Piz Güglia / Julier (3380 m.)
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Strada Passo Julier – Piz Julier
21 agosto 2010
Viste le previsioni buone, punto decisamente sull’Engadina; il viaggio via Lecco-Chiavenna è piuttosto lungo e conviene andarci quando si è abbastanza sicuri di trovare il bello. Circa la meta, ho in mente il Piz Julier, ma tengo il Piz Nair come riserva in caso di neve sul primo.
Quando arrivo alla località Chamanna da Stradin, lungo la strada che da Silvaplana sale al Julier pass, vedo alcune macchine già parcheggiate e quello che presumo essere il Piz Julier ( e ne avrò poi la conferma ) sgombro di neve. Così parto senza altri indugi, seguendo il cartello indicatore e i segni bianco-blu che sono posti subito dietro l’edificio. All’inizio si superano alcuni grossi massi in piano, ma subito dopo il sentiero sale molto ripido su un dosso sabbioso che risulterà parecchio sdrucciolevole in discesa. Poi ancora parecchia pietraia, con massi piuttosto grossi, fin quasi alla Fuorcla Albana, dove arrivo in poco meno di 2 ore. Mangio qualcosa e scambio due chiacchiere con una coppia di Varese che è salita da S. Moritz; mi dicono che, a fronte del dislivello leggermente maggiore, da quella parte il sentiero è molto buono e non ci sono pietraie. Saranno gli unici italiani incontrati in tutta la giornata sulla trentina circa di escursionisti che ho incrociato.
Penso che tutti siano particolarmente attirati dal tratto di percorso che resta da fare dopo la Fuorcla Albana, la “Crasta da la Senda”. Vedendola da sotto sembra infatti inaccessibile, e ciò, unito alla quota notevole della cima, rende il Piz Julier particolarmente affascinante ed ambito.
Dalla Fuorcla in avanti, il sentiero, sempre segnato molto bene in bianco-blu, si snoda totalmente sulla rocciosa cresta SE. Nei punti più complicati vi sono catene e piccole ringhiere ben salde ed ancorate, il che rende il cammino agevole e mai pericoloso. Certamente bisogna avere il piede fermo e non soffrire di vertigini, quando in qualche punto si è abbastanza vicini ( ma mai pericolosamente ) ai precipizi che piombano specie sul versante di S. Moritz. Personalmente devo dire che ho trovato la cresta divertente da percorrere, sia in salita che in discesa.
Il panorama dall’alto è ottimo anche se, rispetto al sereno totale della partenza, al momento dell’arrivo in vetta i consueti cumuli avevano già da un po’ iniziato a circondare numerose cime.
Una escursione da consigliare a chi ancora non l’ha fatta, confermando, come già scritto in altre relazioni, che è da evitare in caso di ghiaccio, neve ed anche di vento forte.
Partenza : 2161 m.
Arrivo : 3380 m.
Dislivello : 1300 m. circa con qualche saliscendi
Tempo : 3 h. e 15 m. la salita; 7 h. e 15 m. in tutto, soste comprese

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