Carega 2259
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Sabato guardando il Carega dal Pasubio avevamo pensato di fare un’escursione il giorno che saremmo tornati a casa, ma domenica sera cambiamo programma e lunedì siamo nuovamente a Rovereto. La scelta del percorso non è stata semplice. Sul versante trentino ci sono un gran numero di canali o valloni descritti sempre come bellissimi, selvaggi, da ripidi a molto ripidi fino a ripidissimi, su terreno spesso disagevole e talvolta franoso. Quasi tutti raggiungono il sentiero 157 e sentiero europeo, che porta al Carega. Per noi percorrerne uno e tornare con il 157 sembra essere l’unico modo per fare un anello in giornata. Scegliamo quello del Fumante che è descritto con tratti ripidi alternati a cenge, boh speriamo! Risaliamo a Pian delle Fugazze, e il caffè preso a Rovereto ha già fatto su e giù più di una volta. A Pian delle Fugazze un cartello indica 6 km a P.so Campogrosso, ne facciamo circa 1 e troviamo un divieto di transito. Poco male ci diciamo, dalle carte e stradario vediamo che da Pian delle Fugazze parte una seconda strada sul versante vicentino, la intercettiamo e poco dopo un altro cartello, sbarra a 300 m. Ok ora che facciamo per andare al P.so di Campogrosso? Torniamo sulla strada con divieto e troviamo un operaio al lavoro nel bosco, unica anima viva. A questo punto chiediamo lumi, per farla breve per andare al P.so Campogrosso dobbiamo scendere a Valli del Pasubio, andare a Recoaro Terme e risalire dal lato vicentino. Ci diranno dopo che il motivo per cui questi 5 km di strada asfaltata in Trentino sono vietati è per non inquinare, bel modo di combattere l’inquinamento, per evitare 5 km in Trentino ne facciamo circa 50 in Veneto! Senza contare che Pian delle Fugazze e P.so Campogrosso si raggiungono in auto e interdire i 5 km che li uniscono non preserva la zona dall’inquinamento! Noi ce ne freghiamo e rischiamo la multa, se ci fermano ci inventeremo qualcosa o pagheremo!
Giunti al Passo lasciamo l’auto nei pressi del rifugio omonimo e imbocchiamo il sentiero 157 che abbandoniamo al cartello che indica Fumante. All’inizio il sentiero attraversa enormi pietraie in tipico ambiente dolomitico, qualche trincea invasa dalle erbacce. Dopo di che diventa più evidente passa in uno stretto pertugio e comincia a salire a tornanti un ampio vallone. Man mano che il vallone si restringe i tornanti si fanno più brevi e più ripidi, poi secondo il mio modesto parere il sentiero diventa molto ripido altro che storie, a questo punto mi sono chiesta come potrebbero essere gli altri percorsi poiché questo era descritto con qualche tratto molto ripido. Poco prima della Bocchetta di Lovaraste il sentiero svolta dx e continua bello ripido, si scende brevemente, un tratto attrezzato e raggiungiamo il Vallone dei Angeli dove vediamo un bel branco di camosci al pascolo. Foto a raffica e poi riprendiamo la ripida salita, raggiungiamo un colletto e il sentiero sembra proseguire sul versante opposto, invece dopo circa 30 m di discesa ci accorgiamo, che da qui non si va da nessuna parte, risaliamo al colletto e vediamo la traccia che prosegue a dx, la deviazione è coperta da un mugo e la traccia più evidente scende e penso che molti facciano il nostro stesso errore. Non servirà a molto ma cerchiamo di mettere una fila di sassi per sbarrare il passaggio in discesa e poi proseguiamo a dx. Raggiungiamo la Cima Centrale dell’Obante e quindi la Bocchetta dei Fondi dove essendo ancora presto decidiamo di scendere al rifugio Scalorbi. Una bella furbata devo dire, perché con il caldo di oggi non era proprio il caso di scendere e risalire poi alla Bocchetta Mosca, sarà stata circa un’oretta in più di camminata ma non ha aggiunto nulla al percorso. Una volta risaliti alla Bocchetta Mosca una lunga strada militare giunge al rifugio Fraccaroli, ancora 10 min di salita e si è in cima al Carega. Un signore in cima ci spiega i motivi del giro dell’oca che si dovrebbe fare per raggiungere P.so Campogrosso. Il motivo trentino è quello dell’inquinamento mentre la strada sul lato vicentino è chiusa più o meno dagli anni 50 dopo un slavina e una successiva frana o qualcosa di simile e mancando i fondi non sarà mai ripristinata probabilmente. Dopo una bella sosta torniamo alla Bocchetta Mosca e quindi alla Bocchetta dei Fondi. Prendiamo ora il sentiero 157 che scende a Boale dei Fondi e quindi al P.so Campogrosso.
Ora si pone il problema di tornare a Rovereto. Lo stesso problema l’hanno altri due ragazzi che all’andata sono stati ligi e hanno fatto il giro ma non intendono rifarlo per cui decidiamo di rischiare. Pochi metri dopo il cartello di divieto una coppia ci avvisa che è appena passato il vigile addetto ai controlli e se proseguiamo rischiamo grosso, ci suggeriscono di fare la “nuova strada” per Ometto. Anch’essa vietata ma meno controllata ma, c’è un ma, un buon tratto è sterrato. Decidiamo di fare come dicono, beh ad un certo punto avrei preferito rischiare la multa! E tutto per non poter percorrere 5 km di normalissima strada asfaltata.
Dislivello 1122 m e 16,9 km
Giunti al Passo lasciamo l’auto nei pressi del rifugio omonimo e imbocchiamo il sentiero 157 che abbandoniamo al cartello che indica Fumante. All’inizio il sentiero attraversa enormi pietraie in tipico ambiente dolomitico, qualche trincea invasa dalle erbacce. Dopo di che diventa più evidente passa in uno stretto pertugio e comincia a salire a tornanti un ampio vallone. Man mano che il vallone si restringe i tornanti si fanno più brevi e più ripidi, poi secondo il mio modesto parere il sentiero diventa molto ripido altro che storie, a questo punto mi sono chiesta come potrebbero essere gli altri percorsi poiché questo era descritto con qualche tratto molto ripido. Poco prima della Bocchetta di Lovaraste il sentiero svolta dx e continua bello ripido, si scende brevemente, un tratto attrezzato e raggiungiamo il Vallone dei Angeli dove vediamo un bel branco di camosci al pascolo. Foto a raffica e poi riprendiamo la ripida salita, raggiungiamo un colletto e il sentiero sembra proseguire sul versante opposto, invece dopo circa 30 m di discesa ci accorgiamo, che da qui non si va da nessuna parte, risaliamo al colletto e vediamo la traccia che prosegue a dx, la deviazione è coperta da un mugo e la traccia più evidente scende e penso che molti facciano il nostro stesso errore. Non servirà a molto ma cerchiamo di mettere una fila di sassi per sbarrare il passaggio in discesa e poi proseguiamo a dx. Raggiungiamo la Cima Centrale dell’Obante e quindi la Bocchetta dei Fondi dove essendo ancora presto decidiamo di scendere al rifugio Scalorbi. Una bella furbata devo dire, perché con il caldo di oggi non era proprio il caso di scendere e risalire poi alla Bocchetta Mosca, sarà stata circa un’oretta in più di camminata ma non ha aggiunto nulla al percorso. Una volta risaliti alla Bocchetta Mosca una lunga strada militare giunge al rifugio Fraccaroli, ancora 10 min di salita e si è in cima al Carega. Un signore in cima ci spiega i motivi del giro dell’oca che si dovrebbe fare per raggiungere P.so Campogrosso. Il motivo trentino è quello dell’inquinamento mentre la strada sul lato vicentino è chiusa più o meno dagli anni 50 dopo un slavina e una successiva frana o qualcosa di simile e mancando i fondi non sarà mai ripristinata probabilmente. Dopo una bella sosta torniamo alla Bocchetta Mosca e quindi alla Bocchetta dei Fondi. Prendiamo ora il sentiero 157 che scende a Boale dei Fondi e quindi al P.so Campogrosso.
Ora si pone il problema di tornare a Rovereto. Lo stesso problema l’hanno altri due ragazzi che all’andata sono stati ligi e hanno fatto il giro ma non intendono rifarlo per cui decidiamo di rischiare. Pochi metri dopo il cartello di divieto una coppia ci avvisa che è appena passato il vigile addetto ai controlli e se proseguiamo rischiamo grosso, ci suggeriscono di fare la “nuova strada” per Ometto. Anch’essa vietata ma meno controllata ma, c’è un ma, un buon tratto è sterrato. Decidiamo di fare come dicono, beh ad un certo punto avrei preferito rischiare la multa! E tutto per non poter percorrere 5 km di normalissima strada asfaltata.
Dislivello 1122 m e 16,9 km
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