Pizzo Forno m.2907
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(Agosto 2012)
Il Pizzo Forno erano due anni che aspettavo di farlo, da quando rinunciai a salirlo per via del maltempo dopo un pernottamento alla Capanna Sponda. Mi si presenta l'occasione di riprovarci avendo una notte libera poco prima di rientrare al lavoro, ed invito con me l'amico Danilo, il quale non ha mai dormito in un rifugio di montagna e al quale propongo questo itinerario bello ma non difficile. Saliamo con calma da Chironico, passando da Cala, e prima di sera siamo all'accogliente Capanna in fase di ristrutturazione.
Danilo è più che soddisfatto da questa salita e all'indomani riparto da solo per il mio obiettivo primario: parto presto e, seppur non ve ne sia bisogno, raggiungo come prima cosa il Passo del Ghiacciaione. Da qui, ammirato il bel panorama sulla Val Piumogna e sul gruppo del Campo Tencia già mezzo coperto di nubi, accenno una via su cresta verso il Pizzo Forno. All'inizio è facile, seppur a tratti esposta, con alcune belle placche, ma quando questa s'affila eccessivamente lasciando come unico passaggio una flebile cengietta decido di abbassarmi con cautela sulla sottostante ganna rivolta sulla Val Chironico, puntando all'evidente vetta del Pizzo Forno. La salita si fa sempre più ripida, qualche ometto aiuta a seguire la via migliore, ma senza particolari difficoltà raggiungo la vetta proprio nel momento in cui una bella nuvolaglia ha deciso di posarvici sopra. Riesco ad ammirare ben poco il panorama e resto solo pochi minuti.
Ovviamente appena me ne scendo il sole torna a splendere e a rivelarmi un po' di panorama... vorrei risalire, ma vedo che la nuvola è sempre lì dunque va bene così. Ritorno al pianoro sotto il Passo del Ghiacciaione seguendo ancora la pietraia e un bel pendio erboso, ritrovando i segnali, che tuttavia poco dopo perdo, ingannato da una traccia di sentiero che mi porta un po' fuori strada. Mi complico un po' la vita scendendo troppo anzichè dirigermi verso la Capanna Sponda, ma alla fine il mio sguardo la individua comunque, e subito dopo ritrovo anche i segnali. Raggiungo così Danilo, che si è limitato a passeggiare nei dintorni della Capanna, e visto che c'è ancora tempo gli propongo di andare al Lago di Chironico: ci abbassiamo a lungo fin quasi al fiume, ma neri nuvoloni s'appressano e decidiamo di rinunciare, azzeccando in pieno la scelta. Abbiamo il tempo per risalire e consumare il nostro pasto a Cala, scendendo verso Chironico Valle. Comincia a piovere, ma la macchina è ormai vicina. Tempo di raggiungerla e poco dopo si scatena il nubifragio, con tuoni e fulmini che ci accompagneranno fin oltre Bellinzona sulla strada del ritorno.
Ma anche questo dente è tolto: salire al Pizzo Forno, che ha l'aria di non essere frequentatissimo, è stata una buona soddisfazione e la zona è davvero magnifica e da approfondire.
Il Pizzo Forno erano due anni che aspettavo di farlo, da quando rinunciai a salirlo per via del maltempo dopo un pernottamento alla Capanna Sponda. Mi si presenta l'occasione di riprovarci avendo una notte libera poco prima di rientrare al lavoro, ed invito con me l'amico Danilo, il quale non ha mai dormito in un rifugio di montagna e al quale propongo questo itinerario bello ma non difficile. Saliamo con calma da Chironico, passando da Cala, e prima di sera siamo all'accogliente Capanna in fase di ristrutturazione.
Danilo è più che soddisfatto da questa salita e all'indomani riparto da solo per il mio obiettivo primario: parto presto e, seppur non ve ne sia bisogno, raggiungo come prima cosa il Passo del Ghiacciaione. Da qui, ammirato il bel panorama sulla Val Piumogna e sul gruppo del Campo Tencia già mezzo coperto di nubi, accenno una via su cresta verso il Pizzo Forno. All'inizio è facile, seppur a tratti esposta, con alcune belle placche, ma quando questa s'affila eccessivamente lasciando come unico passaggio una flebile cengietta decido di abbassarmi con cautela sulla sottostante ganna rivolta sulla Val Chironico, puntando all'evidente vetta del Pizzo Forno. La salita si fa sempre più ripida, qualche ometto aiuta a seguire la via migliore, ma senza particolari difficoltà raggiungo la vetta proprio nel momento in cui una bella nuvolaglia ha deciso di posarvici sopra. Riesco ad ammirare ben poco il panorama e resto solo pochi minuti.
Ovviamente appena me ne scendo il sole torna a splendere e a rivelarmi un po' di panorama... vorrei risalire, ma vedo che la nuvola è sempre lì dunque va bene così. Ritorno al pianoro sotto il Passo del Ghiacciaione seguendo ancora la pietraia e un bel pendio erboso, ritrovando i segnali, che tuttavia poco dopo perdo, ingannato da una traccia di sentiero che mi porta un po' fuori strada. Mi complico un po' la vita scendendo troppo anzichè dirigermi verso la Capanna Sponda, ma alla fine il mio sguardo la individua comunque, e subito dopo ritrovo anche i segnali. Raggiungo così Danilo, che si è limitato a passeggiare nei dintorni della Capanna, e visto che c'è ancora tempo gli propongo di andare al Lago di Chironico: ci abbassiamo a lungo fin quasi al fiume, ma neri nuvoloni s'appressano e decidiamo di rinunciare, azzeccando in pieno la scelta. Abbiamo il tempo per risalire e consumare il nostro pasto a Cala, scendendo verso Chironico Valle. Comincia a piovere, ma la macchina è ormai vicina. Tempo di raggiungerla e poco dopo si scatena il nubifragio, con tuoni e fulmini che ci accompagneranno fin oltre Bellinzona sulla strada del ritorno.
Ma anche questo dente è tolto: salire al Pizzo Forno, che ha l'aria di non essere frequentatissimo, è stata una buona soddisfazione e la zona è davvero magnifica e da approfondire.
Tourengänger:
Poncione

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