Piz d'Emmat Dadaint (2927 m)
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Giorno 3
Oggi pericolo moderato. Decidiamo per una cima interessante, in una valle che ancora non ho fatto. Siamo ancora indecisi tra Piz d’Emmat Dadaint e Piz d’Emmat Dadora. La salita non è adatta agli snowboarder, perché c’è un tratto in cui dover rimettere le ciaspole durante la discesa (ma i nostri due sono sempre presenti !). Metà gruppo con le racchette, gli altri con gli sci.
Guardando dal vivo, decidiamo per il Piz d’Emmat Dadaint.. il suo fratello minore sembra più pericoloso , come pendii, per il pericolo valanghe.
Dopo il primo chilometro, come sapevamo, una cinquantina di metri di discesa, poi la salita prosegue lungo una valle dalla neve immacolata.
Ci fermiamo poco sotto la Fuorcla Grevasalvas, quindi attacchiamo il pendio finale. Gli scialpinisti tracciano con i loro consueti zigzag. Noi con le ciaspole dobbiamo seguire la loro traccia strettissima, cosa problematica per noi che abbiamo “attrezzi” molto più larghi.. Poco sotto la vetta loro sbagliano e si dirigono verso destra. Una di loro mi dice di tagliare a sinistra verso la cresta e di lì andare in vetta. Io vado, con non poche difficoltà. La neve è polverosa e poco stabile, il pendio circa 38°, ma, passo dopo passo, raggiungo la cresta e quindi, su qualche roccetta, la cima. Lì incontriamo alcuni italiani saliti dall’Engadina.
Panorama stupendo, giornata con un cielo quasi totalmente sereno.
Superato il primo tratto un po’ “critico”, scendo lungo la linea di massima pendenza. Divertente con una neve così polverosa.. Poi pausa pranzo sotto la Fuorcla Grevasalvas e di corsa verso la macchina alla Veduta.

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