Monte Duria Q2264
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Duretto questo Duria
Questa escursione era in programma da anni … ma mai realizzata, e devo proprio dirlo abbiamo scelto la giornata con il meteo perfetto … per non vedere quasi niente.
Il Duria è una vetta poco conosciuta dell’ alto lago di Como, si trova sopra Gravedona.
Non è una gran vetta come altitudine con i suoi 2264mt, in questa zona le altitudini sono normalmente tra i 2200 ed i 2500mt, Pizzo Ledù 2503mt e Pizzo Cavregasco 2535mt in testa.
Sono in gran parte vette aspre, raggiungibili con tappe intermedie, e quasi tutte di difficoltà alpinistiche.
Si parte da Bodone, un piccolo centro abitato che si raggiunge su strada asfaltata e stretta da Gravedona, quindi Peglio e deviazione per Bodone.
Il dislivello altimetrico teorico, è già di tutto rispetto, quasi 1100mt, sopra la mia “fascia alta”, sarà dura … ma si farà.
Partiamo alle 8:15 del mattino, c’è una nebbia di nuvole basse che limita la visibilità a qualche decina di metri, si inizia subito con una bella salita, che ci porta dai 1180mt ai 1500 del Monte della Motta, sarebbe un punto con una vista spettacolare sul lago di Como, ma non non riusciamo a vedere neppure la croce.
Seguiamo fedelmente i bollini bianco-rossi del sentiero, dalla Motta si scende quasi di 100mt, per risalire e quindi riscendere ancora, fino a un “tris” di fontane sopra l’ Alpe Pregna, a 1473mt, rifornimento d’ acqua (ultimo punto con acqua), e da qui tanta-tanta salita, in effetti mancano ancora quasi 800mt alla vetta …
Il sentiero segue con qualche zig-zag la cresta (che noi non vediamo, al ritorno con meno nuvole, capiremo meglio il sentiero), poi taglia verso sinistra fino a quota 2000mt circa (conca con massi e pietre), quindi devia verso destra passando sotto le pareti rocciose del Duria.
Qui vi devo raccontare la storia del canaletto da risalire, che ci ha preoccupato non poco, vista la scarsa visibilità.
Ho letto del “dubbio del canalino” oltre tre anni fa in un report, in effetti per raggiungere la cresta e quindi la vetta bisogna risalire un canalino detritico e ce ne sono diversi, ma uno è fattibile ai più.
Anche HeliS, nel suo report, ne parla con attenzione.
E’ il primo, il secondo, il terzo, ma partendo a contare da … ?
Il sentiero è tutto ben segnalato (bollini su pietre), ed un certo punto passando sotto vari canalini che tagliano la bastionata rocciosa del Duria, troviamo una bella indicazione Duria con la freccia al canale da percorrere.
Con più attenzione si notano molti altri bollini più in alto, e gli omini di sasso che segnalavano prima della marcatura, e continuano a segnalare, il canale giusto.
Il canale è erboso nella prima parte e su pietre instabili via via che si stringe verso la sella superiore, che non si raggiunge, perché poco sotto di essa il sentiero (sempre indicato) taglia a sinistra su un traverso un po’ esposto, da percorrere con passo sicuro.
Da qui la cima non è ancora visibile, altro traverso, piccolo passaggio con uso delle mani, ed ecco i due omoni di sasso della vetta a poche decine di metri.
In vetta ci sono due omoni di sasso, ed il libro di vetta custodito in un contenitore metallico stagno che come coperchio ha la “rosa dei venti” con le indicazioni delle principali montagne vicine e lontane. Purtroppo si vede poco o nulla, solo tante nuvole.
In qualche breve attimo spunta la massa del Legnone, quasi di fronte a noi, e a nord alcune vette ben imbiancate della Valtellina.
Siamo abbastanza stanchi, 3:15 al mio passo per salire i 1100mt di dislivello assoluto, ma soprattutto i ben oltre 1300mt di relativo.
Ci fermiamo, soddisfatti, oltre mezz’ora in vetta, ma non pranziamo qui, è presto e decidiamo di portarci più in basso. Foto di vetta e di quello che riusciamo a vedere (anche se per poco scorgiamo il Lago Darengo ed il rifugio Como, sono proprio sotto di noi, e questa è un’ altra delle escursioni in programma da lungo tempo …).
Iniziamo il percorso a scendere, e sia il traverso ma soprattutto il canalino richiedono molta attenzione, soprattutto a non smuovere pietre e farle rotolare su chi vi precede.
Per pranzare scegliamo un costone del Duria, sul sentiero che penso porti al Dosso Bello, qualche raggio di sole ci regala un po’ di calore, qualche vista verso il lago, certo meglio della decina di metri di nebbia di questa mattina, ma sono certo che lo spettacolo (visto sui vari report) è di gran lunga più bello.
Dopo pranzo ripartiamo, la discesa è dura, soprattutto ci si rende conto di quanto era ripida la salita del mattino e di quanto il sentiero tra pietre instabili, scoli d’ acqua ed erba umida non permette la minima distrazione.
Ritorniamo alle fontante dell’ Alpe Paregna, e quindi iniziamo i sali-scendi verso la Motta, dove in mattinata abbiamo notato delle belle mazze di tamburo fresche, e che raccoglieremo per la cena.
Dopo poco più di due ore siamo al parcheggio, ora di macchine parcheggiate ce ne sono molte, il piccolo parcheggio (meno di una decina di posti) è saturo.
Sistemazione, pulizia degli scarponi (c’ era una quantità incredibile di escrementi di pecore e capre ovunque), e si ritorna a casa ….
Piccolo sommario:
Distanza : 9,7 Km
Dislivello : 1100mt assoluto, ma 1400 di relativo
Tempi : 3h:15m (al mio passo e fiato) fino alla vetta, poco più di due ore a scendere
Difficoltà : EE / T3 per dislivello per la parte terminale verso la vetta
Partecipanti : Giorgio (giorgio59m), Paolo (
brown), Roberto (
roberto59), Gimmy (
gimmy)
Altre informazioni, cartine, album fotografico sul nostro sito:
www.girovagando.net escursione 75




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