Poncione di Arzo, Monte Pravello e Monte Orsa


Publiziert von cai56 , 20. März 2025 um 19:42. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:17 März 2023
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   I   Gruppo Lago Ceresio 
Zeitbedarf: 4:45
Aufstieg: 577 m
Abstieg: 577 m
Strecke:Circolare 9,650 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Varese si segue la direzione per Induno Olona, Bisuschio e Viggiù. Saltrio è proprio accanto e si trova facilmente parcheggio presso il cimitero. (In caso di emergenza l'area funziona anche da eliporto)

Altra gita facile e super-frequentata: eravamo già passati in zona marginalmente (Monte San Giorgio e Poncione d'Arzo [hikr.org]) e, ancora in precedenza, durante una visita di scappata, ne eravamo fuggiti per l'incredibile affollamento. Questa è stata la volta buona.
In questo tratto le strutture della Linea Cadorna presentano una tale varietà ed una tale concentrazione di strutture che le pubblicazioni dedicate (Ed. Macchione), mentre raggruppano tutti i siti dalla Val d'Aosta alle Orobie in un solo volume, all'area Verbano-Ceresio ne riservano uno specifico. Alle strutture militari difensive della Grande Guerra si associano, nel primo tratto del percorso, le opere confinarie volute nel 1899 dal governo italiano per ostacolare le attività di contrabbando: troviamo così ancora lunghissimi tratti di "ramina" (alta rete metallica orlata di filo spinato e, in origine, dotata di campanelli) ed una ottimamente conservata scala di ronda (nota attualmente in campo escursionistico come "Sentiero 1000 scalini" e spesso, nel web, indicata come costruita dai contrabbandieri...). In zona si accostano due cave di Pietra di Saltrio, un calcare con varie e delicate sfumature di colore, che, esaurita la disponibilità di materiale in blocchi, rispettivamente nel 1939 e nel 1969 hanno cessato l'attività; più recentemente la seconda (attualmente "Cava Salnova") ha ripreso a funzionare riconvertendosi alla produzione di pietrisco. Il rumore dei frantoi, nei giorni feriali, è purtroppo percepibile praticamente durante tutta l'escursione.


Dal parcheggio si prosegue lungo la strada asfaltata di accesso fino a raggiungere l'ingresso della Cava Salnova: a sinistra - indicazioni - si distacca una gradinata selciata che si avvia ad entrare nel bosco; il sentiero risale comodamente una valletta fino ad aggirarne una conca terminale (punto di incontro col sentiero di rientro), dove si attraversa a destra per risalire il versante opposto andando a raggiungere il labbro superiore della cava. L'inconsueta frequenza di passaggi che rivela fin qui il sentiero si spiega con la presenza di una immancabile panchina gigante (che peraltro incombe nel panorama fin dalla partenza): mi sembra di poter dire che il vastissimo panorama sulla pianura lombarda godibile da questa posizione era tale anche prima che questo tipo di arredi diventasse di moda. Lasciata la modernità, il sentiero accosta verso destra (est) portandosi ad avvicinare il confine con la Svizzera: la morfologia del terreno, in questo tratto, è tale che la separazione fra le due nazioni è distinguibile solo per l'apposizione cadenzata dei cippi ufficiali, dalla presenza della "ramina" e dalla scalinata che la fiancheggia con precisione. Si sale dunque la lunghissima e ripida sequenza di gradini fino a raggiungere la dorsale rocciosa - ancora di confine - nel tratto Poncione di Arzo - Monte Pravello; qui il sentiero, pressochè pianeggiante, continua a percorrere il versante italiano, mentre a nord quello svizzero è roccioso e precipite. Dal Monte Pravello, dove si trova una garitta italiana in muratura, il confine devia verso nord per andare ad attraversare il Lago di Lugano poco distante da Porto Ceresio; sulla vetta convergono varie tracce ed una pista sterrata: per portarsi verso le strutture della Linea Cadorna che traforano tutto il crinale fino al Monte Orsa, occorre seguire il sentiero di destra e mantenere sempre la medesima destra ad ogni successivo bivio. Ben presto si entra in una trincea e si prosegue lungo (o attraverso) il crinale che qui si presenta opportunamente roccioso: dove i camminamenti non si servono delle anfrattuosità naturali, queste sono state adattate o costruite appositamente allo scopo di unire i numerosissimi appostamenti di osservazione o di tiro; ai vasti terrazzamenti sulla dorsale per le postazioni di fucileria si associano, nella profondità di gallerie gradinate, i "locali" logistici e le sedi per le mitragliatrici. Nello scavo dei locali sotterranei, dove la struttura della roccia non era sufficientemente solida, è stato usato abbondante calcestruzzo, la cui qualità ha permesso di mantenere tutt'oggi una totale efficienza. A poca distanza dalla cima del Monte Orsa, peraltro ben distinguibile a distanza per la presenza di numerose antenne, le strutture militari terminano ed il sentiero raggiunge la vetta destreggiandosi fra massi sparsi e fitta boscaglia. Lasciato alle spalle l'edificio con le strutture tecniche del traliccio RAI, si trova la strada di accesso moderna e la si segue fino ad oltrepassare il terzo tornante, poco distante dal quale si stacca a sinistra la pista militare che porta alla cannoniera in galleria del Monte Orsa. Tutto lo scavo è rivestito di calcestruzzo ed ha dimensioni tali da consentire il passaggio di mezzi motorizzati: i due cancelli posti alla estremità del traforo sono aperti, ma le gallerie sono prive di illuminazione. Dalla "via" principale si distaccano sulla sinistra quattro gallerie secondarie destinate ad ospitare altrettanti cannoni od obici: attualmente, a scopo dimostrativo, sono stati collocati due pezzi più moderni, anche se comunque vecchi e resi inservibili. All'uscita dalla galleria si prosegue su sterrata fino a portarsi alle spalle del Rifugio Pravello, dove si trova l'imbocco di una lunghissima e ripida trincea di calcestruzzo; la discesa nel camminamento, che nei punti più ripidi è gradinata, permette di passare accanto a numerose gallerie che si addentrano nel monte ed a varie piazzole per mitragliatrici pesanti dirette verso il confine svizzero. Nei pressi del Monte Croce si torna per breve tratto a percorrere una carrareccia, che si abbandona al primo tornante per affrontare la breve salita del sentiero che conduce alla ex-cava "La Brusata" (o, meglio, "Brüsada"), quella dismessa nel 1939 e da pochi anni recuperata come museo all'aperto delle attività estrattive. Alcuni terrazzi permettono diversi punti di vista sui tre ingressi a portale della miniera e si trovano esposte vecchie attrezzature e la ricostruzine di un argano a mano per il sollevamento del materiale. All'uscita dal sito il sentiero prosegue un po' sconnesso e sassoso perdendo gradualmente quota nel bosco, fino a ritrovare il percorso di andata non lontano dalla Cava Salnova.  

Tourengänger: cai56, chiaraa


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