Rock climbing: Sassariente – Cresta Nord
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Rock climbing: Sassariente – Cresta Nord
Giulio dice….
Dopo un po’ di preparazione all’arrampicata fatta recentemente con Laura sulle paretine di Campo dei Fiori abbiamo deciso che era ora di provare queste tecniche fondamentali “in ambiente” come si suole dire. E per cominciare abbiamo scelto assieme la salita della Cresta Nord del Sassariente, nome che mi suona stranamente “mediterraneo” per un bel monte di granito del nordico Ticino la cui parete Sud incute un reverenziale timore proprio come la corrispondente parete del Poncione d’Alnasca.
La cresta è definita abbastanza semplice (III UIAA) e tutto sommato breve; si tratta di due tiri di III e di un tiro di II ma il posizionamento di un buon numero di spit non delimita esattamente i confini dei tiri per cui ognuno si sistema le soste come meglio crede.
Naturalmente per giungere all’attacco occorre fare un dislivello dipendente dal punto di partenza. Io e Laura optiamo per partire di buon mattino da Curogna sopra Medoscio (io) e trovarci ai Monti della Gana dove Laura mi avrebbe raggiunto più tardi in auto direttamente da casa dopo aver sbrigato le incombenze del mattino.
Così è stato e purtroppo a causa di un suo ritardo per traffico ci siamo salutati circa alle 11 del mattino in quel dei Monti della Gana. Immediatamente partivamo di buon passo per recuperare dirigendoci verso il sentiero che indicava il Sassariente a 1h35’. Ma il destino congiurava contro di noi perché poco dopo un disastrato ponticello il mio GPS mi avvisava che continuando il sentiero avremmo deviato non poco rispetto al percorso programmato. Purtroppo la via che il GPS indicava saliva su una frana e non ci invogliava per nulla. Decidevamo così di prendercela con questi strumenti inaffidabili e di continuare sul sentiero tracciato. Questo si rivelava tortuoso e saliva con giganteschi zigzag; come Dio ha voluto abbiamo visto avvicinarsi la sella tra Sassariente e la limitrofa Cima di Sassello. Una volta lì, in poco tempo siamo pervenuti all’attacco della via. Con il senno di poi mi sembra meglio proseguire ancora un po’ a Monti della Gana e prendere il secondo sentiero sulla sinistra che sulla carta sembrerebbe permettere di evitare la nostra lunga peregrinazione.
Ora vorrei fare una premessa: innanzitutto non ho mai pensato che chi arrampica è “più bravo” di chi fa solo escursioni o va in montagna per fotografare fiori e farfalle o semplicemente ci va a funghi e castagne. Dico solo che con Laura abbiamo scelto di provare ad arrampicare perché subiamo il fascino “perverso” di questa attività pur restando l’escursionismo il nostro interesse finora prevalente. La premessa continua precisando che insegnando a Laura le mie quattro nozioni base di arrampicata non penso proprio di insegnarle ad andare in montagna cosa che lei fa egregiamente da tempo sia su sentieri che su pietraie o vie ferrate.
Detto questo iniziamo ad attrezzare la sosta iniziale sciorinando il materiale di fronte al nostro spit di partenza; durante i preparativi riscontriamo quanto fredda sia questa cresta Nord ma questo fa parte del gioco. Laura impara presto che in queste condizioni sei costretto ad attendere la fine dei preparativi mentre il corpo viene percorso da brividi che ti scuotono tutta; quando finalmente si parte o meglio quando partirà lei prova anche l’antipatica e preoccupante sensazione di non afferrare le prese; questo non è reale ma le mani intirizzite dal freddo non “sentono” la roccia, il tatto funziona male e tu pensi che la presa ti sfuggirà. Ulteriore novità è il granito che finora non ha mai provato che non ha certo i tanti buchi, clessidre e altre asperità del calcare ma va sfruttato prevalentemente in aderenza. Beh, fa parte anche questo dell’imparare ad arrampicare, su tutti i terreni e non solo d’estate al caldo delle falesie della Liguria ma addirittura come i più bravi con la neve da spolverare via come si può per scoprire un chiodo.
Comunque noi “poveri” principianti saliamo i nostri due tiri e mezzo difendendoci piuttosto bene; facciamo i nostri bei mezzi barcaioli e barcaioli, ci assicuriamo su spit quando si può o imbastiamo fettucce su spuntoni, ecc., non vorrei tediare il lettore. Laura mi assicura egregiamente, disfa la sosta quando ho a mia volta allestito la mia e arriva piuttosto velocemente. Certo le soste non sono propriamente dei “salotti” ma noi la nostra conversazione la facciamo comunque anche nei piccoli spazi recuperati. Giungiamo infine in vetta entusiasti come mai, io perché sono riuscito a condurre in porto, pardon in vetta, l’allieva e Laura perché è fiera di se stessa, di aver sperimentato sul campo quanto imparato in palestra ma stavolta al freddo, col vuoto che ti circonda e con la consapevolezza che rinunciare non comporta solo riscendere con una domestica moulinette. Detto questo ci godiamo lo spettacolo meraviglioso che ci si para dinanzi assieme a dei signori giunti lì per la via delle passerelle: ad Est il trittico grandioso del Pizzo Vogorno che Laura ha salito con me, del Madone e della Cima dell’Uomo. Mi pone delle domande e per quello che posso le spiego cos’è questo e cos’è quello. Nel frattempo sentiamo il fiato del poco tempo restante sul collo e beviamo in fretta l’ottimo thè che Laura ha preparato mentre ripongo il materiale nel mio zaino ed il mio zaino….di nuovo sulla mia schiena. Scendiamo rapidamente per la via delle passerelle all’attacco e percorriamo a ritroso la via dell’andata. Con tempi da record giungiamo all’auto e Laura deve correre a casa dopo un veloce commiato pur denso di reciproca gratitudine per l’avventura appena conclusa. Da parte mia me ne torno a Curogna sbocconcellando finalmente il mio panino che ora davvero desidero.
Come sempre, grazie Laura per la compagnia.
Un ringraziamento particolare all’amico Jules per le ottime indicazioni per Monti della Gana.
Riassumendo:
Dislivello in salita 1215m, in discesa 1179m
Lunghezza totale 13,8 km
Lunghezza del tratto alternativo 2,31 km anziché 580 m
Tempo totale lordo 6h46’ - soste 30’ - la sola salita della Cresta N 1h16’
Tempo totale netto 6h16’
Laura dice….
Visto che Giulio ha già detto tutto ciò che si doveva dire sulla nostra escursione, mi limiterò ad aggiungere un pensiero che un pò di tempo fa mi è capitato di leggere in internet.
"La bellezza delle montagne non si misura con i numeri, non si valuta per il vestito che l'uomo gli ha cucito addosso.
Le vette sono per chi sa coglierne l'essenza e carpirne i sussurri ogni volta che ti avvicini a loro."
Riassumendo:
Dislivello in salita 611m, in discesa 569m
Lunghezza totale 7,5 km
Lunghezza del tratto alternativo 2,31 km anziché 580 m
Tempo totale lordo 4h37’ - soste 30’- la sola salita della Cresta N 1h16’
Tempo totale netto 4h07’
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