Zucco di Sileggio m.1373: traversata da Lierna a Mandello del Lario (LC)
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Dato che avevo preso l'impegno di fare una cena con i colleghi del mio turno,ho dovuto rinunciare alla proposta di Max,per non condizionare nessuno nell'essere costretti a fare una levataccia pur di accontentarmi. Si poteva fare,ma fin che sono solo,so gestirmi,ma non mi piace obbligare nessuno ad accontentarmi,rinunciando a qualche ora di sonno in più. Calcolo la tempistica del percorso che volevo intraprendere,come pure gli orari dei treni e decido per una levataccia. Alle 6,30 con la tigre delle Alpi sono alla stazione di Lierna,fa freschino e trovo ,fortuna vuole,2 posti liberi e alle 6,45 parto all'avventura. Ho calcolato anche l'esposizione al sole,il percorso in andata dovrebbe riservarmi un bel po di ombra ,poi per il ritorno ci penserò...Nel bosco sento rumori di movimento...ed ecco scappare un grosso ungulato,forse un cervo femmina o capriolo,non ho il tempo di fotografarlo...proseguo sul tracciato,antica via denominata “sentiero del viandante” che qualche anno fa,la percorsi interamente per tutta la sua lunghezza di circa 45 km.da Borbino (Lecco) fino a Delebio (Sondrio) in 4 tappe. Salgo la mulattiera in parte conservata e giungo alla Croce di Brentalone,punto panoramico su Lierna,poi proseguendo arrivo all'alpe di Mezzedo m.870,un bel posticino. Cammino e penso...mi domando se riuscirò nell'impresa,anche se “modesta” poi,ecco che incontro una strada sterrata,proviene da Esino e conduce all'alpe di Lierna m.1250 dove vi è la possibilità di rifornirsi di acqua e ripararsi in caso di cattivo tempo: il posto è di incantevole tranquillità,spazi aperti e panoramici,interrotti dalla motosega di qualche tagliaboschi. Qui vi è un bivacco chiuso, probabilmente bisogna chiedere le chiavi o verrà aperto quando saliranno con le bestie per farle pascolare: vi è la possibilità di acquistare del formaggio. Da qui seguo il segnavia,mi conduce in piano su una strada che ...si dilegua,poi...il deserto...non più un segnale e la marcatura del tracciato non esiste...forse ho sbagliato e torno indietro...vedo il segnale visibile da chi proviene dalla parte opposta,ma allora è giusto e riprendo ad andare avanti,ma poi...desisto,qualcosa non quadra e perdo la pazienza. E' mai possibile che la segnaletica si debba interrompere? A me queste cose mi fanno imbestialire,eppure la cartina è chiara: anche senza usare la bussola è papale che la direzione è quella,ma dentro il quel bosco ,fitto con tante foglie e rami sparsi,non ho voglia di incasinarmi e quindi nel fare dietro front,sento un rumore...un trattore e poi lo vedo. Se passa un trattore,vuol dire che c'è una strada...poi lo vedo fare un traverso...e di norma i trattori i traversi li fanno solo se vi è una strada,altrimenti si ribaltano. Quindi,giunto nuovamente all'alpe di Lierna,scruto il terreno in cerca delle tracce del trattore,e vedo dell'erba schiacciata,guardo avanti e comincia uno sterrato che passa proprio a monte dell'acquedotto ben visibile: ok,ci sono,ora vediamo che succede. Seguo la strada,che pare sia di nuova costruzione,poi ecco degli uomini che praticano il taglio boschivo e domando se la strada porta alla Bocchetta di Calivazzo: la risposta è positiva. Gli chiedo come mai il segnale conduce dal'altra parte e poi il nulla e mi rispondono che stanno preparando dei nuovi cartelli e poi segnaleranno questa strada come tracciato per la bocchetta. Saluto e proseguo su questa nuova strada che ha solo 2 anni di vita,ma è tenuta bene e non ha una pendenza forte. Lungo tragitto all'ombra,poi...ecco la segnaletica a vernice comparire come per miracolo,quasi al termine della strada che finisce proprio alla Bocchetta di Calivazzo m.1420 (percorso fattibile con le ciaspole anche con forte innevamento). Dalla Bocchetta si ammira il Grignone e la Grignetta : ora il sentiero prosegue in costa,un lungo tracciato,stretto e da evitare in caso di pioggia,che conduce alla bocchetta di Verdascia m.1267:da qui,per il crinale si sale allo Zucco di Sileggio passando prima dal nuovo bivacco posto a m.1350, (ore 11,45) poi si prosegue in leggera salita, al punto culminante della cima,poi in discesa si perviene alla croce dove il panorama è grandioso...pure la foschia,purtroppo. Mentre firmo il libro di vetta,giunge una escursionista,alla quale chiedo se era di quelle parti: mi risponde che non è di qui ma è Polacca e parla poco l'italiano. Mi è parsa una che ama la montagna,in solitudine,ma anche appassionata di bici da quello che ho capito. Purtroppo il tempo è tiranno e alle 12,30 decido di ripartire,se non fosse per l'impegno preso sarei rimasto lassù e avrei fatto la strada di rientro in compagnia,ma gli impegni presi vanno rispettati e quindi saluto e dato che il sole picchiava di brutto,decido di allungare il rientro prendendo il tracciato più riparato dal sole: scendendo,passo dalla grotta,dalla quale al suo interno si può attingere acqua. Giunto alla Bocchetta di Verdascia,prendo il sentiero che scende sul versante che guarda le Grigne: il percorso zig zagando mi conduce a Pra Vescovin,dove faccio attenzione a non prendere il sentiero per Era,ma seguendo per Somana/Mandello. Pervengo alla Chiesa di Santa Maria e scendo lungo la lunga mulattiera che mi conduce a Sonvico e poi a Somana,da dove era ancora lungo il percorso per arrivare alla stazione di Mandello che raggiungo alle 15,30. Appena arrivato,sento annunciare il treno...che fortuna,fa al caso mio,pensavo di prendere quello delle 16,30...ma va bene così. Giungo a Lierna e trovo la tigre delle Alpi all'ombra: che fortuna,anche se era un poco caldina,ma almeno non era ustionante . A casa,doccia e mi preparo per la cena con i colleghi,ai quali quando ho raccontato cosa ho fatto...non possono esimersi dal non darmi del pazzo: sarà,ma fin quando mi è concesso...così sarà fino alla fine dei miei giorni! Ciao e alla prossima...pazzia!
Escludendo poco più di 45 minuti di sosta,compreso la mezz'ora persa all'Alpe di Lierna per cercare il percorso,per arrivare allo Zucco di Sileggio,le 4 ore abbondanti ci vogliono,mentre al rientro 3 ore

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