La mia grossa grassa giornata al Generoso
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Che la primavera stia arrivando lo vedono anche i ciechi. Il tepore dell’aria, i profumi, l’allungarsi delle giornate sono lì a testimoniarlo. Basta poi entrare in un bosco e camminare sull’abbondante fogliame ormai tutto caduto per accorgersi che tra le foglie secche fanno capolino le primule, che i rami spogli degli alberi sono abbelliti da gemme, che farfalle e lucertole stanno già prendendo di nuovo possesso del mondo e che sempre più si odono cinguettare diverse specie di uccellini. Malgrado tutto questo e malgrado le chiazze di neve residua alle basse quote si restringano sempre più per fare questa “rivisitazione” al Monte Generoso, lungo un percorso nel suo lato selvaggio che amo molto, ho prudentemente caricato sullo zaino ghette, ramponi e ciaspole. Giunto a Rovio lo sguardo verso le austere pareti e canaloni molto meno innevati di qualche giorno fa mi fa pensare di aver esagerato e mosso a compassione dalla mia schiena lascio la piccozza nel bagagliaio. Mi incammino verso la Cappella del Soldino dove lascio a dx il sentiero che porta all’Alpe di Melano/Bellavista e poco più avanti abbandono anche quello che prosegue per l’Alpe di Perostabbio; giro a sx in direzione di Bogo/Arogno ma in località Salera, sotto gli occhi severi dei bellissimi torrioni, inizio la ripida salita nel bosco che mi porterà al valico posto sotto Cima Crocetta. Qui la situazione muta drasticamente e la neve ricopre completamente il terreno e ostacola non poco l’erta salita verso la Cima dei Torrioni e successivamente della Cima della Piancaccia. Le ciaspole sono indispensabili; la neve muta continuamente passando dal lastrone ghiacciato all’accumulo di neve polverosa ed inconsistente. Per vincere la china seguo i traversi compiuti da uno sconosciuto skialper finché mi accorgo di stare per entrare in una situazione poco piacevole in cui la vista del pendio sottostante unita alla sensazione di cattiva stabilità della mia posizione mi mettono addosso timore. Finalmente mi decido e confidando nei coltelli e nel rampone delle ciaspole riparto, mi accorgo di salire bene ed esco dall’impasse. La vista è stupenda anche se in lontananza si avverte una certa foschia ma l’orologio cammina e mi accorgo di essere in cima alla Piancaccia un’ora più tardi del previsto; la neve ha dato il suo contributo negativo ma a quel punto decido che non rinuncerò agli invitanti Torrioni del Baraghetto percorsi dalla Ferrata Angelino; così mi porto alla base di quest’ultima, ripongo le ciaspole e vesto imbrago e quanto occorre. Avevo già fatto questa salita diverse volte, anche in ambiente invernale, ma devo dire che questa ferratina, semplice e per principianti, con la neve diventa più difficile sia per l’avere gli scarponi bagnati sia per l’impossibilità di assicurarsi in alcuni tratti essendo il cavo sepolto dai cumuli di neve. Una volta in vetta osservo il dirimpettaio Monte Generoso e mi dico che per oggi mi risparmierò la sua salita. Così scendo alla sella q.1652 dove arriva il Sentiero della Variante (oggi quanto mai “wild”) e ritorno indietro per il sentiero infido e ghiacciato che cinge la base di Baraghetto e Piancaccia non senza aver indossato i ramponi. Il percorso in falsopiano, da fare con molta attenzione, mi rende cosciente dell’insorgenza di un dolore muscolare al gemello sx già un po’ sofferente per via di balzani allenamenti e di lì a poco tento di migliorare la situazione cercando di piantarvi le punte anteriori di un rampone. Si sa che le disgrazie non arrivano mai sole! Forse il male mi spinge ad evitare furbescamente la risalita della Cima dei Torrioni e scendo a vista nel bosco (cambio ramponi/ciaspole) fino ad intercettare il sentiero che arriva dal Barco dei Montoni e poco dopo sono di nuovo al Passo della Crocetta alias Pianca dell’Alpe. Qui posso abbandonare le ciaspole e iniziare la discesa che pur con qualche scivolata per via delle abbondanti foglie di faggio mi riporta rapidamente, ignorando il dolorino, in località Salera e poi a Rovio. La bella fontana che si incontra all’ingresso del paese mi offre un’acqua fresca e dissetante e poi…..arrivo all’auto.
Sono soddisfatto! Avevo in mente da tempo di fare questa ripetizione col dubbio di riuscirci ed invece anche stavolta…..
Pillole….della giornata:
Dislivello 1302m
Lunghezza totale 11,2 km
Tempo 8h00’
(Salita ferrata 31’)

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