Plattenberg (3041 m)
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Da quando ho scoperto, l’autunno scorso, che il Plattenberg è l’unico 3000 ticinese a non avere ancora un rapporto, naturalmente mi sono messo come obbiettivo di essere il primo di HIKR a salirci !
È curioso come ci siano cime visitatissime, ed altre dimenticate. Il Brenna descrive il Plattenberg come “cima pochissimo visitata, se non dagli stambecchi”.
Mi studio le vie di salita. Sulla carta quelle dal versante NW (e sue creste laterali WNW e NNE) sono abbordabili (il Brenna le dà come F). Sempre il Brenna, inestimabile fonte di informazioni per le Alpi Ticinesi, consiglia l’ascesa a inizio stagione estiva, “quando gli erti pendii si presentano innevati”. Bene, quindi il momento è propizio.
Salita in solitaria. Metto la sveglia alle 2. Ho paura che la neve peggiori. Partenza alle 3, arrivo alla diga del Luzzone alle 5.15. Parcheggio a Larecc e parto senza frontale, è già chiaro. Le nubi sono basse, ma le previsioni sono così.. Speriamo di avere qualche squarcio di sereno ! Mi ritorna in mente quando sono stato qui, lo scorso dicembre, con Luca_P. Allora la neve copriva tutto e mi diverto a riconoscere, senza la neve, le difficoltà (tantissime !) che avevamo incontrato allora. Il sentiero, ad esempio, sta molto più in alto del percorso che abbiamo fatto noi con le racchette. Il primo ostacolo della giornata è guadare un torrente che scende dall’Alpe Scaradra di sopra. Nonostante la via normale per la capanna passi proprio di lì, non me la sento di guadare in quel punto.. Mi rammarico di non essermi ancora preso uno spezzone di corda da portarmi a dietro.. in questo caso sarebbe potuto venire utile.. ma bisogna anche saperlo usare ! Medito di abbandonare.. però prima di perdere le speranze provo ad ingegnarmi.. Mi metto a risalire il torrente, ma mi rendo conto che più in alto c’è un salto insormontabile.. Allora provo a discendere.. e magicamente trovo un punto in cui il torrente forma una specie di isoletta, e l’attraversamento è quindi fattibile ! Superato questo scoglio, velocemente risalgo la ripida china che porta all’Alpe Scaradra di Sopra. Con la neve era stata una sofferenza, mentre con il sentiero (e me lo immaginavo) è stato come bere un bicchier d’acqua ! Arrivato al pianoro decido di non perdere tempo, passando dalla Capanna, e punto direttamente al versante NW del Plattenberg, passando per un “valloncello detritico”. Di lì in poi, è tutta neve. La visibilità, dopo essere migliorata, torna ad essere pessima.. Risalgo il versante fino a 2900, poi la neve sembra finire ed è il momento di salire in cresta. Non vedendo niente, scelgo un punto a caso, e naturalmente mi trovo nelle rogne.. Placche sotto, neve molle sopra e ghiaccio da non fidarsi. Mi rampono, faccio qualche metro, ma decido di fare dietro front.. troppo pericoloso.. Scendo una decina di metri e provo più a destra.. Lì c’è da passare per un camino.. Con un po’ di sforzi e massima attenzione, riesco a portare il peso del corpo in cresta : è fatta ! Io però di qui non torno.. devo pensare ad un’altra soluzione.. La cresta WNW è bella e divertente.. la tensione se ne è andata.. Tolgo i ramponi, ancora un centinaio di metri e.. sono in vetta ! Bacio l’ometto. Cerco il libro di vetta, senza trovarlo. Per un colpo di fortuna, per il tempo che sono in vetta, le nubi sembrano spostarsi per un attimo, dandomi la possibilità di ammirare il panorama ! Per la discesa, decido di provare la cresta NNE, fino alla sella a quota 2982, e di lì scendere, sperando di trovare tutta neve.. La cresta NNE è formata da massi, mentre nella WNW c’era anche terra.. Me la cavo comunque bene e arrivo alla sella, passando per un’anticima, non quotata, con un ometto forse anche più grande di quello della cima vera. Alla sella mi rampono e scendo. Un tratto ripido in neve (42°), poi un passaggio un po’ critico con terra e un ruscello formato dall’acqua di fusione, e di nuovo neve. Qui scivolo e faccio fatica a fare autoarresto (la neve è molle). Mi rimetto in piedi e proseguo. Una lunga discesa nella neve. Sgranocchio qualcosa. Decido che, per evitare il guado (mi preoccupa il fatto che, di pomeriggio, la portata potrebbe essere aumentata..) punto direttamente all’Alpe Scaradra di Sotto, senza passare da quella di Sopra. Il Brenna mi ricordo che ne parla come di una possibile via di salita. Faccio un po’ di fatica a trovare la via.. tra nubi basse, nevai se possibile da evitare (non ne posso più.. continuo a finire in un buco dopo l’altro.. in uno devo addirittura utilizzare la paletta della piccozza !) e scarpate da aggirare, ma il GPS mi viene sempre in aiuto (anche se a volte la cartina non può rendere con esattezza la morfologia del terreno !). Raggiungo quindi, con un percorso arzigogolato che mi ricorda la “camminata dell’ubriaco”, la Crestüscia e la seguo. Rododendri, erba, terra, qualche roccetta liscia.. Il pendio è insidioso (45°).. non mi fido a procedere con i bastoncini.. prendo la piccozza, faccio due passi e.. mi trovo a scivolare senza riuscire a fermarmi.. Provo a fare autoarresto, ma serve a poco.. finché finalmente, dopo una trentina di metri, la mia scivolata trova la fine.. Niente di rotto.. sgarbellature, botte e terra ovunque.. devo avere un santo in paradiso.. poteva andare molto peggio. La discesa purtroppo non è finita, ma sto bene e, con calma e ancor più attenzione ad ogni passo (in questi casi, gli errori si amplificano), sono al sentiero.
Una vetta, il mio 11° 3000 ticinese, decisamente tosta da fare in solitaria.
Se già non l’avessi saputo, assolutamente da evitare gli anelli su vie alpinistiche.. almeno per i miei gusti !
Bella la Val Scaradra, selvaggia e ricca d’acqua, e la corona di monti che affiancano il Plattenberg.

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