Pizzo San Martino (2734)...cronaca di un "doccia" annunciata...
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"the lord of ring" Francesco, per oggi, mi ha confezionata un'escursione particolare...nuova per entrambi la meta e davvero pessime aspettative climatiche.
Non importa, perchè la montagna ci chiama ed il sacrificio richiestoci sempre nullità di fronte agli spettacoli ed alle sensazioni che ci vengono regalate...imperativo categorico "ANDARE"!!!
Si punta la Valle Anzasca (ed il nome già dovrebbe destare qualche preoccupazione) con traguardo ambito Pizzo S.Martino (2734)...in realtà, in considerazione delle previsioni meteo, non avremmo dovuto nemmeno considerarlo ma questa è tutta un'altra storia...
A Vanzone (647), in comodo parcheggio gratutito dietro la parrocchia del paese, lasciamo l'auto ed alle 7.00 siamo pronti con scarponi ai piedi...il sentiero inizia a pochi metri a ritroso sulla sx (tornando verso la direzione di arrivo) attraversando la strada...prima palina segnavia indica Pizzo S.Martino a 6ore.
La "scalata", di tutto rilievo e incessante nelle sue severe pendenze, presenta come dei punti tappa/respiro rappresentati dall'alpe Pianezzo (1172), dall'alpe Briga (1370), dall'alpe Asinello (1831), poi, l'ambiente, prevalentemente boschivo, concede spazio a quallo tipicamente alpino, di prati, rododendri e rocce...intanto sopraggiunge il previsto quanto indesiderato primo temporalone e con i piedi (e non solo) a mollo, raggiungiamo il tanto bramato bivacco Lamè (2422)...lì vicino l'ameno lago Sfondato, che successivamente scopriremo accompaganto da altri due laghetti più piccoli.
Decidiamo di prenderci una pausa: Francesco accende la stufa e ne approfittiamo per cambiarci quasi integralmente, mettere calzettoni asciutti e pensare...
Ma cosa vuoi stare a pensare!!?? Quando si è un pò matti è meglio non farlo e allora...è bastato un strappo nelle nuvole due raggi di sole (che ci asciugassero le pietre) uno sguardo d'intesa e via...andiamo a prenderci il Pizzo San Martino (2734). Molliamo un pò di zavorra all'interno: cibo, vino, abiti bagnati e altri pesi superflui rendendo gli zaini il più leggeri possibile.
Lo facciamo alle spalle del bivacco seguendo i bolli che ci ricongiungeranno al punto di risalita tradizionale, tagliando trasversalmente una tostissima bastionata di sfasciume e pietroni insidiosi con punti di ripidità asprissimi...troviamo nell'ultimo tratto, proprio sotto l'immancabile crocione (quasi sempre visibile) anche qualche metro di attrazzata in corda.
E' fatta, 300 metri di dislivello in 55 minuti ed anche questo l'abbiamo nel sacco.
Foto di vetta e giù per la solita generosa e guadagnata colazione...nel bivacco ritroviamo un caldo tepore ed abbiamo anche il tempo per preparaci un rigenerante caffè con grappa...e poi con grappa senza caffè!!...due pulizie per lasciare tutto come "vorresti fosse ordinato e vorresti ritrovare", due note sul registro CAI del rifugio, offerta per ringraziare chi ci ha concesso di poter godere di mai tanto sperato ricovero e si riparte.
Testardi come muli, nel frattempo cominciano i bombardamenti, continuiamo nel progetto "dell'anello" in quota e, dopo esserci presi anche il Pizzo Lamè (2470), ammiriamo il lago Grande per richiudere il cerchio all'alpe Asinello e ritornare sui passi dell'andata.
Il ritorno è caratterizzato dalla pioggia incessante, con una breve ma intensa grandinata, che ci ha reso il fondo insidiosissimo e estremamente pericoloso...gli scivoloni non sono mancati, fortunatamente, senza gravi conseguenze.
Il tempo di cambiarsi per l'ennesima volta (ormai non avevamo più indumenti asciutti e sono tornato in mutande) ed alle 17.00 in automobile per rientrare a casa...
Malgrado il tempo (non può sempre andare bene e comunque la montagna ha sempre il suo fascino), una bellissima escursione...la Valle è molto selvaggia (a differenza delle più ordinate sorelle elvetiche), quasi allo stato primordiale, le tracce e le paline sono molto presenti e ben visibili ma il sentiero, spesso, quasi invisibile ed inghiottito dalla rigogliosa vegetazione...sembrerebbe poco battuto e la sua oggettiva difficolltà potrebbe anche giustifiarlo.
Grazie Francesco...

Un grazie anche a San Martino protettore della valle, che ci ha permesso di violare la sua cima in una giornata ostile.
Il Pizzo San Martino è situato nella Valle Anzasca è una delle valli trasversali della val D’Ossola da cui si dirama presso la località di Piedimulera e si sviluppa fino alle pendici della parete est del massiccio del Rosa. Caratteristica della valle è la divisione culturale: nella bassa valle è predominante la tradizione latina, mentre in alta valle sopravvivono ancora le usanze degli antichi Walser che si insediarono in questa terra tra il XIII e il XV secolo.
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