Alpe Pirla-Monte Crocetta 1117 e Monte Nudo 1235 da Brenta


Publiziert von Antonio59 ! , 21. März 2025 um 15:50.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:20 März 2025
Wandern Schwierigkeit: T4+ - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 6:00
Aufstieg: 1081 m
Abstieg: 1081 m
Strecke:12,2 km A/R

Il Monte Nudo 1235 m, è la cima più prominente della provincia di Varese ( con 953 m ), solo altre due superano i 600 metri di prominenza: il Piambello e il Campo dei Fiori. 

Sono in un periodo in cui il mal di schiena mi stà provocando molte noie, ma visto il meteo del prossimo week end  e i tre giorni di fermo già fatti, decido di sfidare la sorte e provare a rifare questo giro in solitaria, idea malsana, come si vedrà. 
Infatti ho voglia di ripassare ancora dall'Alpe Pirla, cosa non banale, soprattutto con una ridotta capacità motoria per via della lombalgia.


Si parte tardi, sono già le 10 quando parcheggio a Brenta in Via Valcuvia, più in basso di così non  si poteva :-)
Risalgo a piedi tutta la Via Marconi per arrivare in Località Cascine, girando a destra in Via Chiosi, e pochi minuti dopo si vede salire a sinistra una stradina sassosa che corre a fianco di un letto di ruscello in secca.
Salendo, a un bivio fra strade boschive tengo la sinistra e poi più avanti prendo quella che sale più decisa, ma era meglio prendere quella che sembrava andare in piano a sinistra, come capirò dopo.
Passo vicino a una baita con robusto recinto metallico a prova di cervi e cinghiali, ma probabilmente fermerebbe anche un branco di velociraptor tanto è esagerato. Passo a monte di questa baita e le tracce diventano labili, allora perdo un pò di quota scendendo vicino al torrente Seppino e qui ritrovo la stradetta boschiva, nei pressi vi è un altana di cacciatori. Proseguo costeggiando il rio verso nord, fino a che trovo un ponticello in legno con indicazioni per Cittiglio. Passato questo ponte sul Torrente Seppino, oltrepasso un altro rivolo, suo affluente e sulla destra si vede salire uno scampolo di mulattiera, la prendo fiducioso, e invece qui inizia il calvario.

Avevo fatto questa salita non più di 6 o 7 anni fà, ma ora è cambiato molto e in peggio.
Seguendo la traccia più evidente arrivo fino al fondo di un vallone laterale ( quello guadato un pò sotto ), impossibile proseguire oltre, o c'è stata una grande frana oppure questa traccia già finiva qui, e non ho neppure l'agilità  ( per via del mal di schiena ) di tentare grosse sortite in quest'ambiente abbastanza estremo.
Quindi torno indietro un pezzo e prendo a salire un pò sulla costa, e trovo su di una betulla un vetusto segno giallo ( è questa la via ) e ne troverò anche un altro, poi nulla più. Molti alberi caduti e mai rimossi mi obbligano a esercizi ginnici, poi la traccia sembra entrare ancora nel vallone ma a una quota più alta, a giudicare la traccia online sembra che bisogna risalirne un tratto prima di prendere il costone a sinistra.
Il problema è che nel vallone c'è il pandemonio, centinaia di alberi caduti e accatastati da una grande piena, un vero disastro ma bisogna venirne fuori, con molta pazienza scavalco decine di tronchi, poi finalmente arriva l'ora di salire sul costone, che comunque non è come passeggiare nel giardino di casa ma almeno qualcosa di meglio è.
Dopo almeno un centinaio di metri di dislivello arrivo a un quello che penso sia un rimboschimento di larici e al suo culmine trovo i tre ruderi dell'Alpe Pirla 750 m. A monte dei resti di baite il costone prosegue senza sentiero ma abbastanza transitabile, poi c'è un tratto con roccette scalinate e a 1000 metri di quota arriva finalmente da sinistra il sentiero 250B da Vararo: finalmente la civiltà :-))
Con esso continuo a seguire la dorsale arrivando alla croce e al successivo Monte Crocetta, dove si lanciano col parapendio e dove è in corso un taglio di piante  e sbancamento probabilmente per fare arrivare la gente in taxi fino in vetta.
Dopo lo spartano pranzetto ai tavoli in località Cormeta, circondato da ruspette e mezzi d'opera, salgo in direzione del Monte Nudo, prendendo quasi subito il sentiero di cresta che da ovest, passando su tratti con roccette arriva alla croce di vetta 1235 m che poi tanto nudo non è, una volta si chiamava "La Biota".

Purtroppo il rimboschimento di abeti rossi è stato del tutto decimato da parassiti e tempeste negli ultimi anni.
Per la discesa opto per quella che dovrebbe essere una via tranquilla, scendo a sud sulla larga mulattiera tra alberi già motosegati, ma quando la via  dovrebbe svoltare in direzione ovest, c'è un muro di alberi collassati, saranno finiti i soldi per rimuoverli , unica possibilità ( per ora ) è continuare a scendere in verticale altri 150 metri di dislivello per intercettare la sterrata che taglia il monte a sud.
Inizialmente la traccia fatta da altri malcapitati come me che cercano di uscire fuori da questa boscaglia, è molto netta, poi scendendo diventa sempre più labile, ma tanto avendo la certezza che là sotto c'è una sterrata non è il caso di agitarsi e basta aggirare con pazienza gli ostacoli, finchè finalmente arriva l'obbiettivo: la carrareccia. La percorro verso destra per circa un chilometro, e quando si arriva in prossimità di un netto costone, si vede un cartello che indica Brenta verso sinistra, le peripezie sono finite.
Scendo per la traccia ( segnavia 280 sulla carta ) e per quanto non sembri molto battuto, non c'è mai esitazione, i segni sono abbondanti e di ogni genere e non vi è traccia di alberi caduti, e poi da  quota 750 inizia tutta una serie di strade boschive e seguendo i segni si passa dalle baite di Pianura 530 con molti ruderi sparsi per il bosco e una sola baita ben messa che dovrebbe essere quella di Aldino ( un amico speleo valcuviano ) ma non è presente e la possibilità di farsi invitare a bere qualcosa sfuma.
Proseguendo lungo la stradina, si arriva su di una strada asfaltata all'altezza di un agriturismo, svoltando a destra si arriva in breve al santuario di San Quirico e poco dopo anche a Brenta.

Conclusione , ho rischiato di fare la figura del pirla all'Alpe Pirla :-))

PS  
Il nome pirla viene dal dialettale pirlare=girare, roteare
Inteso anche di gorghi nell'acqua

Tourengänger: Antonio59 !


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Kommentare (1)


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Michea82 hat gesagt:
Gesendet am 21. März 2025 um 21:09
Le più grandi fatiche in montagna le ho fatte sotto i 1000 m. Proprio per il problema dei boschi inselvatichiti negli ultimi anni, dei sentieri devastati da frane e alberi caduti. Qualcosa di simile abbiamo visto io ed Emiliano scendendo dal Minisfreddo seppure in misura nettamente minore.
Comunque tieniti riguardato.


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