Ultima chiamata al Cardinello 2520 m.
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Ore 6.40…. ponte di Maiavacca è ancora buio pesto, pronti via e si parte subito molto allegri, improvvisamente c’è un accelerata e si va già in affanno, do una sbignata e davanti si è messo lui…… lo stambecco dell’alto Lario.
Giunti alle prime baite poco sotto il rifugio Vincino albeggia, rimettiamo la frontale nello zaino e proseguiamo verso la tanto agognata meta.
Lungo tratto in un bosco di faggi che offre degli scenari suggestivi con i colori autunnali, poi giunti all’alpe Camedo sosta banana con la vallata che si apre in tutta la sua maestosità.
La salita prosegue regolare fino all’alpe Paina nonostante in alcuni tratti c’è già da battere neve, ma il problema non mi riguarda visto che faccio per tutta la giornata da carro scopa, dopo l’Alpe ci aspetta il tratto più ripido che conduce alla bocchetta del Caurit, il percorso è reso ancora più duro dalla presenza della neve che in alcuni punti sfiora i 30cm.
Ad un centinaio di metri dalla cresta dopo cinque ore di marcia getto la spugna, sono parecchio stanco il percorso richiede ancora un notevole impegno fisico e salire in vetta vorrebbe dire fare aspettare gli altri almeno una quarantina di minuti e ritardare di parecchio il rientro serale.
Mentre gli altri salgono in vetta io mi crogiolo al sole steso su di un sasso, ad un certo punto un vaffanbip dall’alto mi fa capire che tutto procede al meglio, preparo per il pranzo affettando la solita slinzega, alle 13.20 mi raggiungono gli amici. Il solito pranzo annaffiato da abbondante ed ottimo vinello, poi l’interminabile discesa che si svolge senza alcuna difficoltà.
Ore 17.45 siamo di ritorno al ponte di Mangiavacca.
Giornata di ottobre dal clima estivo trascorsa in allegria con i compagni d’avventura in una vallata dall’ambiente severo e selvaggio in un contesto ancora incontaminato.
Grazie a tutti e alla prossima speriamo un pelino più corta

Buio pesto, frontale in testa e Diego come apripista verso Marlone 840 m. La salita nel bosco, come dicevo al buio si fa subito sentire poi ci si mette anche il gps che non prende… ma piano piano arriviamo a Piazza e Vincino al sorgere del sole.
Questa è la val Fiumetto, già fatta diverse volte, ma ogni volta regala qualcosa in più … La percorriamo tutta, stretta tra i boschi che la ricoprono fino all’ultimo tratto verso l’ alpe di Camedo a 1583 m. dove arriviamo in circa 3 ore. Dopo la pausa meritata incominciamo a pestare la prima poca neve che si fà sempre più presente alzandoci di quota. La bella visione è che rispetto all’anno precedente la via è stata bollata e ripulita; sempre faticosa, ma i bolli ti aiutano a ritrovare la retta via, anche se qualche volta si fanno fatica a trovare .
Alpe Prato fiorito, Alpe Corte di Mezzo, Alpe Malpensata 1889 m. tutti ruderi (peccato, magari con gli anni che verranno qualcuno farà il miracolo e li ritroviamo tutti ricostruiti, come una volta….mah… ) .
Poi per ultima l’Alpe di Paina dove poco sopra passa l’ Alta Via. (4,00 ore). Si passa un vallone, e con la neve e il sole che incominciano a farsi sentire si risale ripidi .Si abbandonano i bolli dell’ Alta via a dx e per neve e roccette dandoci l’anima risalgo la parte ripida raggiungo la cresta poco sopra la Bocchetta di Caurit.
Diego, Ivan e Massimo 61 stando leggermente più larghi passano dalla bocchetta di Caurit e ci ritroviamo tutti in cresta.
Il Max molla il colpo poco sotto.
Vetta con neve dopo 5,35 ore ... che fatica !!!!
Filmatino, foto di rito, e di nuovo giù sul petto del Cardinello poco sotto dove Max ha già imbandito la tavola … Fa caldo!!! Sulla mia testa ci si può cuocere un uovo! Il vino non manca, la slinzega nemmeno e il formaggio e nemmeno il dolce… ah dimenticavo il Genepì
Contenti ripercorriamo la via del ritorno passando a trovare anche Fiorenzo “locals”a Vincino.
Stanchi alle 17:40 siamo al ponte di Maiavacca e alle 19:35 a casa ..
Gran bella giornata !
Paolo

Vista la stagione, il dislivello ed il lungo tragitto da percorrere, la partenza è alla luce delle frontali. Meno male che Diego è espertissimo del luogo e si orienta a perfezione, altrimenti non sarebbe comunque facile trovare il cammino. Arriviamo a Piazza che albeggia, a Vincino la luce ha vinto il buio. La prima parte del tracciato, tutta nel bosco, è caratterizzata da numerosi rii da guadare, ma soprattutto da parecchi passaggi dove si è costretti a sprofondare sino a metà scarpone nella fanghiglia. Usciti dal bosco si inizia a salire verso l’Alpe Camedo, che il pastore amico di Paolo (he he he) ha scaricato giusto il giorno prima con le pecore. Qui iniziamo a trovare le prime tracce di neve, per ora niente che infastidisca. Da Camedo il cammino risale fino ai ruderi all’Alpe Malpensata; il sentiero è stato di recentissimo bollato e pulito dagli ontani che lo infestavano; un sentito ringraziamenti ai volontari che lo hanno recuperato, altrimenti si dovrebbe salire senza traccia con difficoltà assai maggiore ed il rischio di perdersi.
Dalla Malpensata il cammino è ora comune con quello di chi sale dall’elvetica Val Roggiasca o di chi parte da San Iorio. Nel nostro caso il tutto è stato reso però più complicato dalla neve, specie nel già ripido tratto che porta alla Bocchetta di Caurit. Addirittura il Paolino, che è salito dritto per dritto fino ad incrociare la cresta a quota 2400 m. circa, è arrivato in vetta piuttosto sfiancato. Io e Massimo abbiamo invece seguito Diego, tagliando più a sx. verso la bocchetta, percorrendo poi integralmente la cresta che era meno innevata. Max invece si è fermato invece poco sotto la bocchetta, a quota 2200 circa, dove ci ha atteso apparecchiando per il pranzo.
Così, dopo una ventina di minuti in vetta al cospetto di un grandioso panorama, lo abbiamo raggiunto, in un clima che era più da inizio giugno che da fine ottobre.
Dopo il consueto lauto pranzo, il lungo cammino a ritroso, che ci ha riportato al Ponte di Maiavacca dopo quasi 12 ore, stanchi ma soddisfatti per questa bella gita autunnale.

Dopo l' uscita di agosto al pizzo Cavregasco i miei amici di Hirk mi portano alla scoperta di un altro angolo della catena dei Muncecch .
La giornata è ideale si preannuncia alla partenza al buio con una spettacolare stellata e guidati dall' amico Diego indigeno del luogo ammiriamo l' alba vicino al rifugio Vincino.
L 'avvicinamento è lungo sul pendio finale troviamo neve oggi non sono in giornata faccio un pò fatica sfrutto il lavoro di battitura dei miei soci .
In cima si apre l' infinito un susseguirsi di cime la vista spazia dal lago di Como al lago Maggiore, peccato per Max che non è riuscito ad arrivare in cima sarà per la prossima volta. Grazie soci Max , Paolino , Ivan , Diego per la bella giornata trascorsa.
A presto ciao Massimo

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