Pizzo San Martino con bivacco sotto le stelle


Publiziert von paoloski , 17. August 2019 um 11:25.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:13 August 2019
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 2 Tage
Aufstieg: 2200 m
Abstieg: 2200 m
Strecke:17 Km circa
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A26, SS33 uscita di Piedimulera, seguire le indicazioni per Macugnaga, passare Castiglione e San Carlo e proseguire fino a Vanzone. Ampio parcheggio a sinistra subito dopo la chiesa a fianco del cimitero.
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Gita andata - ritorno.
Unterkunftmöglichkeiten:Bivacco Lamè.
Kartennummer:Valle Anzasca foglio Geo4Map

Dopo le tranquille vacanze nelle Alpi Marittime ho voglia di fare un po' di dislivello, decido di salire al Pizzo San Martino in Valle Anzasca, sono più di 2000 metri di dislivello ma, non avendo voglia di fare una toccata e fuga decido di bivaccare in quota.
Un 300 metri sotto la cima ci sarebbe il bivacco Lamè che però, studiando cartina e relazioni, non offre certo un gran panorama, visto che le previsioni meteo sono buone decido di bivaccare sotto le stelle, fra l'altro anche cadenti visto il periodo,  sotto la cima.
Il problema sarà portarmi uno zaino che fra sacco a pelo, sacco da bivacco, materassino, fornello, acqua, viveri, sandali ed indumenti peserà non poco!
Vabbè, l'anno prossimo avrò un anno di più e sarà anche peggio per cui...andiamo.
Raggiungo Vanzone, parcheggio di fianco al cimitero, mi preparo, faccio un'ultima cernita del materiale per vedere di lasciare a valle qualcosa: ombrello e piccozza sicuramente rimangono in macchina, svuoto una delle due borracce, troverò acqua nei vari alpeggi...anche così lo zaino pesa troppo!
Il sentiero parte subito ripido e fino a Pianezzo non mollerà mai, poi non è che diventi più dolce ma fino all'Alpe Briga, da cui si gode una fantastica vista sul Monte Rosa,  la pendenza sarà di quelle accettabili.
Prima di Pianezzo incontro un runner in discesa con cui o scambio quattro parole, all'Alpe Briga saluto un alpigiano che però rientra precipitosamente in casa e non mi guarda neppure...Saranno le uniche due persone che incontrerò in due giorni.
Dall'Alpe Briga salgo all'Alpe Motto e da qui, dopo aver attraversato il ponte che ha sostituito quello spazzato via dal torrente, all'Alpe Asinello. Unico segno di vita cinque vacche scozzesi che pascolano tranquille.
Davanti a me un muro di 600 metri di salita ripida... bevo, mangio una barretta e parto. Del ponte che sorpassava il torrente è rimasta solo qualche misera vestigia, con qualche acrobazia comunque passo di là e raggiungo le baite superiori dell'alpe, sono completamente dirute.
Continuo la salita, il sentiero zigzaga a destra e sinistra per poi avvicinarsi al torrente che, in un punto, l'ha fagocitato, risalgo un tratto di sfasciumi e, con l'aiuto delle mani, il risalto che mi porta fuori dal letto del torrente. Da qui, a parte il dislivello, di difficoltà non ce ne saranno più.
Cammino guardando in alto ma la salita è un susseguirsi di balze, quando ti illudi di essere in cima ne appare un'altra...finalmente però arrivo al pianoro posto a 2400 metri circa, qui vi sono una miriade di pozze e di laghetti disseminati di Eriofori. Una pausa si impone, tiro fuori pane e formaggio e mangio contemplando il Monte Rosa innanzi a me. Dopo un riposino riparto: per la cima mancano ancora più di 300 metri!
Arrivo alla Bocchetta, la vista si apre anche sull'altro versante: vedo la Val d'Ossola, l'inizio della Valle Vigezzo, il Lago Maggiore...rimango impressionato dal sentiero, segnalato, che scende verso la Valle Antrona: il primo tratto è decisamente esposto, sembra l'Alta Via della Val Verzasca.
Poco oltre le tracce per la vetta portano su un enorme pietraia, mi guardo intorno ed individuo quello che sembra essere un buon posto per bivaccare: un pianoro verdeggiante una quarantina di metri sotto di me, abbastanza per non essere troppo esposto al vento e con un'ottima vista.
Adesso però decido di salire in vetta, mollo lo zaino poco oltre e in mezz'oretta sono in cima, la salita è semplice, vi sono alcuni tratti attrezzati con una corda fissa ed un piccolo risalto di meno di tre metri dove occorre usare anche le mani, niente di difficile.
In vetta c'è una grande croce e nel basamento il libro di vetta: non è certo una cima molto visitata: quest'anno una decina di presenze, perlopiù dalla Valle Antrona da cui c'è meno dislivello.
La vista intorno è un po' inficiata dalle nubi ma è comunque notevole, faccio un po' di foto poi scendo: stanchezza e fame iniziano a farsi sentire. Nei pressi della Bocchetta mi ricarico lo zaino sulle spalle e scendo al luogo che ho scelto per bivaccare, in effetti è un buon posto: panoramico, senza deiezioni ovine ed anche riparato, per quanto possibile, dal vento.
Le pecore che stazionavano appena sopra il ripiano di quota 2400 metri sono risalite e stanno brucando nel valloncello a fianco, se non fosse per le due dotate di campanacci non me ne accorgerei quasi.
Gonfio il materassino, vi pongo sopra il sacco da bivacco in cui infilo il sacco a pelo, tolgo, finalmente, gli scarponi e calzo i miei sandali, poi accendo il fornello e mi preparo una bella tazza di the, di nuovo pane e formaggio, un paio di pesche e sto decisamente meglio.
Il luogo è bellissimo, la luce è fantastica e le nubi sul Monte Rosa si vanno pian piano diradando. Poco dopo le 19,30 il sole sparisce dietro la Cresta di Lareccio, la temperatura si abbassa in un istante. È ora di infilarsi nel sacco a pelo, dentro ci sono un buon 25° e posso stare in maglietta.
Questi, insieme al risveglio, sono i momenti più belli di un bivacco: il silenzio, vabbè a parte le due pecore con campanaccio qui a fianco, il cielo infinito al di sopra che lentamente cambia colore, la Luna che sorge, poi le prime stelle e le luci sulla pianura che si accendono.
Di fronte ho il Monte Rosa, si distingue bene la Capanna Margherita con la sua sagoma scura sopra la Punta Gnifetti ed una piccola luce. Il cielo diviene sempre più scuro, la Via Lattea visto che la Luna è quasi piena si intravvede appena ma qualche stella cadente riesco a vederla.
A mezzanotte comincia a spirare un vento gelido, dentro sto benissimo ma la punta del naso si sta congelando...chiudo tutto e mi rintano nella mia cuccia, mi sveglierò alle sei perchè una marmotta inizia a lanciare il suo grido di allarme. Chissà che cosa a visto: tutto è tranquillo, anche le pecore nella valletta accanto sono ancora coricate, mi alzo rapidamente, la vescica di un sessantenne ha le sue esigenze, ma mi reinfilo subito al caldo: finchè non sorgerà il sole di uscire non se ne parla.
Comincio a fare foto: la luce lentamente cambia e finalmente appare il sole che inizia ad illuminare tutte le cime attorno. Ci vuole un'ora buona perchè arrivi al mio bivacco, dopodichè decido di sgusciare fuori, vestirmi, preparare tutto quanto, scenderò a far colazione al bivacco Lamè.
Alle otto sono alla Bocchetta ed inizio la discesa, raggiungo il pianoro e da qui salgo i pochi metri che mi separano dal bivacco. È una solida costruzione in pietra, ben tenuta e pulita, prendo uno sgabello e mi siedo sulla soglia per mangiare qualche biscotto contemplando il panorama: da qui il Monte Rosa rimane nascosto ma dinanzi vi sono le montagne che fanno da spartiacque fra la Valle Anzasca e le Valli di Rima e di Carcoforo, lontano, oltre la Pianura Padana spuntano gli Appennini o, forse, le Alpi Marittime.
Decido di fare il giro del Lago Lamè e di salire l'omonimo Pizzo appena sopra, la luce non è un granchè: in poco tempo il cielo si è completamente velato e fa anche freddo. Sceso dal Pizzo Lamè percorro un breve tratto del sentiero che va verso il Lago Grande ma desisto ben presto: l'erba e le rocce sono umide, il percorso ha tratti veramente esposti e con questo zaino non ho molta voglia di fare salite, considerato che già la discesa sarà impegnativa.
Ritorno al sentiero che scende all'Alpe Asinello...eccola là in basso, veramente molto in basso. Inizio a scendere, raggiungo il tratto accanto al torrente che si rivela meno complicato in discesa che in salita, nei pressi dell'Alpe attraverso il rio sui grandi massi, raggiungo le vacche scozzesi che stamane stanno tutte nei pressi delle baite e proseguo senza fermarmi fino all'Alpe Motto, qui ieri qualcuno deve essere salito perchè l'erba è stata tagliata di fresco, bevo alla fontana e scendo all'Alpe Briga deserta e da qui a Pianezzo. A questo punto la stanchezza inizia veramente a farsi sentire ed i 500 metri di discesa da qui a Vanzone mi paiono veramente infiniti,
Alle 14 comunque sono alla mia auto, avrei anche fame ma di mangiare ancora pane e formaggio non ne ho proprio voglia, il paese non offre molto, sembra tutto chiuso.
Vabbè parto, mi fermo a prendere un caffè a Castiglione nello stesso bar in cui mi ero fermato ieri, poi scendo a Piedimulera ed imbocco la statale, visto il traffico di camion decido di prendere il traghetto ad Intra e farmi anche una crociera sul lago. Alle 17 sono a casa.

Bella salita, il Pizzo San Martino non presenta difficoltà, a parte il dislivello notevole, gli unici punti "ostici" sono il guado del torrente dopo l'Alpe Asinello, il breve tratto di sentiero a fianco del torrente ed il risalto poco sotto la cima, ma parliamo comunque di difficoltà assolutamente risibili, almeno con tempo asciutto.
Ho camminato fra migliaia di farfalle e fra una fantastica biodiversità: vi sono fiori non rari ma che comunque non sono comuni in tali concentrazioni, non ho mai visto tanti esemplari di Pedicularis kerneri e di Campanula excisa come in questa zona.
La traccia GPS ha qualche interruzione: in salita nei pressi del ponte dopo l'Alpe Motto, quando mi si è spento. In discesa perchè ero a corto di batteria ed ho preferito disattivarlo per avere carica sufficiente per una eventuale emergenza.

Tourengänger: paoloski
Communities: Hikr in italiano


Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden

Galerie


In einem neuen Fenster öffnen · Im gleichen Fenster öffnen


Kommentare (8)


Kommentar hinzufügen

rochi hat gesagt:
Gesendet am 17. August 2019 um 22:49
Tutto bello: l'idea, il viaggio, il racconto e le foto.
Complimenti.
R.

paoloski hat gesagt: RE:
Gesendet am 20. August 2019 um 17:22
Grazie Rochi,
almeno una volta all'anno, finchè la salute me lo permetterà, ho deciso che un bivacco va fatto: è una magnifica esperienza.

asus74 hat gesagt: Bravissimo
Gesendet am 18. August 2019 um 07:29
Ci avevo pensato anche io quando ero in Ossola ma poi ho desistito... Magari la prossima stagione! E dire che entrambi i miei genitori sono della Valle Anzasca!
Saluti, Miriam

paoloski hat gesagt: RE:Bravissimo
Gesendet am 20. August 2019 um 17:26
Ciao Miriam,
diciamo che gli oltre 2000 metri di dislivello sono un po' demotivanti. Fatti in giornata sono senz'altro fattibili ma, secondo me, si deve salire e scendere troppo in fretta perdendosi così la parte più bella, cioè la magnifica biodiversità che questa zona presenta. Bivaccando poi ti godi il tramonto, la notte e l'alba con una vista superlativa sul Monte Rosa.

gbal hat gesagt:
Gesendet am 18. August 2019 um 14:28
Una bellissima esperienza altrettanto ben narrata.
Una punta di invidia per i tuoi sixties e per le tue conoscenze botaniche

paoloski hat gesagt: RE:
Gesendet am 20. August 2019 um 17:31
Ciao, diciamo che i 60 me li porto bene ma sicuramente i risvegli dopo un bivacco a 20 - 30 anni erano più "dinamici".
Con gli anni si impara anche a guardarsi intorno e non solo alla cima e i fiori sono un vero spettacolo.

cappef hat gesagt:
Gesendet am 18. August 2019 um 15:36
complimenti Paolo, bella gita e belle foto, in particolare alla flora alpina... Flavio

paoloski hat gesagt: RE:
Gesendet am 20. August 2019 um 17:32
Grazie Flavio, buone gite, Paolo


Kommentar hinzufügen»