sci ,dove ancora c'é un ultimo gruppo che sta per salire in vetta,siamo stanchi ma tutti e due vogliamo salire....
Facciamo un break mangiando un panino,poi ci incordiamo e inizio a salire sulle prime roccie misto a neve dove poi subito sulla destra trovo 2 spit ,faccio una sosta e assicuro Emiliano.
Aspetto un attimo, ma Emiliano non si sente sicuro nel passaggio,io dal canto mio non me la sento di proseguire oltre vedendo che Emiliano non se la sente e da solo senza nessuno che mi assicuri non proseguo di certo,io vado con le corde e i mie materiali non voglio rischiare,poi ognuno vada come vuole....
Decido di rinunciare alla salita, anche se Emiliano piu' volte mi dice di aspettare, che prova a passare il passaggio......
Sinceramente non me la sono presa, anche perché Emiliano posso solo ringraziarlo di essere venuto con me,almeno lui non si tira mai indietro e di questo lo ringrazio,oltre che poi si era gia massacrato il giorno prima in valganna quindi gia arrivare con quel peso li in cima tanto di cappello.....
Fa niente, mi sono divertito una giornata stupenda,almeno sappiamo la prossima volta cosa ci aspetta,
e come dissi al Tamaro:
non e chiusa qui Pesciorino....alla prox.
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