Pass Lunghin m.2645 e Piz Lunghin m.2780
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Gita sfuggitaci la settimana scorsa.....e ripresa al volo!
Non me ne voglia Alberto (
bertic) se abbiamo disertato la gita CAI da lui organizzata ma, come si suol dire "ogni lasciata è persa".....e avendo altro da fare per le prossime due settimane, non potevo perdermi quest'occasione!
Le previsioni per sabato sono impietose: bel tempo sì, ma freddo, freddo e ancora......freddo!
Poco prima di arrivare al Passo del Maloja la temperatura è di -13,5 e quando scendiamo dall'auto, giusto per non smentire i meteorologi, folate di vento gelido ci investono.
Ci prepariamo in fretta e furia e partiamo: Mauro con gli sci e noi a piedi.
Via via che saliamo la temperatura migliora e in breve ci fermiamo a togliere il primo strato di indumenti.
La neve è bella, forse un po' troppo dura, e nei pressi di un traverso che taglia un pendio ripido, decidiamo di calzare i ramponi.
Procediamo poi in fila indiana, un pendio dopo l'altro, finchè giungiamo nei pressi di un pianoro dove ci fermiamo a togliere i ramponi, che sostituiamo con le ciaspole, perchè qui la neve è abbondante e rischiamo di sprofondare.
Che strano....!!!
Tanti scialpinisti in giro, ma nessuno con le ciaspole, a parte noi!
E così sarà per tutto il percorso.....
Saliamo e saliamo, affogando nel bianco, finchè arriviamo nei pressi del Pass Lunghin.
Guardo in alto e vedo un gruppetto di persone sulla cresta, che salgono lentamente, fermandosi di tanto in tanto.
"Non dev'essere banale" -mi dico- e procedo con qualche titubanza sulla traccia non sempre ben definita.
Lella, Esilde e Giusi sono davanti, io e Mauro dietro.
Ogni tanto mi fermo a guardar su, la vetta non sembra lontana, ma a un certo punto vedo Giusi in difficoltà.....cade, per fortuna senza scivolare, e fatica a rialzarsi.
Forse è colpa della traccia cedevole o delle ciaspole che non fanno troppo presa su quel tipo di neve.....
Giusi non si spaventa e reagisce prontamente, dopo un po' si rimette in piedi e insieme alle altre procede verso l'inizio della cresta.
Io mi fermo, indecisa sul da farsi.....
Mauro mi incita ad andare avanti, ma a me quel pendio non piace, penso alla discesa.... e decido di fare dietrofront per trovare un posto dove fermarmi sul piano.
Giusi ed Esilde, giunte sulla cresta, dopo essersi riposate e dopo aver messo i ramponi, tornano indietro mentre Lella e Mauro, continuano impavidi fino in cima.
Mentre li aspetto devo riconoscere che un po' mi brucia questa rinuncia....
"Se fossi stata più determinata...." -mi ripeto- "....magari con i ramponi...."
Quando il gruppo si riunisce iniziamo la discesa seguendo le tracce degli scialpinisti partiti prima di noi, Mauro compreso.
La mia insoddisfazione si stempera tra le chiacchiere e le risate che accompagnano il nostro viaggio in auto
Il Piz Lunghin è sempre lì e.....domani è un altro giorno!
Con me hanno camminato e sciato: Esilde, Giusi, Lella e Mauro.
Non me ne voglia Alberto (

Le previsioni per sabato sono impietose: bel tempo sì, ma freddo, freddo e ancora......freddo!
Poco prima di arrivare al Passo del Maloja la temperatura è di -13,5 e quando scendiamo dall'auto, giusto per non smentire i meteorologi, folate di vento gelido ci investono.
Ci prepariamo in fretta e furia e partiamo: Mauro con gli sci e noi a piedi.
Via via che saliamo la temperatura migliora e in breve ci fermiamo a togliere il primo strato di indumenti.
La neve è bella, forse un po' troppo dura, e nei pressi di un traverso che taglia un pendio ripido, decidiamo di calzare i ramponi.
Procediamo poi in fila indiana, un pendio dopo l'altro, finchè giungiamo nei pressi di un pianoro dove ci fermiamo a togliere i ramponi, che sostituiamo con le ciaspole, perchè qui la neve è abbondante e rischiamo di sprofondare.
Che strano....!!!
Tanti scialpinisti in giro, ma nessuno con le ciaspole, a parte noi!
E così sarà per tutto il percorso.....
Saliamo e saliamo, affogando nel bianco, finchè arriviamo nei pressi del Pass Lunghin.
Guardo in alto e vedo un gruppetto di persone sulla cresta, che salgono lentamente, fermandosi di tanto in tanto.
"Non dev'essere banale" -mi dico- e procedo con qualche titubanza sulla traccia non sempre ben definita.
Lella, Esilde e Giusi sono davanti, io e Mauro dietro.
Ogni tanto mi fermo a guardar su, la vetta non sembra lontana, ma a un certo punto vedo Giusi in difficoltà.....cade, per fortuna senza scivolare, e fatica a rialzarsi.
Forse è colpa della traccia cedevole o delle ciaspole che non fanno troppo presa su quel tipo di neve.....
Giusi non si spaventa e reagisce prontamente, dopo un po' si rimette in piedi e insieme alle altre procede verso l'inizio della cresta.
Io mi fermo, indecisa sul da farsi.....
Mauro mi incita ad andare avanti, ma a me quel pendio non piace, penso alla discesa.... e decido di fare dietrofront per trovare un posto dove fermarmi sul piano.
Giusi ed Esilde, giunte sulla cresta, dopo essersi riposate e dopo aver messo i ramponi, tornano indietro mentre Lella e Mauro, continuano impavidi fino in cima.
Mentre li aspetto devo riconoscere che un po' mi brucia questa rinuncia....
"Se fossi stata più determinata...." -mi ripeto- "....magari con i ramponi...."
Quando il gruppo si riunisce iniziamo la discesa seguendo le tracce degli scialpinisti partiti prima di noi, Mauro compreso.
La mia insoddisfazione si stempera tra le chiacchiere e le risate che accompagnano il nostro viaggio in auto
Il Piz Lunghin è sempre lì e.....domani è un altro giorno!
Con me hanno camminato e sciato: Esilde, Giusi, Lella e Mauro.
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Kommentare (8)