Cima di Gana Bianca 2842mt - uno spettacolo da condividere
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Magnifica, faticosa, impegnativa
Il ricordo è certamente fresco, ma se mi chiedete come definire questa escursione alla Gana Bianca, queste sono le immagini che mi resteranno nella mente.
Uscita di sabato, un evento molto raro per me, ma sono libero e mi manca la montagna, purtroppo trovo solo Paolo disponibile ad accompagnarmi.
Decidiamo assieme per la Gana Bianca, una vetta nelle nostri piani da tempo.
La Gana Bianca si trova in Val Malvaglia, o meglio si trova a cavallo tra la Val Malvaglia e la Val Soi, la valle che porta alla Capanna Adula CAS. E’ la massima elevazione della lunga cresta che parte dalla Cima di Piancabella, Gana Rossa, Gana Bianca, con le laterali Cima dei Toroi, Simano e Pizzo Sceru, la cresta poi prosegue con il Pizzo Forca, Uomo di Sasso e Cima del Laghetto con l’ omonimo passo che mette in comunicazione la Val Malvaglia con le due capanne Adula CAS e UTOE.
Ormai la zona la conosciamo abbastanza bene, parcheggio classico a Foppa, poco dopo le baite di Cusiè dove finisce la strada a 1707mt.
Partiamo un po’ coperti, la temperature è di 7° ma il cielo è completamente pulito e ci aspetta una giornata limpida, iniziamo a camminare alle 08:15.
Imboccato il sentiero per la capanna Quarnei, lo lasciamo quasi subito per salire a sinistra in direzione dell’ Alpe di Sceru, che raggiungiamo in 40min circa, di cui 5 minuti persi per nostro errore di sentiero.
Qui si esce dai bei boschi di larice in un bel anfiteatro, la valle di Sceru chiusa tra la Cima di Piancabella e la Gana Rossa, paesaggio da cartolina
Rocce in alto, prati in basso, le baite immerse nel verde e nelle cime vicine sono uno spettacolo per gli occhi.
Proseguiamo sul sentiero alto che porta alla Quarnei, ben visibile dai paletti verniciati. Sale tranquillamente, aggirando il Pizzo Sceru ed entrando nel grande paesaggio della Quarnei, dove domina da subito il ghiacciaio dell’ Adula.
Avanziamo fino al punto chiave del percorso, ben descritto nella sfortunata escursione di Ale84, il bivio per la Gana Bianca.
Il bivio si trova a Q2264, salendo ci si trova davanti a delle rocce scure alte 70-80m, c’e’ un ometto di sasso e guardando verso sinistra si nota su un sasso la traccia sbiadita di vernice bianco-rossa.
E’ il momento di abbandonare il sentiero, e di … faticare.
La Gana Bianca è una lunga cresta che parte a NE dal Pizzo Forca (o se guardiamo oltre dal Passo del Laghetto e cima omonima) e si congiunge a SO con la Gana Rossa. Le due Gane si riconosco bene per il colore delle pietre.
La cima è un picco spostato verso O, non fa parte della lunga cresta rocciosa, da questa è separata da una sella che è raggiungibile anche dal lato del Simano.
Si sale su prato e poi su pietre, non c’e’ un vero e proprio sentiero, si devono cercare e quindi seguire i bolli bianco-rossi e qualche ometto di sasso che abbiamo “rinforzato”.
L’erba lascia il posto alle pietre, mi piace camminare nelle pietraie e queste della Gana Bianca sono infide, sono instabili, non c’e’ sicurezza nemmeno in quelle più grandi, e … fino in cima la musica non cambia.
A quota 2510mt circa, in basso a delle rocce, i bolli bianco-rossi finiscono e si trovano solo dei bolli blu (delle strisce blu su sassi e rocce), piuttosto distanti fra loro, bisogna aguzzare la vista, ma qualche ometto di sassi aiuta.
Inizia il tratto più impegnativo, le pendenze vanno dai 45% a 70%, su sassi piccoli ed instabili, ci si aiuta tenendosi vicino alle rocce e scaricando un po’ di peso con l’aiuto delle mani … è proprio dura.
Superate queste difficoltà, si raggiunge la sella a 2745mt, poco sotto la vetta che ora è ben visibile con un grosso ometto di sassi ed una croce in legno.
Dalla sella e dalla cresta si apre il paesaggio verso O, in basso l’ enorme catino che termina con il Simano.
Paolo, che ha fiato da vendere, raggiunge la cima alle 12:15, io impiego 15min in più, questo tiro di 600mt di dislivello con le pendenze ed il terreno instabile mi ha sfiatato, ma sasso dopo sasso eccomi a godere della gioia di essere in vetta.
Lo dico spesso, forse troppo spesso, ma il panorama è immenso.
Essendo la massima elevazione della cresta, il punto di osservazione è notevole in ogni direzione. Se si voltano le spalle alla Quarnei sembra di essere in cima al mondo, tutto è più piccolo, e gli altri giganti sono lontani.
Ma poi ti giri … ed il tetto del Ticino, l’ Adula, è vicino in linea d’aria (4Km circa), e ti appare in tutta la sua estensione, per non parlare dei vicini sui due lati …
Si vedono bene la Val Soi, la lunga Val Carassino, le due capanne Adula, il sentiero che sale verso il ghiacciaio, poi la Quarnei e la Val Malvaglia, la cresta Matro-Molare-Pizzo del Sole, ma anche lo Scopi, e le immancabili grandi vette all’ orizzonte in ogni direzione.
La temperatura è ottima, il paesaggio meglio ancora, pranziamo e godiamo di tanto panorama con moltissima tranquillità, e personalmente con tanta gioia per questa conquista.
Ci fermiamo per ben 1:20 e tutto è così … perfetto che non si vorrebbe scendere, pensando poi al sentierino infido con sassi intabili e le pietraie …
Decidiamo di completare il percorso con un giro ad anello, lo avevamo in mente da subito di scendere dalla Quarnei.
Scendiamo, e trovare i bolli blu di vernice è ancora più difficile, ma pian piano, facendo grande attenzione alle pietre che inevitabilmente si fanno rotolare, raggiungiamo di nuovo le tracce di sentiero bianco-rosso e poi giù fino al laghetto dei Corti.
Piccola pausa, e poi scendiamo all’ Alpe Quarnei, grande bevuta e riprendiamo la via sul attutissimo sentiero Quarnei-Foppa.
Ritorniamo al parcheggio alle 16:40, neanche 3 ore per il ritorno incluse le pause.
E’ una cima certamente impegnativa, non per 1200mt di dislivello (che per me lo sono), ma per i 600mt di tiro verso la vetta, brutti per pendenza ma soprattutto per la qualità del terreno, sempre da fare con la massima attenzione, sentendo il terreno sotto i piedi, e mai fidandosi delle pietre anche quelle grosse.
Tutta la fatica che farete per salirci … sarà pienamente ricompensata dai panorami, e se avrete la fortuna di trovare una giornata di sole come la nostra … beh vi lascio immaginare.
Vista da Paolo (brown)
Una bellissima escursione, purtroppo non eravamo al completo della Girovagando.
Il tempo stupendo ci ha lasciato gustare dei nuovi panorami sulla vetta della Gana Bianca.
Il sentiero per salire in vetta e' una catasta di sassi, sembravano messi apposta dalla nuova galleria del Gottardo...
A parte gli scherzi, l' attenzione e' la parola chiave per percorrere in sicurezza questa salita, che soprattutto nel tratto precedente all'ultima bocchetta prima della croce, e' davvero ripido.
Peccato che un posto cosi' bello sia poco segnalato con vernici ormai datate e a volte difficili da avvistare.
La discesa e' stata piacevole e rilassante dopo aver oltrepassato la zona sassosa.
Nella zona vicino al laghetto dei Corti abbiamo avvistato una marmotta e nel laghetto trasparente c'erano ancora molti girini che scodinzolavano.
Durante la salita abbiamo incontrato sul sentiero due o forse tre ermellini che con la loro velocita' supersonica si sono infilati tra le roccie.
Un grazie a Ale84 per aver pubblicato la sua traccia gpx, veramente utile.
A presto
Paolo
Il solito riassuntino:
Percorso: Parcheggio Cusiè – località Foppa 1707mt – Bivio per Alpe Sceru Q1720 – Alpe di Sceru Q1968 – sentiero alto per la Quarnei – Bivio per Gana Bianca Q2264 – Cima di Gana Bianca Q2842 (pranzo) – Sentiero alto per Quarnei – Laghetto dei Corti Q2182 – Alpe di Quarnei Q2050 – sentiero Quarnei/Foppa - Parcheggio
12.5 Km totali, 8:25 lordi, 6:35 netti
Andata: 6Km, 4:10 lordi, 3:50 netti
Ritorno: 6.5km, 2:55 lordi, 2:45 netti
Dislivello: 1100mt assoluto, 1250mt relativo
Partecipanti: Giorgio, Paolo
Altre foto, diario, tracce sul nostro sito (a breve)
Girovagando


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