MONTE TAOU BLANC m.3438
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RELAZIONE DI FRANCESCO
Il gruppo quasi al completo si ricompatta dal dopo-vacanza, la meta odierna: Monte Taou Blanc m. 3438. Il ritrovo insiema a Max e Ivan è a Saronno,h. 5.00, puntuali come sempre si parte. Dopo ca. 3h. di auto scolliniamo il Nivolet e calziamo gli scarponi, la giornata è bellissima e sin da subito scorgiamo la ns. maestosa vetta...... è la!!!!! Aspetta noi!!!
La gita si snoda all' interno del parco nazionale del Gran Paradiso, dal Rifugio Savoia risale la comoda cima del monte Taou Blanc, panoramico balcone sulla Val d’ Aosta, a 3438 mt.; malgrado la quota, il percorso che noi abbiamo fatto non presenta alcuna difficolta' ,soltanto a Q. 3150 un delicato passaggio facilmente superabile anche da Massimo!!!
COMMENTO DI IVAN
Prima seria escursione per me al di fuori delle mie classiche zone ( Lario, Ticino, Engadina ).
Con una levataccia prima delle 4 mi aggrego a Francesco e a Max, che ha proposto la meta, per andare al confine tra Piemonte e Val d’Aosta al rifugio Savoia, poco sotto al Colle del Nivolet, da dove parte il sentiero per il Monte Taou Blanc.
Il tragitto in auto è lungo, ma chiacchierando il tempo passa veloce, anche se in valle di Ceresole non troviamo nemmeno un bar aperto ( sono passate da poco le 7 ). Però nel contempo il sole che si leva dirada le nubi che sovrastavano la zona lasciando intuire una giornata meravigliosa, e così alle 08.30, dopo essere riusciti a bere un caffè al Rifugio Savoia, partiamo pieni di carica. Man mano che ci alziamo il panorama si apre : Gran Paradiso, i vari 3000 che contornano la valle con i loro ghiacciai e numerosi laghetti ( Rosset, con un isolotto che somiglia ad un atollo, Leità, Agnel, Trebecchi ) rendono il paesaggio notevole. Ancora meglio ovviamente una volta arrivati al Col Leynir e sempre di più in cima alla vetta. I giganti valdostani sono lì davanti, regalandoci una vista per me inconsueta del Cervino; invece, ironia della sorte, il Monte Rosa, che nelle nostre zone è onnipresente, è l’unica cima che non si riesce a vedere perché coperto dalla Grivola.
Inoltre all’andata abbiamo avuto un incontro piuttosto ravvicinato con alcuni stambecchi, mentre al ritorno lo stesso è accaduto con un gruppo di 15-20 camosci intenti a pascolare e riposarsi.
Circa il sentiero, a parte un brevissimo passaggio che richiede giusto un minimo di attenzione, è veramente semplicissimo; davvero sorprendente come si arrivi oltre 3400 metri senza difficoltà serie e senza trovare la minima traccia di neve. Il meteo è stato splendido per tutta la giornata, ed in cima, nonostante la quota elevata, si stava bene e siamo rimasti un’ora buona.
Morale della giornata : è valso la pena fare la levataccia, e quindi grazie a Max per l’ottima scelta e a Francesco che ha sin dall’inizio garantito che il sole avrebbe allietato la giornata.
Il sentiero parte dietro il rifugio Savoia e dopo aver risalito i primi 2 dossi facciamo una breve deviazione per ammirare nel loro splendore i laghi Trebecchi; dopo le foto di rito torniamo sul sentiero maestro appena sopra il lago Rosset, inconfondibile per la presenza di un isolotto che assomiglia tanto ad un atollo delle Maldive. Poco oltre l'ambiente che ci circonda cambia drasticamente fisionomia e dalle ampie distese erbose contornate dalla presenza di meravigliosi laghetti alpini, si passa ad un paesaggio lunare con la presenza quasi ed esclusivamente di sabbia color marrone-rossastro e dopo un tratto con brevi saliscendi il sentiero cambia decisamente pendenza e in breve ci condurrà al colle del Leynir.
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