Pizzo Pesciora
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Passiamo il tunnel del Gottardo e nuvole basse ci fanno dubitare delle previsioni svizzere. Per non rischiare inutilmente, cambio meta immediato e puntiamo in Val Bedretto dove invece sappiamo che splende il sole. La meta è quasi ovvia, non per banalità ma perchè è già da qualche tempo che viene proposta, poi puntualmente rimandata per congiunzioni astrali sfavorevoli.
Ci troviamo quindi a parcheggiare a Ronco, contenti di aver fatto una visita anche quest'anno alla splendida Val Bedretto ... un po' meno contenti di dover caricare gli sci in spalla e iniziare la salita nel bosco privo di neve. Comunque la meta è una di quelle che merita questo "sacrificio" e poi, tutto sommato, il portage si limita ai primi 300 metri di dislivello.
E in più, questo breve ostacolo, deve aver scoraggiato altri sciatori: su tutto il percorso saremo solo noi tre!!!
Usciti dal bosco risaliamo i bei e famosi pendii del Pesciora, in ambiente molto aperto e stupendo, spuntano presto la croce del Lucendro e le guglie che fanno da contorno al Pizzo Rotondo. Superato buona parte del dislivello, il caldo affossa parecchio il nostro ritmo e procediamo più tranquilli fino a pochi metri dal colletto, dove molliamo gli sci e procediamo con picozza e ramponi.
La parte finale di salita alla vetta oggi è molto impastata di neve molle, e alla fine penso che abbia aumentato lievemente le difficoltà e i tempi di progressione. Seguiamo un primo tratto di cresta, affrontiamo un breve ma esposto traverso, poi ci infiliamo in un canalino in cui non si capisce bene se la roccia tiene oppure no (dove al ritorno useremo la corda come "corri-mano") per poi affrontare l'ultimo passaggio, quello più famoso, dove siamo costretti a ravanare nella neve prima di riuscire a liberare qualche presa per tirarsi sù e arrivare in cima.
Soddisfatti ci godiamo la cima, la giornata, la solitudine e le fatiche.
Ci troviamo quindi a parcheggiare a Ronco, contenti di aver fatto una visita anche quest'anno alla splendida Val Bedretto ... un po' meno contenti di dover caricare gli sci in spalla e iniziare la salita nel bosco privo di neve. Comunque la meta è una di quelle che merita questo "sacrificio" e poi, tutto sommato, il portage si limita ai primi 300 metri di dislivello.
E in più, questo breve ostacolo, deve aver scoraggiato altri sciatori: su tutto il percorso saremo solo noi tre!!!
Usciti dal bosco risaliamo i bei e famosi pendii del Pesciora, in ambiente molto aperto e stupendo, spuntano presto la croce del Lucendro e le guglie che fanno da contorno al Pizzo Rotondo. Superato buona parte del dislivello, il caldo affossa parecchio il nostro ritmo e procediamo più tranquilli fino a pochi metri dal colletto, dove molliamo gli sci e procediamo con picozza e ramponi.
La parte finale di salita alla vetta oggi è molto impastata di neve molle, e alla fine penso che abbia aumentato lievemente le difficoltà e i tempi di progressione. Seguiamo un primo tratto di cresta, affrontiamo un breve ma esposto traverso, poi ci infiliamo in un canalino in cui non si capisce bene se la roccia tiene oppure no (dove al ritorno useremo la corda come "corri-mano") per poi affrontare l'ultimo passaggio, quello più famoso, dove siamo costretti a ravanare nella neve prima di riuscire a liberare qualche presa per tirarsi sù e arrivare in cima.
Soddisfatti ci godiamo la cima, la giornata, la solitudine e le fatiche.
Tourengänger:
Andrea!

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Kommentare (11)