Ferrata Angelino da Rovio: wow!!!
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Martina (Martyne):
Il giro da Rovio è proprio bello, boschi stupendi, ora poi con manti di foglie a coprire tutto ... ogni tanto mi isolavo, cercavo il silenzio e ascoltavo il rumore dei passi tra le foglie, guardavo il bosco, lo fotografavo con la mente, per portarmelo a casa ...
Giornata assolata: finalmente! A parte i soliti nuvoloni neri sul versante sud durante la discesa fino a Bellavista. E finalmente riesco a vedere il panorama a 360 gradi!!! Splendido. E' la mia 4a volta sul Generoso ma era sempre nuvolo!
La ferrata: wow, m'è piaciuta! Giulio mi ha letteralmente vestito e siam partiti. Quello che piu' mi ha colpito è stata la mia tranquillita' nell'affrontare la ferrata, la giornata. Ero serena, concentrata il giusto, spontanea. E forse è proprio questo che contribuisce a un buon 50% della riuscita nell'impresa. Non ho fatto corsi, non ho conoscenze tecniche: ascolto Giulio e cerco di fare cio' che mi dice. Anzi, spesso son andata lenta per trovare il punto giusto d'appoggio, mi son penzolata assai per scaricare la forza delle braccia. Ho incignato il caschetto e son stata battezzata da un bel sassetto caduto dall'alto: grazie caschetto, menomale che ci sei! A casa devo fare esercizio col moschetttone: spesso e volentieri mi ci rimane l'indice incastrato e non si capisce come mai! Sono dura!!!!
Eh, gran bella giornata! Grazie.
Giulio (gbal):
Una proposta buttata lì nel corso della nostra ultima escursione improvvisamente si concretizza e così ieri mattina ci si ritrova al parcheggio di Rovio, ci si carica delle necessarie attrezzature e si parte per il nostro giro. Si tratta di un giro piuttosto lungo, da me più volte sperimentato, che però offre al “turista” una visita interessante e abbastanza completa del versante NO del Monte Generoso con, chicca intermedia, la salita della Ferrata Angelino. Per Martina è la prima volta ma non ho dubbi sulla sua capacità di confrontarsi con la ferrata che pur presentando i suoi punti “delicati” ben si presta per la sua brevità all’esordio di una neofita. C’è da dire che a dispetto di quanto detto raggiungere la ferrata Angelino non è semplice; noi scegliamo la via che partendo da Rovio giunge quasi all’Alpe Bogo e poi devia verso il Passo Crocetta e Cima della Piancaccia e poi , cavalcando la cresta N che sale al Generoso, deposita gli aspiranti “ferratisti” ai piedi delle Torri del Baraghetto. Cominciamo la vestizione e Martina osserva tutto incuriosita: l’imbrago “completo”, il kit da ferrata, il cordino di sicurezza, ecc. lanciando ogni tanto un’occhiata verso la prima scaletta dove tempo addietro, transitando in questa zona, vide una tizia bloccata dal panico. Però quando viene il momento di attaccare mi segue, tranquilla e determinata; salgo per primo sia per esigenze fotografiche che per mostrarle come muoversi e per spiegarle i vari “trucchetti” del mestiere e le insidie che possono nascondersi, ad esempio, nei moschettoni che lasciati liberi di scivolare si incastrano tra le viti che fissano la fune allo spit. Martina è attenta e riesce a seguire le spiegazioni sia perché trova i giusti equilibri che scaricano la tensione fisica sia perché le sue braccia, a dispetto delle sue dichiarazioni, sono in grado di sopportare tranquillamente l' “hanging” anche prolungato. Anche la seconda serie di scalette col traversino insidioso vengono vinte con disinvoltura; rimane un po’ perplessa invece di fronte alla paretina da scalare ma più che altro per motivi di…..statura che la obbliga a studiare attentamente i passaggi, appigli e appoggi.
Dopo il ponticello che ci offre un panorama di cui Martina non ha mai goduto finora malgrado le ripetute visite a questa montagna ci liberiamo della “ferraglia” e proseguiamo per la Vetta del Generoso via cresta Nord; ci tratteniamo poco, qualche foto dal belvedere e poi scappiamo poco più in basso dove la mia giovane compagna si lancia sul meritato “kit” da pranzo; io non sto a guardare anche se a suo dire mangio poco o niente. Nel frattempo il tempo cambia e carovane di nubi vanno a sedere sulle vette dei monti vicini e lontani mentre il versante Sud viene avvolto da una densa caligine. Comunque scendiamo verso la stazione di Bellavista e lì pieghiamo a dx prendendo il sentiero lungo e non facile che scende verso Melano e Rovio. Qui Martina, che non si fa pregare per parlare, esprime tutta la sua soddisfazione per la gita, complici sicuramente la gioia per la vittoria sulla ferrata, il bel panorama ed il sole che ci ha permesso di goderne, la discesa che pur malagevole non richiede più lo sforzo del salire del mattino. Giunti al ponticello sull’affascinante Torrente Sovaglia mi fermo per motivi “idraulici” e quando la ritrovo, seduta davanti alla Cappelletta del Soldino, mi guarda e dice: “Peccato che sia finita!”. Beh, questa per me è la miglior paga ricevuta per averla accompagnata in questo giro.
Oltre a ringraziarti per la allegra compagnia ti auguro ogni bene.
Alla prossima Martina, speriamo con altrettanto sole ed azzurro.
Nota: Il GPS oggi ha fatto le bizze ed oltre ad avere preso tardi il “fix” iniziale dopo Bogo anzichè al parcheggio di Rovio mostra degli inverosimili zigzag. A tale scopo aggiungo anche la più veritiera traccia dello stesso giro fatto qualche inverno fa.
I tempi:
Località |
Tempo parziale |
Progressivo |
Parcheggio Rovio |
0 |
0 |
Cima della Piancaccia |
2:47 |
2:47 |
Attacco Ferrata |
0:11 |
2:58 |
Fine Ferrata |
1:17 |
4:15 |
Vetta M. Generoso |
0:19 |
4:34 |
Sosta pranzo |
0:42 |
5:16 |
Staz. Bellavista |
0:50 |
6:06 |
Parcheggio Rovio |
1:53 |
7:59 |
Pillole….del giretto:
Dislivello 1364 m
Lunghezza totale 17 km
Tempo totale lordo 7h59’
Soste varie 50’
Tempo totale 7h09’
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