La storica ferrata Pinut
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Visto che in primavera si va a fare scialpinismo le ferrate per il corso di intoduzione alla montagna bisogna andare a provarle in estate ed in autunno.
Su Hikr ho scoperto la storica ferrata Pinut, la più antica della Svizzera: attestata già alla fine del '700 !
Ne parlo al CAI e così domenica mattina siamo in dodici a trovarci a Gaggiolo: siamo in cinque dello staff del corso, poi mia moglie Anna ed un po' di amici.
A Flims la giornata è spettacolare: sole, caldo, giusto un po' di foschia in lontananza ma un cielo azzurro da cartolina.
Dopo un po' di peripezie per parcheggiare e prendere il bus navetta per Fidaz (scendere in località Pinut, la partenza del sentiero si trova accanto alla funivia), alle 10,30 attacchiamo la ferrata.
La prima scaletta è una monobinario (probabilmente viene rimossa in inverno per impedire l'accesso) ma le altre sono delle comode, larghe e sicure scale, la maggior parte anche con un'inclinazione poco marcata.
La prima parte della salita si svolge al cospetto di un enorme guglia monolitica, le scale portano ad insinuarsi fra questa e la parete rocciosa con un percorso aereo e spettacolare. Man mano che si sale il panorama si amplia: sotto di noi vediamo dapprima il Crestasee e poco dopo anche il verdissimo Lag la Cauma. Passiamo su una sorta di rotaia orizzontale e poi saliamo quasi in verticale fin sotto la volta di una specie di enorme grotta dove il passaggio si restringe notevolmente. Quando usciamo da questa galleria ci troviamo all'altezza della cima della guglia, possiamo vedere distintamente degli anelli di calata sul versante verso di noi. Quindi le scale finiscono e risaliamo il bosco situato sul terrazzo di Pinut, ci sono centinaia di genziane fiorite. Dopo un ponticello che attraversa un torrente ed un ulteriore breve tratto di bosco siamo alla base della seconda serie di scale. Qui si trova qualche tratto veramente aereo ed anche l'unico pezzo "critico" della ferrata: un tratto di cengia ricoperto di pietrisco da percorrere con la massima attenzione per evitare di scaricare sassi. Finite le scale eccoci al tratto di bosco che ricopre la terrazza di Pardatsch, anche qui il sentiero sale ripidamente e raggiungiamo ben presto l'ultima serie di scalette, è la tratta più corta ed in pochi minuti siamo al culmine. Troviamo il libro della ferrata e poco più in alto l'alpeggio di Tegia Gronda. Qui c'è la possibilità di acquistare prodotti dell'alpe e bevande. Accanto si trova una fontana e dei tavoli da picnic.
La mulattiera per scendere si trova alle spalle degli edifici dell'alpeggio, è una strada veramente notevole: perfettamente lastricata ed intagliata nel fianco della montagna. Scendendo abbiamo modo di ammirare le cime che sovrastano la verdissima conca di Bargis, pur non essendo spettacolari come i Tschingelhorner anche il Piz Dolf, il Piz Sax ed il il Piz da Sterls presentano anch'essi la "cintura" (tschingel in sursilvano) che marca la divisione fra le roccie più antiche, sopra, e quelle più recenti che qui sono insolitamente sotto.
Bargis è un magnifico maggengo posto in una verdeggiante piana alluvionale punteggiata di brune alpine al pascolo, la mulattiera corre sul fianco di una cresta con guglie che segna la linea di faglia.
Da Bargis seguiamo le indicazioni per Fidaz e percorriamo un bel sentiero che contorna alla base la muraglia del Crap da Flem. Da Fidaz dove si trova una chiesetta di un bianco abbacinante, ma il cui campanile ha delle indubbie forme romaniche, in pochi minuti raggiungiamo Flims e l'autosilo dove abbiamo parcheggiato le auto.
Una magnifica ferrata, adatta a tutti, aerea ma senza tratti di forza, panoramica e perfettamente attrezzata.
Partecipanti: Anna, Monica, Roberta, Mariangela, Antonella, Gianni, Fabio, Alberto C. , Alberto F. , Carlo, Mauro
Su Hikr ho scoperto la storica ferrata Pinut, la più antica della Svizzera: attestata già alla fine del '700 !
Ne parlo al CAI e così domenica mattina siamo in dodici a trovarci a Gaggiolo: siamo in cinque dello staff del corso, poi mia moglie Anna ed un po' di amici.
A Flims la giornata è spettacolare: sole, caldo, giusto un po' di foschia in lontananza ma un cielo azzurro da cartolina.
Dopo un po' di peripezie per parcheggiare e prendere il bus navetta per Fidaz (scendere in località Pinut, la partenza del sentiero si trova accanto alla funivia), alle 10,30 attacchiamo la ferrata.
La prima scaletta è una monobinario (probabilmente viene rimossa in inverno per impedire l'accesso) ma le altre sono delle comode, larghe e sicure scale, la maggior parte anche con un'inclinazione poco marcata.
La prima parte della salita si svolge al cospetto di un enorme guglia monolitica, le scale portano ad insinuarsi fra questa e la parete rocciosa con un percorso aereo e spettacolare. Man mano che si sale il panorama si amplia: sotto di noi vediamo dapprima il Crestasee e poco dopo anche il verdissimo Lag la Cauma. Passiamo su una sorta di rotaia orizzontale e poi saliamo quasi in verticale fin sotto la volta di una specie di enorme grotta dove il passaggio si restringe notevolmente. Quando usciamo da questa galleria ci troviamo all'altezza della cima della guglia, possiamo vedere distintamente degli anelli di calata sul versante verso di noi. Quindi le scale finiscono e risaliamo il bosco situato sul terrazzo di Pinut, ci sono centinaia di genziane fiorite. Dopo un ponticello che attraversa un torrente ed un ulteriore breve tratto di bosco siamo alla base della seconda serie di scale. Qui si trova qualche tratto veramente aereo ed anche l'unico pezzo "critico" della ferrata: un tratto di cengia ricoperto di pietrisco da percorrere con la massima attenzione per evitare di scaricare sassi. Finite le scale eccoci al tratto di bosco che ricopre la terrazza di Pardatsch, anche qui il sentiero sale ripidamente e raggiungiamo ben presto l'ultima serie di scalette, è la tratta più corta ed in pochi minuti siamo al culmine. Troviamo il libro della ferrata e poco più in alto l'alpeggio di Tegia Gronda. Qui c'è la possibilità di acquistare prodotti dell'alpe e bevande. Accanto si trova una fontana e dei tavoli da picnic.
La mulattiera per scendere si trova alle spalle degli edifici dell'alpeggio, è una strada veramente notevole: perfettamente lastricata ed intagliata nel fianco della montagna. Scendendo abbiamo modo di ammirare le cime che sovrastano la verdissima conca di Bargis, pur non essendo spettacolari come i Tschingelhorner anche il Piz Dolf, il Piz Sax ed il il Piz da Sterls presentano anch'essi la "cintura" (tschingel in sursilvano) che marca la divisione fra le roccie più antiche, sopra, e quelle più recenti che qui sono insolitamente sotto.
Bargis è un magnifico maggengo posto in una verdeggiante piana alluvionale punteggiata di brune alpine al pascolo, la mulattiera corre sul fianco di una cresta con guglie che segna la linea di faglia.
Da Bargis seguiamo le indicazioni per Fidaz e percorriamo un bel sentiero che contorna alla base la muraglia del Crap da Flem. Da Fidaz dove si trova una chiesetta di un bianco abbacinante, ma il cui campanile ha delle indubbie forme romaniche, in pochi minuti raggiungiamo Flims e l'autosilo dove abbiamo parcheggiato le auto.
Una magnifica ferrata, adatta a tutti, aerea ma senza tratti di forza, panoramica e perfettamente attrezzata.
Partecipanti: Anna, Monica, Roberta, Mariangela, Antonella, Gianni, Fabio, Alberto C. , Alberto F. , Carlo, Mauro
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