Zucco di Sileggio m 1373 - Val d'Era - Sentiero del Fiume
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Che giornata ragazzi!
Solo un grandemago poteva riuscire a fare tutto ciò che avrebbe voluto evitare....
In alto il pericolo valanghe è marcato, è l’occasione per stare in basso e cominciare a pregustare la primavera.
Ha piovuto molto e questo influisce sulla scelta dell’escursione. Vorrei evitare sentieri viscidi e complicati.....vorrei fare una gita tranquilla e la scelta cade sulla Val d’Era.
Di solito la risaliamo per il Sentiero del Fiume, ma viste le premesse decido di evitarlo. Meta sarà lo Zucco di Sileggio, da me salito una sola volta lungo il percorso attrezzato, dove ci siamo finiti per sbaglio io e Lella molti anni fà.
Partiamo dalla frazione di Sonvico e seguendo la mulattiera raggiungiamo la chiesa di Santa Maria, gioiellino incastonato sopra la Val Meria con le Grigne come sfondo, un luogo che m’incanta sempre, dove persone dal gusto estetico di un’ameba hanno “abbellito” il luogo con nastri colorati di plastica........
Magari saranno state le stesse persone che s’impegnano a tenere in ordine il sentiero, tener pulito e in ordine la chiesa e alle quali và tutta la mia riconoscenza, ma vi prego......fermatevi li......altrimenti lasciate stare!
Subito dopo Santa Maria lasciamo sulla sinistra il sentiero che sale allo Zucco di Sileggo per la facile ferrata e poco dopo abbandoniamo anche il n. 15 che porta all’Alpe Era, prendendo a sinistra il n. 17 che sale alla Bocchetta di Prada passando per Era Alta e l’Alpe Calivazzo.
Ora dovremmo proseguire fino ad incontrare il sentiero n. 17b che sale alla Bocchetta di Verdascia e da questa, seguendo il facile crinale, sulla cima.
Al primo bivio il segnavia indica a sinistra “Zucco Sileggio” n. 17......e molto superficialmente non bado alla lettera che segue, penso sia il nostro, quindi saliamo.
Comincio subito ad avere dubbi......questo non è un sentiero, sembra più una traccia di capre, ma saliamo ugualmente.
In alto, tra la vegetazione, s’intravede quella che potrebbe essere la croce di vetta......ma è sopra di noi, invece dovrebbe trovarsi decisamente a sinistra......continuiamo a salire.
La traccia diventa sempre più labile e taglia un ripido pendio erboso.......una situazione che mi mette un po d’ansia.......odio i traversi erbosi!
Al crinale manca poco. Che non siamo sul sentiero giusto ormai l’ho capito, ma a questo punto non abbiamo alternative.....dobbiamo andare avanti!
Nell’ultimo tratto una fune dovrebbe favorire la progressione.....se i paletti dov’è fissata non fossero divelti?!?!
Siamo finalmente sul crinale.....abbiamo percorso in salita una via di fuga dalla ferrata. Via di fuga che sconsiglio vivamente......cento volte meglio la ferrata!
Ok, siamo in ballo e dobbiamo ballare! I tratti attrezzati non presentano difficoltà, anzi, direi che sono divertenti, ma prima della cima ci sono due scale piuttosto lunghe ed esposte e da qui non le vedo........saremo sopra o sotto di loro?
Il dilemma è presto risolto......al secondo salto di roccia le scale sono li.....davanti a noi in tutto il loro splendore.......e noi non abbiamo l’imbrago!!!!
E’ la seconda volta che salgo su questa cima; la prima volta salendo dall’altro versante mi sono trovato davanti le scale e anche allora non avevo l’imbrago; ora altro versante ma stessa storia.
Errare è umano, perseverare è diabolico.......oggi sono diabolico!
Io e Lella essendo recidivi non ci preoccupiamo più di tanto.....l’altra volta non è servito il pannolone. Pino e Franco hanno sangue freddo e su di loro non ho dubbi. Franca è coraggiosa, l’ho vista sul Brenta e si lascia tranquillizzare con facilità.
Alla fine superiamo le scale senza esitazione e dopo queste finalmente la cima!
La vista è superba sul Lario e sulle Grigne, che da questo balcone mostrano il loro lato più aspro e selvaggio, il versante che preferisco.
Ormai esaltati dalla nostra performance (a noi basta poco.....siamo gente semplice), ci avviamo lungo il crinale dove abbiamo il piacere di conoscere la Bocchetta di Verdascia, la bocchetta dalla quale saremmo dovuti salire. Volgendo a sinistra scendiamo poi veloci fino all’Alpe di Era Alta, altro luogo incantevole.
Qui ritroviamo il sentiero n.17 che torna a Santa Maria, quindi a valle, ma ormai le gambe e il cuore vogliono andare oltre, perciò quando propongo di risalire all’Alpe Calivazzo nessuno fiata......nessuno risponde......ovvio che si và!
Il sentiero è piacevolissimo, all’inizio pianeggiante, poi in lieve salita. Attraversiamo un bosco luminoso, di quelli che ti riportano alle favole dell’infanzia, di quelli dove cammineresti per ore.....
Raggiunta l’Alpe Calivazzo cerco, e trovo stavolta, il sentiero che scende all’Alpe Era dove faremo una breve sosta, giusto per maturare l’idea malsana di scendere dal Sentiero del Fiume, sentiero di per sè non difficile, ma dove troveremo sicuramente qualche guado complicato da superare, vista la pioggia caduta nei giorni scorsi, per non parlare poi dei tratti attrezzati che saranno sicuramente scivolosi.......ma comunque attrezzati!
Scendiamo dal Fiume......facciamo i guadi......ma quant’acqua!?!?
Ci siamo divertiti come bambini oggi!
Solo un grandemago poteva riuscire a fare tutto ciò che avrebbe voluto evitare....
In alto il pericolo valanghe è marcato, è l’occasione per stare in basso e cominciare a pregustare la primavera.
Ha piovuto molto e questo influisce sulla scelta dell’escursione. Vorrei evitare sentieri viscidi e complicati.....vorrei fare una gita tranquilla e la scelta cade sulla Val d’Era.
Di solito la risaliamo per il Sentiero del Fiume, ma viste le premesse decido di evitarlo. Meta sarà lo Zucco di Sileggio, da me salito una sola volta lungo il percorso attrezzato, dove ci siamo finiti per sbaglio io e Lella molti anni fà.
Partiamo dalla frazione di Sonvico e seguendo la mulattiera raggiungiamo la chiesa di Santa Maria, gioiellino incastonato sopra la Val Meria con le Grigne come sfondo, un luogo che m’incanta sempre, dove persone dal gusto estetico di un’ameba hanno “abbellito” il luogo con nastri colorati di plastica........
Magari saranno state le stesse persone che s’impegnano a tenere in ordine il sentiero, tener pulito e in ordine la chiesa e alle quali và tutta la mia riconoscenza, ma vi prego......fermatevi li......altrimenti lasciate stare!
Subito dopo Santa Maria lasciamo sulla sinistra il sentiero che sale allo Zucco di Sileggo per la facile ferrata e poco dopo abbandoniamo anche il n. 15 che porta all’Alpe Era, prendendo a sinistra il n. 17 che sale alla Bocchetta di Prada passando per Era Alta e l’Alpe Calivazzo.
Ora dovremmo proseguire fino ad incontrare il sentiero n. 17b che sale alla Bocchetta di Verdascia e da questa, seguendo il facile crinale, sulla cima.
Al primo bivio il segnavia indica a sinistra “Zucco Sileggio” n. 17......e molto superficialmente non bado alla lettera che segue, penso sia il nostro, quindi saliamo.
Comincio subito ad avere dubbi......questo non è un sentiero, sembra più una traccia di capre, ma saliamo ugualmente.
In alto, tra la vegetazione, s’intravede quella che potrebbe essere la croce di vetta......ma è sopra di noi, invece dovrebbe trovarsi decisamente a sinistra......continuiamo a salire.
La traccia diventa sempre più labile e taglia un ripido pendio erboso.......una situazione che mi mette un po d’ansia.......odio i traversi erbosi!
Al crinale manca poco. Che non siamo sul sentiero giusto ormai l’ho capito, ma a questo punto non abbiamo alternative.....dobbiamo andare avanti!
Nell’ultimo tratto una fune dovrebbe favorire la progressione.....se i paletti dov’è fissata non fossero divelti?!?!
Siamo finalmente sul crinale.....abbiamo percorso in salita una via di fuga dalla ferrata. Via di fuga che sconsiglio vivamente......cento volte meglio la ferrata!
Ok, siamo in ballo e dobbiamo ballare! I tratti attrezzati non presentano difficoltà, anzi, direi che sono divertenti, ma prima della cima ci sono due scale piuttosto lunghe ed esposte e da qui non le vedo........saremo sopra o sotto di loro?
Il dilemma è presto risolto......al secondo salto di roccia le scale sono li.....davanti a noi in tutto il loro splendore.......e noi non abbiamo l’imbrago!!!!
E’ la seconda volta che salgo su questa cima; la prima volta salendo dall’altro versante mi sono trovato davanti le scale e anche allora non avevo l’imbrago; ora altro versante ma stessa storia.
Errare è umano, perseverare è diabolico.......oggi sono diabolico!
Io e Lella essendo recidivi non ci preoccupiamo più di tanto.....l’altra volta non è servito il pannolone. Pino e Franco hanno sangue freddo e su di loro non ho dubbi. Franca è coraggiosa, l’ho vista sul Brenta e si lascia tranquillizzare con facilità.
Alla fine superiamo le scale senza esitazione e dopo queste finalmente la cima!
La vista è superba sul Lario e sulle Grigne, che da questo balcone mostrano il loro lato più aspro e selvaggio, il versante che preferisco.
Ormai esaltati dalla nostra performance (a noi basta poco.....siamo gente semplice), ci avviamo lungo il crinale dove abbiamo il piacere di conoscere la Bocchetta di Verdascia, la bocchetta dalla quale saremmo dovuti salire. Volgendo a sinistra scendiamo poi veloci fino all’Alpe di Era Alta, altro luogo incantevole.
Qui ritroviamo il sentiero n.17 che torna a Santa Maria, quindi a valle, ma ormai le gambe e il cuore vogliono andare oltre, perciò quando propongo di risalire all’Alpe Calivazzo nessuno fiata......nessuno risponde......ovvio che si và!
Il sentiero è piacevolissimo, all’inizio pianeggiante, poi in lieve salita. Attraversiamo un bosco luminoso, di quelli che ti riportano alle favole dell’infanzia, di quelli dove cammineresti per ore.....
Raggiunta l’Alpe Calivazzo cerco, e trovo stavolta, il sentiero che scende all’Alpe Era dove faremo una breve sosta, giusto per maturare l’idea malsana di scendere dal Sentiero del Fiume, sentiero di per sè non difficile, ma dove troveremo sicuramente qualche guado complicato da superare, vista la pioggia caduta nei giorni scorsi, per non parlare poi dei tratti attrezzati che saranno sicuramente scivolosi.......ma comunque attrezzati!
Scendiamo dal Fiume......facciamo i guadi......ma quant’acqua!?!?
Ci siamo divertiti come bambini oggi!
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