Cima della Trosa (1869 m) - Skitour
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La Cima della Trosa, bellissima vetta panoramica che si erge sopra Locarno ed il Lago Maggiore, presenta attualmente 43 waypoints in Hikr. Talvolta è stata salita come meta a sé stante, talvolta come punto di passaggio per traversate o giri più lunghi (come ad esempio la mia gita al Madone di Mergoscia, per dirne una). Manca però totalmente dal novero una salita scialpinistica. Dopo le recenti nevicate e dopo aver ricevuto l’illuminazione guardandola dal lungolago di Cannobio (e prima che il soleggiamento torni a rendere impossibile la cosa, data la quota e l’esposizione a S) decido che è venuto il momento di andarci.
Come nella mia prima scialpinistica alla Cimetta, parto da Brè, Via Miranda n.41 (1110 m) e alla transenna posizionata poco più in alto calzo gli sci, già sapendo che la strada che transita da Pian da Rözz e Morsello mi garantirà di rimanere con gli sci ai piedi (visto che qui passano i mezzi dei frontisti aventi diritto, che schiacciano la neve impedendone lo scioglimento). Appena sotto Morsello faccio un breve taglio selvaggio nel bosco evitando ancora il portage (che brutta parola, non la uso più, promesso!) e raggiungo, per l’appunto, prima Morsello (1275 m) e poi Cardada (1329 m). Qui salgo, come ormai più di due anni fa, direttamente sotto la seggiovia su un pendio discretamente ripido. Il pendio si addolcisce nella parte superiore ed in breve arrivo al Pian della Cimetta (1606 m), dove cerco di innalzarmi il meno possibile, visto che poi devo ridiscendere dalla parte opposta. Fino ad almeno i 1630 m della grossa antenna, però, devo salire; poi lambisco il ristorante Capanna Cardada Cimetta (1640 m) e successivamente scollino verso la Bassa di Cardada (1610 m), passaggio obbligato per la salita alla Cima della Trosa.
La dorsale Sud che la guida indica come via di salita è troppo spelacchiata, e quindi opto per salire dal sentiero estivo (versante W), immacolato prima del mio passaggio. Già qui ogni tanto si vedono dei sassi, per cui la scelta è obbligata. In modo meno diretto ma più rispettoso delle solette raggiungo la croce di vetta della Cima della Trosa (1869 m), in un paesaggio che definire paradisiaco è ancora poco! Firmo il libro di vetta e torno “all’altare” lì nei pressi, comodo per appoggiare zaino e sci.
Anche se solo per 200 metri di dislivello mi aspettano i pendii che la guida, forse un po’ troppo generosamente, definisce AD, motivando la scelta con una pendenza di 39°. Io non ho voluto esagerare e per le condizioni odierne non vado oltre un PD+. Infatti, la polvere che qui nessuno ha toccato, a motivo dell’insolazione è ancora più “lenta” della polvere fredda, per cui le belle curve che mi vengono concesse non risultano problematiche benché la pendenza sia evidente .
In prossimità della quota 1700 rientro sulla traccia di salita che seguo, con qualche grattata, fino alla Bassa di Cardada, dove, un po’ a scaletta e un po’ a lisca di pesce, riguadagno quei 30 metri di dislivello che mi separano dalla Capanna Cimetta.
Buone curve per quanto possibile fino alla quota 1460, poi discesa sulla stradina fino a Cardada (sempre per preservare le solette). Indi, salvo un breve tratto a Morsello in cui devo togliere gli sci per superare una recinzione privata all’interno della quale, seguendo il pendio, mi sono trovato, poco più sotto ritrovo la stradina del mattino che mi riporta alla Follia (Via Miranda 41) e all’auto, dove finalmente ho accesso alla birra.
Non sempre ci sono le condizioni (forse nemmeno oggi erano al top, più neve avrebbe certamente fatto comodo), però quando si concretizzano trovo che la scialpinistica alla Cima della Trosa sia una gran bella gita: dislivello contenuto, pendii allettanti e panorami da sogno!
Tempi di percorrenza: andata 3 ore - ritorno: 1 ora

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