Pizzo Pesciora (3120 m) e Gerenhorn (3076 m)
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Commento di
michea82
m323 E' già tardi ed inizia a fare caldo. Mi sa che il Gerenhorn lo facciamo poi un'altra volta. Ok?
michea82 Sì sì tranquillo, il Pesciora è già stato fin troppo per oggi e la sua cresta ci ha tenuto in scacco così a lungo...
Video dell'uscita
[/drive.google.com/file/d/1KZnTy-OnmD-s-9nCZQdNy3Lbw8jeDhbJ/v...]
Cresta SW del Pesciora e cima (3120 m)
Dall'attacco alla vetta abbiamo impiegato più tempo del previsto. Guardando le foto ho calcolato 1h 50 min. Il grosso del tempo l'abbiamo perso subito all'inizio della cresta e poi presso la placca finale.
Superata quota 2900 m alla nostra sinistra abbiamo il Gerenhorn e la sua cresta che lo collega al Pesciora. La cresta di collegamento è sottile e corniciosa. Osserviamo il Gerenhorn ed escludiamo di accedervi direttamente dalla cresta E/NE. Ma ora pensiamo prima al Pesciora e poi si vedrà.
Di fronte a noi quest'ultimo è preceduto da un pendio vieppiù ripido. Lo affrontiamo ramponati ma solo a pochi metri dalle prime roccette decidiamo di estrarre la piccozza. La pendenza si fa notare. La neve è comunque portante.
Superate le prime rocce, io che sono davanti, ho difficoltà perché non sento più la neve portante sotto di me. Il manto si assottiglia e ci sono placchette, i ramponi e la piccozza urtano la roccia e gli appigli sulla stessa scarseggiano. Non mi sento sicuro. Non posso progredire, faccio alcuni tentativi ma non trovo il modo di procedere sereno. Fredy è subito sotto, gli propongo di retrocedere e di tentare più a sinistra. Piccolo traversino e troviamo una via più sicura, con neve, un corridoio obliquo. Ci troviamo tra rocce più grandi e ad ogni passaggio valutiamo con attenzione come proseguire. Ci prendiamo tutto il tempo necessario per studiare il terreno e avanzare nel miglior modo possibile. Creo molti appigli e appoggi rimuovendo dalle rocce la neve con la piccozza. Non ricordo precisamente i passaggi, ma rammento che ho visto alcuni piccoli omini di roccia. Questo significa che abbiamo scelto una via già battuta, la via normale.
Ad un certo punto sbuco direttamente sul bordo interno della cornice della cresta. Mi tengo bene dentro e attaccato ad una roccia. Arriva anche Fredy. Ero convinto di essere a due passi dalla cima e invece: una bella placca si presenta sopra di noi.
Zoom sulla placca nella parte finale della cresta (foto scattata poco più tardi sul Gerenhorn)

La placca vista da sopra con Fredy in cima all'intaglio mentre tenta di superare il passaggio

In effetti è proprio questo passaggio quello per noi risultato più difficile. Ho calcolato dalle foto circa 40 min di impegno. Mi sono avvicinato e ho individuato un bel intaglio longitudinale nel quale infilarmi. Con i ramponi ho escluso di salire sulla placca, e senza ramponi la placca è comunque parzialmente ghiacciata e innevata. Anche se fosse asciutta sarebbe rischioso arrampicarla perché è esposta. L'interno dell'intaglio è stretto. I piedi non possono stare appaiati. Percorro l'interno senza difficoltà ma alla sua sommità devo sollevarmi di forza per procedere oltre (passaggio boulder). Il mio problema è che a sinistra ho un appoggio piuttosto alto per il piede e a destra uno molto alto per la mano. Mi manca un buon appiglio per la mano sinistra. Sopra c'è molta neve. Mi manca anche un appoggio per il piede destro. Tento di sollevarmi ma non mi sento per niente sicuro. Mi concentro e cerco una soluzione. Decido di rimuovere la neve oltre il passaggio con la piccozza e libero la sommità della placca trovando una bella fessura dietro la stessa. Posso infilare il braccio sinistro fino al gomito nella fessura e a questo punto mi sento ben ancorato. Mi sollevo sopra con la sola forza delle braccia. I piedi (soprattutto il destro) sono un po' a zonzo e cercano punti per spingere. Appoggiato bene il piede sinistro con la piccozza mi attacco allo spesso strato di neve che sovrasta la placconata e mi ci spingo sopra. Ci sono. Mi restano pochi metri. Ma prima deve passare anche Fredy e con calma gli indico i passaggi man mano come li ho fatti io. Lui dopo alcuni tentativi infruttuosi è perplesso, ma dentro di sé non vuole rinunciare alla cima e gli viene in mente di avere nel sacco la corda da escursionismo da 20 metri che lo può aiutare. Me la lancia e la attacco ad una roccia, poi lega lo zaino, me lo passa e si alleggerisce ed infine, sfruttando la corda e l'appiglio, anche lui supera questo ostacolo e mi raggiunge.
Pochi passi e siamo sull'ampia cima innevata. Grandissimi ci sentiamo!
Ci concediamo una pausa di venti minuti circa per mangiare e ammirare lo spettacolo guadagnato.
Per la discesa sfruttiamo la corda da escursionismo già usata in precedenza. La cresta ha tanti speroni solidi ai quali attaccarla. Ogni 10 metri cambiamo punto. Scendo prima io e in poco meno di un'ora siamo alla base.
La discesa è stata più facile ma abbiamo mantenuto alta la concentrazione per non fare errori.
Gerenhorn dal versante SE
La discesa dal Pesciora ci ha conferito coraggio. Ci dispiaceva rinunciare al Gerenhorn.
michea82 "Te la senti? Proviamo? Facciamo in tempo. Teniamoci alti, andiamo là di traverso e poi decidiamo presso la base della montagna se salire."
m323 "Beh, perché no. Se troviamo il passaggio giusto ci può stare."
Siamo a quota 3000 m o poco più bassi. Il Gerenhorn è a 500 metri da noi in linea d'aria. Direzione W/SW. Dobbiamo portarci alla base della cresta SW eseguendo un traverso sotto tutta la bastionata della montagna. Perdiamo qualche metro. Il traverso è ripido ma la neve in ottime condizioni per questo tipo di spostamenti. La piccozza è quasi più un appoggio.



Video dell'uscita
[/drive.google.com/file/d/1KZnTy-OnmD-s-9nCZQdNy3Lbw8jeDhbJ/v...]
Cresta SW del Pesciora e cima (3120 m)
Dall'attacco alla vetta abbiamo impiegato più tempo del previsto. Guardando le foto ho calcolato 1h 50 min. Il grosso del tempo l'abbiamo perso subito all'inizio della cresta e poi presso la placca finale.
Superata quota 2900 m alla nostra sinistra abbiamo il Gerenhorn e la sua cresta che lo collega al Pesciora. La cresta di collegamento è sottile e corniciosa. Osserviamo il Gerenhorn ed escludiamo di accedervi direttamente dalla cresta E/NE. Ma ora pensiamo prima al Pesciora e poi si vedrà.
Di fronte a noi quest'ultimo è preceduto da un pendio vieppiù ripido. Lo affrontiamo ramponati ma solo a pochi metri dalle prime roccette decidiamo di estrarre la piccozza. La pendenza si fa notare. La neve è comunque portante.
Superate le prime rocce, io che sono davanti, ho difficoltà perché non sento più la neve portante sotto di me. Il manto si assottiglia e ci sono placchette, i ramponi e la piccozza urtano la roccia e gli appigli sulla stessa scarseggiano. Non mi sento sicuro. Non posso progredire, faccio alcuni tentativi ma non trovo il modo di procedere sereno. Fredy è subito sotto, gli propongo di retrocedere e di tentare più a sinistra. Piccolo traversino e troviamo una via più sicura, con neve, un corridoio obliquo. Ci troviamo tra rocce più grandi e ad ogni passaggio valutiamo con attenzione come proseguire. Ci prendiamo tutto il tempo necessario per studiare il terreno e avanzare nel miglior modo possibile. Creo molti appigli e appoggi rimuovendo dalle rocce la neve con la piccozza. Non ricordo precisamente i passaggi, ma rammento che ho visto alcuni piccoli omini di roccia. Questo significa che abbiamo scelto una via già battuta, la via normale.
Ad un certo punto sbuco direttamente sul bordo interno della cornice della cresta. Mi tengo bene dentro e attaccato ad una roccia. Arriva anche Fredy. Ero convinto di essere a due passi dalla cima e invece: una bella placca si presenta sopra di noi.
Zoom sulla placca nella parte finale della cresta (foto scattata poco più tardi sul Gerenhorn)

La placca vista da sopra con Fredy in cima all'intaglio mentre tenta di superare il passaggio

In effetti è proprio questo passaggio quello per noi risultato più difficile. Ho calcolato dalle foto circa 40 min di impegno. Mi sono avvicinato e ho individuato un bel intaglio longitudinale nel quale infilarmi. Con i ramponi ho escluso di salire sulla placca, e senza ramponi la placca è comunque parzialmente ghiacciata e innevata. Anche se fosse asciutta sarebbe rischioso arrampicarla perché è esposta. L'interno dell'intaglio è stretto. I piedi non possono stare appaiati. Percorro l'interno senza difficoltà ma alla sua sommità devo sollevarmi di forza per procedere oltre (passaggio boulder). Il mio problema è che a sinistra ho un appoggio piuttosto alto per il piede e a destra uno molto alto per la mano. Mi manca un buon appiglio per la mano sinistra. Sopra c'è molta neve. Mi manca anche un appoggio per il piede destro. Tento di sollevarmi ma non mi sento per niente sicuro. Mi concentro e cerco una soluzione. Decido di rimuovere la neve oltre il passaggio con la piccozza e libero la sommità della placca trovando una bella fessura dietro la stessa. Posso infilare il braccio sinistro fino al gomito nella fessura e a questo punto mi sento ben ancorato. Mi sollevo sopra con la sola forza delle braccia. I piedi (soprattutto il destro) sono un po' a zonzo e cercano punti per spingere. Appoggiato bene il piede sinistro con la piccozza mi attacco allo spesso strato di neve che sovrasta la placconata e mi ci spingo sopra. Ci sono. Mi restano pochi metri. Ma prima deve passare anche Fredy e con calma gli indico i passaggi man mano come li ho fatti io. Lui dopo alcuni tentativi infruttuosi è perplesso, ma dentro di sé non vuole rinunciare alla cima e gli viene in mente di avere nel sacco la corda da escursionismo da 20 metri che lo può aiutare. Me la lancia e la attacco ad una roccia, poi lega lo zaino, me lo passa e si alleggerisce ed infine, sfruttando la corda e l'appiglio, anche lui supera questo ostacolo e mi raggiunge.
Pochi passi e siamo sull'ampia cima innevata. Grandissimi ci sentiamo!
Ci concediamo una pausa di venti minuti circa per mangiare e ammirare lo spettacolo guadagnato.
Per la discesa sfruttiamo la corda da escursionismo già usata in precedenza. La cresta ha tanti speroni solidi ai quali attaccarla. Ogni 10 metri cambiamo punto. Scendo prima io e in poco meno di un'ora siamo alla base.
La discesa è stata più facile ma abbiamo mantenuto alta la concentrazione per non fare errori.
Gerenhorn dal versante SE
La discesa dal Pesciora ci ha conferito coraggio. Ci dispiaceva rinunciare al Gerenhorn.


Siamo a quota 3000 m o poco più bassi. Il Gerenhorn è a 500 metri da noi in linea d'aria. Direzione W/SW. Dobbiamo portarci alla base della cresta SW eseguendo un traverso sotto tutta la bastionata della montagna. Perdiamo qualche metro. Il traverso è ripido ma la neve in ottime condizioni per questo tipo di spostamenti. La piccozza è quasi più un appoggio.
Ci muoviamo rapidamente e osserviamo il Gerenhorn. Sulla cresta SW vediamo solo una grande cornice che non ci ispira.
Ma non possiamo vedere oltre. Procedendo sul lungo traverso superiamo le ultime rocce e alla nostra destra compare un bel corridoio verticale. Punta direttamente alla vetta e precede la cresta SW.
Pieghiamo a destra e saliamo da lì, ci sembra fattibile. Stesso livello del canalone del Rotondo. Saranno 50 gradi o poco meno. La progressione è fluida e sicura. Teniamo una certa distanza di sicurezza tra noi. Nella parte più alta devo variare leggermente la rotta perchè ci sono punti in cui lo strato è sottile e sento le rocce. Evitiamo in questo modo punti delicati dove si è scarsamente ancorati alla montagna.
In poco tempo siamo in vetta. Complessivamente impieghiamo 1 ora dalla base del Pesciora alla vetta del Gerenhorn.
Pendio SE del Gerenhorn visto da me in piena salita

Versante SE del Gerenhorn - si vedono la traccia centrale per la salita in vetta e da destra quella del traverso dal Pesciora

La cima è molto piccola ed ha cornici un po' dappertutto. Dobbiamo stare seduti e quieti. Ma restiamo poco tempo e scendiamo sfruttando gli scalini creati salendo. Io per la discesa uso 2 piccozze. La disarrampichiamo dalla stessa via sempre con attenzione.
Ci rilassiamo finalmente poco sotto i 3000 metri quando il pendio si addolcisce.
Avvicinamento, allontanamento e tempi di percorrenza
Per raggiungere la base della cresta del Pesciora siamo partiti da Ronco alle 05.20. Il sentiero risale la vallata del Riale di Ronco da destra. Nel primo tratto ci sono diverse piante cadute che vanno aggirate. Meglio scegliere di aggirarle da est, nel bosco sopra Ronco. In meno di un'ora siamo all'Alpe di Pesciora (m 1920). Da qui tagliamo dritto dai cespugli evitando le lunghe curve del sentiero. Raggiungiamo un muro a secco oltre al quale troviamo un ampio terrazzamento e il terreno da qui è abbondantemente innevato. Siamo a 2000 metri e sono le 06.45. Piccola pausa e ci mettiamo i ramponi. Il terreno ora diventa più ripido e la traccia volge a NW. Ci sono circa 900 metri di guadagno quota da affrontare.
Il Pesciora visto da quota 2000 m alle 06.45

In circa 90 minuti raggiungiamo quota 2800 metri. Siamo in una conca. Davanti a noi il pendio è più ripido. A destra intuiamo che si va alla base del Pesciora, a sinistra invece presso il Gerenhorn. In mezzo una scogliera impedisce il transito.
Saliamo a destra e ci portiamo al punto di attacco della cresta SW del Pesciora. Alle 09.30 circa iniziamo la parte impegnativa sopra-descritta dell'escursione. Siamo in vetta al Pesciora alle 11.15 e la lasciamo entro le 11.45. Entro un'ora iniziamo il traverso per il Gerenhorn e alle 13.40 siamo in cima al Gerenhorn. Entro le 14.00 iniziamo già la discesa. A partire da quota 3000 m usiamo dei piattelli per scivolare seduti. Non sempre si scivola, la neve è molle e si sprofonda e occorre prestare attenzione particolare alle rocce affioranti. Ci ricongiungiamo alla traccia del mattino presso la conca a quota 2800 m. Alle 15.30 siamo a 2000 m. Alle 16.30 siamo a Ronco. Stessa traccia con piccole variazioni.
Conca a quota 2800 m - A destra si va al Pesciora, a sinistra/dritto al Gerenhorn, visibile da questo punto

In sintesi:
- Ronco (1467 m ) - Alpe di Pesciora (1950 m ): 1h
- Ronco - Inizio cresta SW del Pesciora (circa 2980 m): 4h
- Ronco - Pizzo Pesciora (3120 m ): 6h
- Pizzo Pesciora - Gerenhorn (3075 m ): 2h
- Gerenhorn - Ronco: 2h 30 min
- Totale con pause: 11 h 15 min
Commento di
m323
Cosa c'è da aggiungere? Nulla direi. Ha già descritto tutto in modo dettagliato ed esaustivo
michea82.
Il dubbio iniziale sul fare o non fare il Gerenhorn per le difficoltà incontrate sulla cresta del Pesciora è stato presto spazzato via dalla grande voglia di conquistare le due cime come previsto al mattino. Insomma, sempre ovviamente con testa e massima concentrazione, se si vuole raggiungere un traguardo lo si fa!
E devo ammettere che ne è valsa davvero la pena!
Grazie
michea82 per l'ottima compagnia e per aver affrontato e conquistato assieme questi due splendidi 3000.
Ma non possiamo vedere oltre. Procedendo sul lungo traverso superiamo le ultime rocce e alla nostra destra compare un bel corridoio verticale. Punta direttamente alla vetta e precede la cresta SW.
Pieghiamo a destra e saliamo da lì, ci sembra fattibile. Stesso livello del canalone del Rotondo. Saranno 50 gradi o poco meno. La progressione è fluida e sicura. Teniamo una certa distanza di sicurezza tra noi. Nella parte più alta devo variare leggermente la rotta perchè ci sono punti in cui lo strato è sottile e sento le rocce. Evitiamo in questo modo punti delicati dove si è scarsamente ancorati alla montagna.
In poco tempo siamo in vetta. Complessivamente impieghiamo 1 ora dalla base del Pesciora alla vetta del Gerenhorn.
Pendio SE del Gerenhorn visto da me in piena salita

Versante SE del Gerenhorn - si vedono la traccia centrale per la salita in vetta e da destra quella del traverso dal Pesciora

La cima è molto piccola ed ha cornici un po' dappertutto. Dobbiamo stare seduti e quieti. Ma restiamo poco tempo e scendiamo sfruttando gli scalini creati salendo. Io per la discesa uso 2 piccozze. La disarrampichiamo dalla stessa via sempre con attenzione.
Ci rilassiamo finalmente poco sotto i 3000 metri quando il pendio si addolcisce.
Avvicinamento, allontanamento e tempi di percorrenza
Per raggiungere la base della cresta del Pesciora siamo partiti da Ronco alle 05.20. Il sentiero risale la vallata del Riale di Ronco da destra. Nel primo tratto ci sono diverse piante cadute che vanno aggirate. Meglio scegliere di aggirarle da est, nel bosco sopra Ronco. In meno di un'ora siamo all'Alpe di Pesciora (m 1920). Da qui tagliamo dritto dai cespugli evitando le lunghe curve del sentiero. Raggiungiamo un muro a secco oltre al quale troviamo un ampio terrazzamento e il terreno da qui è abbondantemente innevato. Siamo a 2000 metri e sono le 06.45. Piccola pausa e ci mettiamo i ramponi. Il terreno ora diventa più ripido e la traccia volge a NW. Ci sono circa 900 metri di guadagno quota da affrontare.
Il Pesciora visto da quota 2000 m alle 06.45

In circa 90 minuti raggiungiamo quota 2800 metri. Siamo in una conca. Davanti a noi il pendio è più ripido. A destra intuiamo che si va alla base del Pesciora, a sinistra invece presso il Gerenhorn. In mezzo una scogliera impedisce il transito.
Saliamo a destra e ci portiamo al punto di attacco della cresta SW del Pesciora. Alle 09.30 circa iniziamo la parte impegnativa sopra-descritta dell'escursione. Siamo in vetta al Pesciora alle 11.15 e la lasciamo entro le 11.45. Entro un'ora iniziamo il traverso per il Gerenhorn e alle 13.40 siamo in cima al Gerenhorn. Entro le 14.00 iniziamo già la discesa. A partire da quota 3000 m usiamo dei piattelli per scivolare seduti. Non sempre si scivola, la neve è molle e si sprofonda e occorre prestare attenzione particolare alle rocce affioranti. Ci ricongiungiamo alla traccia del mattino presso la conca a quota 2800 m. Alle 15.30 siamo a 2000 m. Alle 16.30 siamo a Ronco. Stessa traccia con piccole variazioni.
Conca a quota 2800 m - A destra si va al Pesciora, a sinistra/dritto al Gerenhorn, visibile da questo punto

In sintesi:
- Ronco (1467 m ) - Alpe di Pesciora (1950 m ): 1h
- Ronco - Inizio cresta SW del Pesciora (circa 2980 m): 4h
- Ronco - Pizzo Pesciora (3120 m ): 6h
- Pizzo Pesciora - Gerenhorn (3075 m ): 2h
- Gerenhorn - Ronco: 2h 30 min
- Totale con pause: 11 h 15 min
Commento di

Cosa c'è da aggiungere? Nulla direi. Ha già descritto tutto in modo dettagliato ed esaustivo

Il dubbio iniziale sul fare o non fare il Gerenhorn per le difficoltà incontrate sulla cresta del Pesciora è stato presto spazzato via dalla grande voglia di conquistare le due cime come previsto al mattino. Insomma, sempre ovviamente con testa e massima concentrazione, se si vuole raggiungere un traguardo lo si fa!
E devo ammettere che ne è valsa davvero la pena!
Grazie

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