Pizzo Forno 2907 m
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Scarico da hikr alcuni report interessanti, la decisione su quale sarà il giro odierno la faremo strada facendo. La scelta cade sul Pizzo Forno.
Lasciamo l’auto in località Valle. Poco prima del posteggio ci sono i cartelli segnavia. Una comoda mulattiera sale nel bosco fino a Cala, paesino idilliaco con panorama eccezionale. Il nuovo sentiero per la Capanna Alpe Sponda è chiuso a causa di una tromba d’aria dello scorso agosto che ha sradicato numerose piante per cui si deve salire con il sentiero vecchio, perfettamente bollato e a detta del guardiano della capanna anche migliore di quello nuovo, poiché alterna tratti ripidi a tratti in cui si può tirare il fiato, mentre quello nuovo sale ripido solo alla fine. Questo vecchio sembra volessero abbandonarlo perché anni fa sono morte un paio di persone cadute sembra, dal traverso sotto le rocce dove il percorso è leggermente esposto.
Arrivati alla Capanna siamo nella nebbia, facciamo sosta e scambiamo due parole con i guardiani che ci informano che abbiamo davanti due persone.
Ripartiamo e ora il percorso diventa a mano a mano che si sale sempre più ripido. Fortunatamente poco sopra la capanna usciamo dalla nebbia ma sfortunatamente ora vediamo tutti i bolli che salgono diritti come un fuso. Raggiungiamo un pianoro a 2550 m circa, seguiamo ancora brevemente il sentiero bollato dopo di che lo abbandoniamo e seguendo i radi ometti riprendiamo a salire sempre ripidamente spostandoci sempre più a dx e andando a prendere una dorsale prativa, come riferimento c’è una grossa pietra bianca (quota 2850 circa). Ci spostiamo ora un poco a sx e raggiungiamo la cresta che velocemente ci porta all’omone di vetta.
Dopo le foto di rito e un veloce spuntino raggiungo le due persone che ci precedevano che sono sedute più avanti lungo la cresta. Chiacchieriamo un poco e scopro essere i due milanesi a fianco ai quali abbiamo posteggiato. Tra una chiacchiera e l’altra viene fuori che uno dei due sabato scorso era al Pizzo Porcellizzo e ci eravamo incrociati durante la nostra discesa e la sua salita. Certo che incontrarsi a distanza di una settimana su due cime poco frequentate è veramente un caso più unico che raro!
Mentre la nebbia comincia a prendere possesso della valle prendiamo la via del ritorno. Sostiamo al rifugio dove ci intratteniamo un poco con i guardiani veramente molto gentili.
Riprendendo la discesa, su loro suggerimento invece di tornare dal percorso di salita deviamo per Doro. Una volta passata la passerella invece di svoltare a dx e cominciare a scendere più ripidamente, imbocchiamo la traccia, poi diventa sentiero più evidente e comunque bene segnato. L’indicazione sul sasso è poco evidente perché coperta da erba. Risaliamo ancora un poco dopo di che un bellissimo sentiero quasi pianeggiante nel bosco raggiunge il bellissimo alpeggio. Da qui partono due sentieri per la discesa, quello bollato “ufficiale” torna a Cala, noi invece prendiamo quello che parte sotto il campanile, un piccolo cartello indica Chironico. Si scende ripidamente a zig-zag passando gli alpeggi di Medirolo e Graslic e andando a ricongiungersi con la mulattiera per Cala nei pressi della grande cappella. Ancora qualche minuto e siamo di nuovo al posteggio.
Bella escursione e un grazie a ivanbutti e soci per il suggerimento.
Dislivello 2049 m – 18,70 km.
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