Corno Vitello 3057mt.
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Dopo una setimana senza montagna decido, nonostante la stagione avanzata, per un tremila facile (si fa per dire...) che non ho mai salito anche se la zona la conosco piuttosto bene.
So che troverò molta neve soprattutto in quota e che sarà alquanto faticoso, ma tutto sarà ripagato da scenari bellissimi.
Parto da casa prestissimo e mi ritrovo ad Estoul alle prime luci dell'alba, che preannunciano una giornata bellissima, solo con un po' di vento da ovest sopportabile.
Sopa i duemila è tutto bianco soprattutto sui versanti meno esposti al sole e mi vengono dei dubbi sulla riuscita della vetta nonchè sulle condizioni dela neve che troverò.
Il pericolo valanghe ho letto che è scongiurato perchè quelle che dovevano cadere sono già scese nei giorni scorsi e comunque il manto di neve è ancora limitato.
Dopo aver preparato lo zaino con ghette ciaspole e ramponi ed aver mangiato qualcosa, m'incammino per il rifugio Arp che raggiungo senza problemi anche perchè la neve, continua dall'ultima stazione superiore degli impianti da sci, ha comunque una crosta da rigelo portante.
Al rifugio il sole, che oggi finalmente c'è, si fa sentire e la quantità e qualità di neve è tale per cui devo calzare le ciaspole dopodichè proseguo per i laghi Valfredda.
Dopo il lago di Valfredda superiore a circa 2650mt., date le condizioni, preferisco rimanere più a sinistra rispetto la via normale, cioè più a sud ovest per raggingere la cresta sommitale che fa da sfondo a questa conca.
Infatti in quesa zona, più ripida e rocciosa c'è meno neve e si riesce a guadagnare quota arrampicando su qualche roccia scoperta, chiaramente questo dopo aver dovuto togliere le ciaspole e riporle.
Quest'operazione che andrà avanti tutta la gita mi porterà via parecchio tempo.
Arrivati alle cresta, poco dopo sono giunto ad un bivio, ho mantenuto la sinistra (a destra si va verso il passo di Valredda) e ho percorso con estrema cautela alcuni traversi resi insidiosi dalla neve, soprattutto quello sotto lo sperone sud del Corno Vitello, dove si perde anche un po' di quota.
Finalmente proseguendo ancora nel traverso, ma molto meno esposto, sono giunto alla base della verticale ovest del Corno Vitello e, con l'ultima rampa ripida ed in alcuni tratti ghiacciata, ho guadagnato la vetta, davanti ad un panorama mozzafiato (per quel poco che me ne restava...).
Discesa, oggi veramente interminabile, per la stessa via.
Arrivo ad Estoul quando il sole Novembrino è già basso: che posto magico è (con gli impianti e le piste da sci chiusi...)!
Che dire, è stata veramente molto dura, ai limiti della mia condizione di oggi, ma la soddisfazione di avercela fatta è grande.
Grazie Val d'Ayas grazie Montagna.
So che troverò molta neve soprattutto in quota e che sarà alquanto faticoso, ma tutto sarà ripagato da scenari bellissimi.
Parto da casa prestissimo e mi ritrovo ad Estoul alle prime luci dell'alba, che preannunciano una giornata bellissima, solo con un po' di vento da ovest sopportabile.
Sopa i duemila è tutto bianco soprattutto sui versanti meno esposti al sole e mi vengono dei dubbi sulla riuscita della vetta nonchè sulle condizioni dela neve che troverò.
Il pericolo valanghe ho letto che è scongiurato perchè quelle che dovevano cadere sono già scese nei giorni scorsi e comunque il manto di neve è ancora limitato.
Dopo aver preparato lo zaino con ghette ciaspole e ramponi ed aver mangiato qualcosa, m'incammino per il rifugio Arp che raggiungo senza problemi anche perchè la neve, continua dall'ultima stazione superiore degli impianti da sci, ha comunque una crosta da rigelo portante.
Al rifugio il sole, che oggi finalmente c'è, si fa sentire e la quantità e qualità di neve è tale per cui devo calzare le ciaspole dopodichè proseguo per i laghi Valfredda.
Dopo il lago di Valfredda superiore a circa 2650mt., date le condizioni, preferisco rimanere più a sinistra rispetto la via normale, cioè più a sud ovest per raggingere la cresta sommitale che fa da sfondo a questa conca.
Infatti in quesa zona, più ripida e rocciosa c'è meno neve e si riesce a guadagnare quota arrampicando su qualche roccia scoperta, chiaramente questo dopo aver dovuto togliere le ciaspole e riporle.
Quest'operazione che andrà avanti tutta la gita mi porterà via parecchio tempo.
Arrivati alle cresta, poco dopo sono giunto ad un bivio, ho mantenuto la sinistra (a destra si va verso il passo di Valredda) e ho percorso con estrema cautela alcuni traversi resi insidiosi dalla neve, soprattutto quello sotto lo sperone sud del Corno Vitello, dove si perde anche un po' di quota.
Finalmente proseguendo ancora nel traverso, ma molto meno esposto, sono giunto alla base della verticale ovest del Corno Vitello e, con l'ultima rampa ripida ed in alcuni tratti ghiacciata, ho guadagnato la vetta, davanti ad un panorama mozzafiato (per quel poco che me ne restava...).
Discesa, oggi veramente interminabile, per la stessa via.
Arrivo ad Estoul quando il sole Novembrino è già basso: che posto magico è (con gli impianti e le piste da sci chiusi...)!
Che dire, è stata veramente molto dura, ai limiti della mia condizione di oggi, ma la soddisfazione di avercela fatta è grande.
Grazie Val d'Ayas grazie Montagna.
Tourengänger:
Luca_P

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