Torrone di Garzora (3017 m), Vernokhörner (3043 m) e Plattenberg (3041 m)
|
||||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
blepori:
Maestosa un'aquila ci saluta volteggiando nel cielo azzurro. Sono le tre del pomeriggio e siamo in vetta al Plattenberg, l'ultimo 3000 di questa incredibile giornata. Come un flashback ci tornano in mente i momenti che abbiamo vissuto. Di primo mattino, ancora freschi, la 'ravanata' nel letto della Val Garzora e il passaggino ardito nel bel mezzo di una spumeggiante cascata. Poi siamo riemersi dal fondovalle come dei 'selvatici' sull'ampio pianoro dell'Alpe di Garzora; lo spettacolo straordinario delle bancate di ardesia in val di Garzora, bianco e nero come delle matite colorate dall'azzurro dei prati. E poi quel costone ripido ripido che ci ha introdotti in un mondo desolato e minerale, con gli stambecchi che ci guardano salire.
E dalla bocchetta la cresta ardita che congiunge le cime di oggi; il cupolone del Torrone di Garzora, i dentellati Vernokhörner che ci obbligano a un gran giro per procedere e la piodata del Plattenberg sospesa sulla Scaradra. Un meraviglioso andare, cercare passaggi, arrampicare e disarrampicare sulle rocce. Ed infine la lunga agonia della discesa, quel laghetto nascosto appena sotto il passo Soreda e la valle infinita che, ormai quando le ombre della sera si allungano, ci riconduce infine al Luzzone.
Saimon:
Saimon e blepori come back ;) !!!
Dopo la nostra ultima impresa in Val Bavona questa volta ne tentiamo una nuova... partendo dall'Alpe Garzott saliremo a prendere la cresta NNE del Torrone di Garzora per percorrere poi tutta la cresta verso sud, sino al Passo di Soreda, dove prenderemo il sentiero della Val Scaradra che ci ripoterà all'auto e completeremo un bel giro ad anello.
Inizio dell'escursione alle ore 8:00
Tempo dell'escursione al Torrone di Garzora 11:40 (con pause)
Tempo dell'escursione al Vernokhörner 13.15 (con pause tecniche e calata in doppia)
Tempo dell'escursione al Plattenberg 14.35 (con pause)
Temperatura alla partenza +11.0°
Temperatura sulle cime +6.0° (con leggero e gradevole vento)
Rientro verso le ore 17:30 (con pause)
Temperatura al rientro +21.0°
Totale km: 22.58
Sforzo km: 52.76
Tempo escursione senza pause: 8h 15min.
Tempo escursione con pause: 9h 30min.
Mi trovo a Biasca con blepori alle 07.00 e saliamo a parcheggiare l'auto fino all'Alpe Garzott.
Ci prepariamo e seguiamo il sentiero per la Capanna Moterascio fino al ponte che attraversa il fiume, appena dopo il ponte viriamo a destra per un sentiero non marcato e capiamo che la direzione é quella sbagliata, il sentiero per l'Alpe Garzora é praticamente subito dopo l'Alpe Garzott. Malgrado ciò non si torna indietro, il sentiero sembra non male, fino a quando iniziamo ad attraversare il fiume di Garzora a destra e sinistra e viceversa arrivando al punto chiave, dove per passare oltre bisogna arrampicare con difficoltà grado II ;) una cascata in mezzo al fiume e che resta pure scivolosa, con il rischio di scivolare nel pozzo sottostante e farci un bel bagno. Sotto l'acqua della cascata troviamo buoni appigli che con molta prudenza e una bella lavata superiamo mettendoci nei panni del mitico Bear Grylls.
Passata la cascata, a blepori inizia a piacere il tipo di terreno che normalmente frequenta con ZAZA. Lascio le redini a lui (anche perchè su questi terreni è molto preparato e ha un senso d'orientamento da paura, trovando i passaggi più comodi). Iniziamo quindi ad arrampicare su per un pendio principalmente d'ardesia, poi di prato bagnato e infine di rododendri, un terreno non dei più facili e nel quale bruciamo diverse energie siccome molto scosceso. Tengo a precisare che è fattibile la nuova via di questo percorso fatto da noi, ma il fiume dev'essere ai minimi livelli come l'abbiamo trovato oggi, poi bisogna essere molto preparati fisicamente, sapersi orientare e con la concentrazione al massimo. Nel caso seguire il normale sentiero che sale all'Alpe Garzora e che parte subito dopo l'Alpe Garzott.
Infine sbuchiamo praticamente sul sentiero ufficiale ma ben 200 m più su dell'Alpe Garzora. Continuiamo quindi a seguire il sentiero che a tratti risulta essere molto esposto ed il quale ci porta ad attraversare svariati canali. Incontriamo tante belle e simpatiche pecore, una vegetazione unica nel suo genere.
Il selvaggio di certi posti dove solo pochi osano.
Dopo l'ultimo canale saliamo verso la bocchetta del punto 2867 m, dove ci prendiamo una corta pausa per riprendere fiato e goderci il panorama magnifico che davanti a noi va dal Piz Terri fino alle cime più alte della Greina, includendo pure la Capanna Motterascio.
Ripartiamo e iniziamo l'ascensione verso il nostro primo obiettivo, il Torrone di Garzora, l'ascesa risulta molto divertente a parte qualche passagio di I°+ e II°+ dove bisogna prestare attenzione. Wow, siamo in vetta, piccola pausa, mangiamo qualcosina e blepori studia la discesa dalla cima, principalmente a piedi fino alla sosta già munita di cordino e maglia rapida, da qui procediamo ad una calata in doppia, molto bella e divertente.
Continuiamo il nostro tour verso i Vernokhörner, i quali per essere raggiunti bisogna abbassarsi una sessantina di metri. Risaliamo il dislivello perso e facciamo il primo corno, per andare al secondo bisognerà superare invece un muretto di II° grado ed una crestina con lama e selletta. Siamo al secondo corno, verifichiamo se fattibile scendere in doppia dal terzo, ma optiamo per il buon Brenna dove dice di ritornare alla bocchetta sotto il primo corno verso nord e scendere di ben 150m per poi risalirli dall'altra parte. Ridiscendiamo quindi da dove siamo saliti e risaliamo dopo aver raggirato le pendici del Vernokhöner andando verso sud.
Un tratto di T6 percorso da blepori lo porta alla bocchetta. Io invece percorro una via un poco più semplice che senza accorgermi mi porta oltre il Plattenberg, oltrepassando la bocchetta del punto 3014 m. Fa niente, mi sono goduto un bel panorama con la compagnia degli stambecchi che camminavano in parallelo 20 m più sopra. Torno indietro e mi trovo blepori che mi aspettava alla bocchetta e gli dico, dai saliamo, ormai è vicino, pochi metri e di un buon passo siamo sul Plattenberg, questa volta pausa meritata.
Mentre stiamo mangiucchiando qualcosa un'enorme aquila ci sorvola a pochi metri da noi come per salutarci, fa un bel giro sotto il Plattenberg in bella mostra e poi torna una seconda volta, è stato veramente emozionante. Subito dopo passa un aliante e ci saluta pure lui.
Bene, fatto le foto di rito e firmato il libro di vetta. Decidiamo di seguire la discesa verso il Passo Soreda studiata qualche giorno prima e la quale principalmente risulta molto facile, ma gli ultimi 100 m per me sono stati veramente tosti, pendii erbosi e scivolosi, dove con passi sicuri e moto fermi riusciamo a scendere fino al sentiero ufficiale che ci condurrà al Passo Soreda e infine a percorrere tutta la Val Scaradra fino al parcheggio dell'Alpe Garzott.
È stata una magnifica giornata, è andato tutto molto bene e devo ringraziare davvero tanto Benedetto per avermi accompagnato, passo la parola a lui che sicuramente ne avrà delle belle da raccontare.
A presto con altre escursioni. Ciao, Saimon
blepori Nota tecnica. Percorso molto lungo, variato ed impegnativo, anche perché è in gran parte fuori sentiero. A Garzott se non volete ripetere la nostra ravanta prendere il sentiero ancora tenuto che sale a destra verso l'Alpe Garzora. Dall'Alpe il sentiero (ancora indicato sulla CNS) sale fino a quota 2100 metri per aggirare un grande canalone bianco poi prosegue in piano e attraverso un grande canale nero. Raggiunto il dosso successivo lasciare il sentiero e salire per il ripido costone che porta al pianoro di quota 2607. Di qui alla bocchetta 2868 sulla cresta NE del Torrone di Garzora (se ci si tiene a destra del canale il terreno è meno franoso). Difficoltà T4/T5.
Si segue la cresta fino al torrone di Garzora con logici aggiramente e qualche passo di II. Dalla vetta discesa espostissima su prati fino a un terrazzo, dove c'è un cordino e maglia per una doppia di 15 m che permette di superare il salto sottostante (forse un III; assolutamente controllare il cordino!). Di lì nella sella 2920 e poi utilmente si aggira tutta la cresta a sinistra su pietraie fino alla sella appena sotto la cima del Vernokörner. Si sale sulla prima cima, si disiscala un muretto di II e si raggiunge la seconda cima. La cresta di congiunzione con il Plattenberg ha passaggi di III; più facilmente si torna alla sella e ci si abbassa di circa 100 metri per aggirare i Vernokörner circa quota 2850. Utilmente si traversa fino alla valletta indicata dalla CNS che permette di raggiungere più facilmente la sella appena a S del Plattenberg.
Dalla vetta si può scendere verso NO ma il terreno è molto delicato; più semplicemente si continua verso S aggirando Q 3015 a sinistra, poi si scende in una conca dove c'è il resto di un laghetto sotto Q. 2915. A questo punto si scende verso est su di un ripido pendio erobso (T5); ai piedi della bastionata si traversa a SW verso il lago di quota 2667 dove si raggiunge il sentiero del Passo Soreda.
Maestosa un'aquila ci saluta volteggiando nel cielo azzurro. Sono le tre del pomeriggio e siamo in vetta al Plattenberg, l'ultimo 3000 di questa incredibile giornata. Come un flashback ci tornano in mente i momenti che abbiamo vissuto. Di primo mattino, ancora freschi, la 'ravanata' nel letto della Val Garzora e il passaggino ardito nel bel mezzo di una spumeggiante cascata. Poi siamo riemersi dal fondovalle come dei 'selvatici' sull'ampio pianoro dell'Alpe di Garzora; lo spettacolo straordinario delle bancate di ardesia in val di Garzora, bianco e nero come delle matite colorate dall'azzurro dei prati. E poi quel costone ripido ripido che ci ha introdotti in un mondo desolato e minerale, con gli stambecchi che ci guardano salire.
E dalla bocchetta la cresta ardita che congiunge le cime di oggi; il cupolone del Torrone di Garzora, i dentellati Vernokhörner che ci obbligano a un gran giro per procedere e la piodata del Plattenberg sospesa sulla Scaradra. Un meraviglioso andare, cercare passaggi, arrampicare e disarrampicare sulle rocce. Ed infine la lunga agonia della discesa, quel laghetto nascosto appena sotto il passo Soreda e la valle infinita che, ormai quando le ombre della sera si allungano, ci riconduce infine al Luzzone.
Saimon:
Saimon e blepori come back ;) !!!
Dopo la nostra ultima impresa in Val Bavona questa volta ne tentiamo una nuova... partendo dall'Alpe Garzott saliremo a prendere la cresta NNE del Torrone di Garzora per percorrere poi tutta la cresta verso sud, sino al Passo di Soreda, dove prenderemo il sentiero della Val Scaradra che ci ripoterà all'auto e completeremo un bel giro ad anello.
Inizio dell'escursione alle ore 8:00
Tempo dell'escursione al Torrone di Garzora 11:40 (con pause)
Tempo dell'escursione al Vernokhörner 13.15 (con pause tecniche e calata in doppia)
Tempo dell'escursione al Plattenberg 14.35 (con pause)
Temperatura alla partenza +11.0°
Temperatura sulle cime +6.0° (con leggero e gradevole vento)
Rientro verso le ore 17:30 (con pause)
Temperatura al rientro +21.0°
Totale km: 22.58
Sforzo km: 52.76
Tempo escursione senza pause: 8h 15min.
Tempo escursione con pause: 9h 30min.
Mi trovo a Biasca con blepori alle 07.00 e saliamo a parcheggiare l'auto fino all'Alpe Garzott.
Ci prepariamo e seguiamo il sentiero per la Capanna Moterascio fino al ponte che attraversa il fiume, appena dopo il ponte viriamo a destra per un sentiero non marcato e capiamo che la direzione é quella sbagliata, il sentiero per l'Alpe Garzora é praticamente subito dopo l'Alpe Garzott. Malgrado ciò non si torna indietro, il sentiero sembra non male, fino a quando iniziamo ad attraversare il fiume di Garzora a destra e sinistra e viceversa arrivando al punto chiave, dove per passare oltre bisogna arrampicare con difficoltà grado II ;) una cascata in mezzo al fiume e che resta pure scivolosa, con il rischio di scivolare nel pozzo sottostante e farci un bel bagno. Sotto l'acqua della cascata troviamo buoni appigli che con molta prudenza e una bella lavata superiamo mettendoci nei panni del mitico Bear Grylls.
Passata la cascata, a blepori inizia a piacere il tipo di terreno che normalmente frequenta con ZAZA. Lascio le redini a lui (anche perchè su questi terreni è molto preparato e ha un senso d'orientamento da paura, trovando i passaggi più comodi). Iniziamo quindi ad arrampicare su per un pendio principalmente d'ardesia, poi di prato bagnato e infine di rododendri, un terreno non dei più facili e nel quale bruciamo diverse energie siccome molto scosceso. Tengo a precisare che è fattibile la nuova via di questo percorso fatto da noi, ma il fiume dev'essere ai minimi livelli come l'abbiamo trovato oggi, poi bisogna essere molto preparati fisicamente, sapersi orientare e con la concentrazione al massimo. Nel caso seguire il normale sentiero che sale all'Alpe Garzora e che parte subito dopo l'Alpe Garzott.
Infine sbuchiamo praticamente sul sentiero ufficiale ma ben 200 m più su dell'Alpe Garzora. Continuiamo quindi a seguire il sentiero che a tratti risulta essere molto esposto ed il quale ci porta ad attraversare svariati canali. Incontriamo tante belle e simpatiche pecore, una vegetazione unica nel suo genere.
Il selvaggio di certi posti dove solo pochi osano.
Dopo l'ultimo canale saliamo verso la bocchetta del punto 2867 m, dove ci prendiamo una corta pausa per riprendere fiato e goderci il panorama magnifico che davanti a noi va dal Piz Terri fino alle cime più alte della Greina, includendo pure la Capanna Motterascio.
Ripartiamo e iniziamo l'ascensione verso il nostro primo obiettivo, il Torrone di Garzora, l'ascesa risulta molto divertente a parte qualche passagio di I°+ e II°+ dove bisogna prestare attenzione. Wow, siamo in vetta, piccola pausa, mangiamo qualcosina e blepori studia la discesa dalla cima, principalmente a piedi fino alla sosta già munita di cordino e maglia rapida, da qui procediamo ad una calata in doppia, molto bella e divertente.
Continuiamo il nostro tour verso i Vernokhörner, i quali per essere raggiunti bisogna abbassarsi una sessantina di metri. Risaliamo il dislivello perso e facciamo il primo corno, per andare al secondo bisognerà superare invece un muretto di II° grado ed una crestina con lama e selletta. Siamo al secondo corno, verifichiamo se fattibile scendere in doppia dal terzo, ma optiamo per il buon Brenna dove dice di ritornare alla bocchetta sotto il primo corno verso nord e scendere di ben 150m per poi risalirli dall'altra parte. Ridiscendiamo quindi da dove siamo saliti e risaliamo dopo aver raggirato le pendici del Vernokhöner andando verso sud.
Un tratto di T6 percorso da blepori lo porta alla bocchetta. Io invece percorro una via un poco più semplice che senza accorgermi mi porta oltre il Plattenberg, oltrepassando la bocchetta del punto 3014 m. Fa niente, mi sono goduto un bel panorama con la compagnia degli stambecchi che camminavano in parallelo 20 m più sopra. Torno indietro e mi trovo blepori che mi aspettava alla bocchetta e gli dico, dai saliamo, ormai è vicino, pochi metri e di un buon passo siamo sul Plattenberg, questa volta pausa meritata.
Mentre stiamo mangiucchiando qualcosa un'enorme aquila ci sorvola a pochi metri da noi come per salutarci, fa un bel giro sotto il Plattenberg in bella mostra e poi torna una seconda volta, è stato veramente emozionante. Subito dopo passa un aliante e ci saluta pure lui.
Bene, fatto le foto di rito e firmato il libro di vetta. Decidiamo di seguire la discesa verso il Passo Soreda studiata qualche giorno prima e la quale principalmente risulta molto facile, ma gli ultimi 100 m per me sono stati veramente tosti, pendii erbosi e scivolosi, dove con passi sicuri e moto fermi riusciamo a scendere fino al sentiero ufficiale che ci condurrà al Passo Soreda e infine a percorrere tutta la Val Scaradra fino al parcheggio dell'Alpe Garzott.
È stata una magnifica giornata, è andato tutto molto bene e devo ringraziare davvero tanto Benedetto per avermi accompagnato, passo la parola a lui che sicuramente ne avrà delle belle da raccontare.
A presto con altre escursioni. Ciao, Saimon
blepori Nota tecnica. Percorso molto lungo, variato ed impegnativo, anche perché è in gran parte fuori sentiero. A Garzott se non volete ripetere la nostra ravanta prendere il sentiero ancora tenuto che sale a destra verso l'Alpe Garzora. Dall'Alpe il sentiero (ancora indicato sulla CNS) sale fino a quota 2100 metri per aggirare un grande canalone bianco poi prosegue in piano e attraverso un grande canale nero. Raggiunto il dosso successivo lasciare il sentiero e salire per il ripido costone che porta al pianoro di quota 2607. Di qui alla bocchetta 2868 sulla cresta NE del Torrone di Garzora (se ci si tiene a destra del canale il terreno è meno franoso). Difficoltà T4/T5.
Si segue la cresta fino al torrone di Garzora con logici aggiramente e qualche passo di II. Dalla vetta discesa espostissima su prati fino a un terrazzo, dove c'è un cordino e maglia per una doppia di 15 m che permette di superare il salto sottostante (forse un III; assolutamente controllare il cordino!). Di lì nella sella 2920 e poi utilmente si aggira tutta la cresta a sinistra su pietraie fino alla sella appena sotto la cima del Vernokörner. Si sale sulla prima cima, si disiscala un muretto di II e si raggiunge la seconda cima. La cresta di congiunzione con il Plattenberg ha passaggi di III; più facilmente si torna alla sella e ci si abbassa di circa 100 metri per aggirare i Vernokörner circa quota 2850. Utilmente si traversa fino alla valletta indicata dalla CNS che permette di raggiungere più facilmente la sella appena a S del Plattenberg.
Dalla vetta si può scendere verso NO ma il terreno è molto delicato; più semplicemente si continua verso S aggirando Q 3015 a sinistra, poi si scende in una conca dove c'è il resto di un laghetto sotto Q. 2915. A questo punto si scende verso est su di un ripido pendio erobso (T5); ai piedi della bastionata si traversa a SW verso il lago di quota 2667 dove si raggiunge il sentiero del Passo Soreda.
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
![]() | Geodaten | ||
![]() | Traccia ad anello Torrone di Garzora-Vernokhöner e Plattenberg con partenza da Alpe Garzott (ATTENZIONE: traccia soprattutto in partenza solo per gente molto preparata e con buon senso d'orientamento, abbiamo infatti aperto una nuova variante via fiume di Garzora, prestare molta attenzione alla salita della cascata nel punto chiave) |
Kommentare (28)